Fintech: quali sono le startup e i numeri in Italia

15 dicembre 2021 / Di Filippo Renga / 0 Comments

Il Fintech italiano vive un vero e proprio momento di fermento. L'ecosistema di aziende e startup Fintech è in costante crescita, le banche e gli altri attori del sistema finanziario hanno sviluppato nuovi canali e servizi digitali, consumatori italiani e PMI mostrano ogni anno di più una maggiore propensione nei confronti del digitale e dei servizi finanziari più innovativi. Un discorso che vale in tutto il mondo, a maggior ragione nel nostro Paese 

L’entrata in vigore della PSD2, nuova direttiva europea sui servizi di pagamento, ha inoltre rimescolato le carte, ampliando le opportunità per startup e operatori Fintech, in una logica sempre più di Open Finance.

Ma in che modo l'applicazione degli strumenti digitali al mondo finanziario sta facendo breccia in un Paese come l'Italia, storicamente ancorai a pilastri qual risparmio delle famiglie, credito bancario e piccole e medie imprese ancora?

In quest'articolo abbiamo raccolto i numeri più interessanti del fenomeno, analizzando le principali startup italiane, gli investimenti raccolti e l'adozione dei servizi finanziari digitali da parte di banche e consumatori.

Le startup Fintech in Italia

Sono 564 in tutto le realtà italiane attive nel Fintech e Insurtech, di cui la maggior parte basate nel Nord Italia. Ad oggi, hanno raccolto 2 miliardi di euro, dato rilevante ma ancora non sufficiente per mostrare una vera attrattività delle nostre startup al di fuori dei confini nazionali.

All'interno di questo ricco ecosistema è però importante fare alcune distinzione: il 53% di queste realtà si definisce propriamente startup. L'altra metà rientra invece nella categoria di PMI innovative e scaleup. Emerge anche una piccola quota di corporate. L’Osservatorio Fintech & Insurtech ha analizzato le diverse realtà, approfondendone modelli di business, offerta innovativa e rapporto con l’ecosistema. Di seguito rispondiamo i dati e trend più salienti.

Quali servizi offrono le Fintech Italiane?

Le startup Fintech sono aziende innovative che, offrendo servizi nuovi e mirati, stanno svolgendo un ruolo cruciale nella digitalizzazione del mercato finanziario italiano.

Le startup Fintech italiane (in gran parte Fintech, Insurtech o RegTech) operano soprattutto nel settore dei servizi bancari (soluzioni di Bank Account, pagamenti, prestiti e finanziamenti, asset management), dei servizi assicurativi e dei servizi tecnologici orientati al mondo finanziario e assicurativo (TechFin).

Rientrano in quest'ultima categoria, ad esempio, soluzioni di Cyber Security, software per la Security Analysis o strumenti per la certificazione digitale dell’identità. Altre realtà offrono servizi non finanziari, ma abilitano l’accesso di attori finanziari a dati, clientela, competenze.

Sono le API, acronimo di Application Programming Interface, le tecnologie più utilizzate dalle startup italiane, seguite da Data Analytics e Artificial Intelligence (in particolar modo in ambito Insurance Services), Blockchain, Distributed Ledger Technologies (DLT) e IoT.

Le startup Fintech collaborano?

I modelli di business delle aziende Fintech tendono verso un approccio collaborativo: alcune supportano le banche ad affrontare la trasformazione digitale, altre invece vedono gli attori tradizionali come degli intermediari, delle piattaforme tramite cui offrire i propri servizi.

Le startup italiane stanno improntando il proprio modello verso un’architettura open, aperta a partnership con altri attori sia finanziari che non finanziari. Ad oggi molte di queste realtà collabora con Università, centri di ricerca e Incubatori/Acceleratori. Il beneficio di tali collaborazioni non è univoco: da un lato questi attori beneficiano del supporto tecnologico delle startup, dall'altro le aziende Fintech intravedono la prospettiva di migliorare reputazione, visibilità e base clienti.

D'altro canto, le startup Fintech & Insurtech italiane sembrano però meno propense alle collaborazioni con altre startup. Addirittura, vedono proprio le altre startup come principale competitor, anche più di istituti finanziari e compagnie assicurative.

Quanti fondi hanno raccolto le Fintech nel 2021?

A livello di finanziamenti ricevuti, le startup italiane non attraggono ancora capitali consistenti. Il volume di finanziamenti raccolto nell'ultimo anno si assesta, come anticipato, a 2 miliardi di euro, una media di 3,6 milioni di euro. Tuttavia, i fondi raccolti risultano concentrati tra poche realtà: il 50% delle Fintech italiane non ha raccolto alcun capitale!

Tra le realtà più affermate e consolidate, anche a livello di finanziamenti raccolti, spiccono tra le altre Satispay, Scalapay e Truelayer

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Quanto è diffuso il Fintech in Italia

Non è una mera questione di startup. Il digitale continua a permeare anche nelle abitudini dei consumatori di servizi finanziari e assicurativi. Se prima dell'emergenza sanitaria che ha scosso il Paese "solo" il 33% degli utenti italiani tra i 18 e i 74 anni aveva utilizzato almeno un servizio Fintech o Insurtech, la pandemia Covid-19 ha reso evidente al consumatore la necessità di affidarsi maggiormente al digitale e sperimentare nuove soluzioni.

Dopo il boom registrato durante il primo lockdown, i canali digitali hanno assunto un ruolo sempre più importante nell’interazione con i canali bancari: non sono aumentati solamente gli utenti online, ma cresce la quota di consumatori disposti a sperimentare e ad affidarsi a servizi innovativi e meno tradizionali.

il lockdown ha accelerato, seppure nel breve periodo, le applicazioni di telemedicina, gestione risparmio/investimenti, richiesta di piccoli finanziamenti e identità digitale. Banche e compagnie assicurative restano ancora gli attori di riferimento nella richiesta di questi servizi, ma è crescente la propensione dei consumatori a sperimentare e utilizzare strumenti alternativi e meno tradizionali.

Questi nel dettaglio, i servizi Fintech più utilizzati e quindi più diffusi in Italia:

  • mobile payment, cioè acquisto e pagamento di beni e servizi tramite cellulare;
  • chatbot per comunicare con la propria banca;
  • trasferimenti istantanei di denaro tra privati;
  • acquisto o rinnovo di polizze assicurative in digitale;
  • gestione il proprio budget personale o familiare;
  • prelievi di denaro senza carta via Smartphone;
  • gestione di sinistri da smartphone.

Il Fintech tra le PMI e microimprese

Anche il comparto PMI, spina dorsale del tessuto economico italiano, fa i conti con questa rivoluzione digitale italiana in campo finanziario e assicurativo, pur conservando una domanda più tradizionale. Una cospicua quota delle nostre PMI ha dichiarato di aver fatto uso di prodotti e servizi finanziari rivolti alle imprese come Invoice Trading, Prestiti a medio-lungo termine, Investimenti, Factoring, Lettera di Credito, Strumenti di previsione dei cash flow. Ma per quel che riguarda le modalità di accesso a tali servizi si osserva un equilibrio tra canale fisico (filiale o consulente) e digitale (Internet Banking da PC). Solo per i servizi di pagamento (come bonifici, F24, RI.BA, ecc.) il canale digitale prevale nettamente.

Le microimprese italiane (con meno di 10 dipendenti) tendono ancora a preferire banche e assicurazioni
per la richiesta di servizi finanziari e assicurativi. In generale, nessun attore non tradizionale del settore finanziario (e quindi startup, fornitori gas/luce, compagnie assicurative, supermercati, operatori di telefonia) gode al momento della fiducia di più del 7% delle microimprese per servizi finanziari e del 12% per i servizi assicurativi.

Un Sandbox per il Fintech italiano

Un tema di sicuro interesse per il mondo del Fintech in Italia è quello del cosiddetto Sandbox “regolamentare”, entrato in vigore a il 17 luglio 2021, tramite un recente emendamento alla legge di conversione del Decreto Crescita.

Le motivazioni principali che muovono le startup Fintech italiane a chiedere la creazione di un Sandbox italiano sono sostanzialmente due:

  • la ricerca di un supporto alla crescita, in quanto mezzo per ridurre i costi, per nuove soluzioni e prodotti con un minore Time to market, per creare fiducia indiretta negli stakeholder;
  • un indirizzo nella regolamentazione, in un settore ancora tutto da indirizzare dal punto di vista normativo.

La creazione di un Sandbox Italiano è ritenuta utile in particolare da quelle startup Fintech & Insurtech operanti nei settori Wallet & Payments, Crowdfunding e Proptech (cioè Property Technologies, applicazione delle tecnologie al settore Real Estate), a prescindere dal rientrare o meno nel perimetro già regolamentato da Banca d’Italia o altre autorità. All’opposto, le startup che ritengono meno utile un Sandbox sono quelle operanti nella Cybersecurity.

Tiriamo le somme: il Fintech Index Italiano

Alla luce dei dati analizzati e delle ultime innovazioni tecnologiche e normative in ambito finanziario che voto possiamo dare al Fintech italiano?

Per rispondere a questa domanda, l'Osservatorio Fintech & Insurtech ha messo a punto il Fintech Index italiano, sintetica misurazione del grado di maturità del nostro Fintech calcolato sulle attività di investimento e collaborazione degli incumbent operanti in Italia con startup e PMI innovative del settore.

Stando all'ultima rilevazione, siamo vicino alla sufficienza, con un valore di 5,7 su 10.

L'Index conferma una volta per tutte l'importanza e la crescita delle collaborazioni e delle relazioni all'interno del variegato ecosistema Fintech. D'altra parte mette in risalto un sistema che corre a due velocità, in cui gli investimenti sono concentrati ancora in un numero ristretto di attori.

  • Autore

Co-Fondatore degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano. È inoltre Direttore degli Osservatori Innovazione Digitale nel Turismo, Fintech & Insurtech e Smart Agrifood.