Google Pay arriva in Italia: è sfida tra titani

20 settembre 2018 / Di Ivano Asaro / 0 Comments

Google Pay in Italia lancia la sfida a Samsung e Apple. Scopriamo in quest'articolo come funziona il nuovo sistema firmato Google per fare acquisti online e pagare con lo smartphone direttamente in store.



Finalmente
Google Pay! Anche il servizio di pagamento del colosso di Mountain View è attivo in Italia e offre agli utenti la possibilità di completare acquisti in negozio (in modalità contactless) e online.


Google Pay Italia: le banche aderenti

Era l’ultimo attore internazionale mancante nel mercato italiano dopo l’ingresso di Apple Pay (maggio 2017) e Samsung Pay (marzo 2018). Su Play Store è comparsa l’app ufficiale per Android e questa è la lista delle banche già attive:

  • Boon;
  • HYPE;
  • Banca Mediolanum;
  • N26;
  • Nexi (e le sue banche partner);
  • Revolut;
  • TIM Pay;
  • Widiba;
  • in arrivo prossimamente CartaBCC e Poste Italiane.

Mancano certamente alcuni dei grandi attori (Intesa Sanpaolo e Unicredit, in primis), ma è possibile che, come successo con i servizi di Apple e Samsung, si attiveranno nei prossimi mesi.

 

Chi può usare Google Pay

Ora quasi tutti i possessori di uno smartphone dotato di tecnologia NFC avranno la possibilità di pagare avvicinando il proprio device al POS. Fino a oggi, infatti, i soli Apple Pay e Samsung Pay coprivano una buona fetta del mercato smartphone, ma molti utenti rimanevano non abilitati.

Secondo i dati comScore, a giugno 2018, dei 25,4 milioni di utenti con uno smartphone NFC, il 20% possedeva un telefono Apple e quasi il 40% uno smartphone Samsung. L’arrivo di Google Pay può quindi puntare ad abilitare anche il restante 40% degli utenti (il 77,5% degli utenti con uno smartphone NFC, infatti, a giugno possedeva un telefono basato su Android).

 

Come funziona Google Pay

A livello di funzionamento, Google Pay è molto simile ai servizi dei competitor: sarà possibile pagare avvicinando lo smartphone al POS contactless con lo schermo acceso e, fino ai 25 euro, senza fornire ulteriori autorizzazioni; in caso contrario, l’app chiederà all’utente di sbloccare lo schermo utilizzando il PIN, il segno di sblocco, l’impronta digitale o, in alcuni casi, la scansione del volto. Al suo interno, Google Pay contiene anche una sezione “Pass”, che permette di memorizzare carte fedeltà, carte di imbarco, ticket di eventi.

Ora il quadro legato ai servizi NFC, almeno in termini di copertura dei consumatori, è completo. Google avrà del terreno da recuperare rispetto ai due competitor, che nel frattempo hanno preso confidenza con il mercato e cominciato a registrare i primi interessanti numeri, ma ha sicuramente un gran bacino di utenti da cui partire. Certo, stringere al più presto una partnership con i gruppi bancari più grandi (come Intesa San Paolo e Unicredit), sarà fondamentale per Google Pay italiano. Ma la possibilità di funzionare su tutti gli smartphone Android può essere un bel vantaggio. Ora la parola passa ai consumatori: come preferiranno pagare?


Ivano Asaro e Valeria Portale - Osservatorio Mobile Payment & Commerce

  • Autore

Direttore dell'Osservatorio Innovative Payments