Cosa sono le Competenze Digitali e come svilupparle in azienda

21 febbraio 2023 / Di Martina Mauri / 0 Comments

Le competenze digitali (o digital skills che si voglia) sono la vera chiave della trasformazione tecnologica in azienda, in quanto si sviluppano nuove figure professionali altamente qualificate in ambito tecnologico. La Rivoluzione Digitale crea nuovi posti di lavoro e nuovi modelli organizzativi, mettendone in discussione altri. Servono, quindi, nuove figure professionali qualificate, dotate del giusto set di competenze tecnologiche di base e specialistiche. Tuttavia, è altresì di fondamentale importanza la formazione e l’aggiornamento delle risorse già a disposizione di un’azienda.

A prescindere dal settore di competenza, gli addetti alla gestione delle risorse umane, così come i Top management delle aziende, i Governi e le Istituzioni, sono chiamati a questa sfida. Vediamo insieme come il nostro Paese sta affrontando questo grande cambiamento nel mondo del lavoro.

  • Cosa si intende per Competenze Digitali
    • Hard skills vs Soft skills
    • Competenze di base, specialistiche e di e-leaderhip
  • Le Competenze Digitali in Italia
    • La Strategia Nazionale
    • Le iniziative istituzionali
    • Competenze digitali e pandemia
  • Sviluppare le digital skills in azienda
    • La Learning Capacity
    • La reperibilità dei professionisti digitali

Cosa si intende per Competenze Digitali

Per comprendere appieno come sviluppare le competenze digitali all'interno di un'organizzazione è fondamentale rispondere a una domanda che potrebbe apparire banale, ma che non lo è affatto: cosa sono effettivamente le competenze digitali?

Con la crescente affermazione della Trasformazione Digitale, la definizione di competenze digitali sta cambiando, diventando sempre più complessa: oggi si riferisce ad un vasto insieme di abilità tecnologiche che consentono di ricavare informazioni dai dati, effettuare previsioni, creare contenuti e velocizzare i processi attraverso le tecnologie informatiche e Internet.

Queste competenze possono variare dall’uso del computer (ormai considerata una conoscenza di base) ad altre più evolute, come la scrittura di codici nei linguaggi di programmazione o lo sviluppo di software per l'Intelligenza Artificiale. Inoltre, data la costante evoluzione del mondo della tecnologia, anche le competenze digitali cambiano continuamente e sono destinate a mutare rapidamente nel corso degli anni.

Competenze digitali Hard e Soft: le diverse tipologie di skills

Quali abilità è importante possedere per governare la Trasformazione Digitale in atto? Come spesso accade anche in altri settori, anche in questo caso è doveroso distinguere tra competenze hard e competenze soft.

La differenza sostanziale tra queste due tipologie si delinea come in qualsiasi altro ambito:

  • Le digital hard skills sono strettamente correlate all'uso delle tecnologie. Queste competenze definiscono la preparazione tecnica di un professionista, quantificabili e acquisibili sul posto di lavoro o tramite opportuno corso di formazione e/o aggiornamento professionale;
  • Le digital soft skills sono correlate alle digital hard skills, ma allo stesso tempo sono competenze trasversali. Queste, infatti, determinano una crescita anche a livello relazionale e comportamentale di chi le apprende.

In poche parole, si può dire che:

Le digital soft skills sono imprescindibili per far fronte all’evoluzione digitale in atto. Non sono legate direttamente alle tecnologie e per questo cambiano meno rapidamente rispetto alle digital hard skills. Si tratta di competenze trasversali di tipo relazionale e comportamentale che consentono alle persone di utilizzare efficacemente i nuovi strumenti digitali, migliorando la produttività e la qualità delle attività lavorative svolte.

Entrando più nel dettaglio, ecco alcune tipologie di digital soft skills che si possono apprendere durante un’esperienza lavorativa:

  • Knowledge Networking: capacità di razionalizzare, capitalizzare e organizzare informazioni e conoscenze attraverso strumenti digitali;
  • Virtual Communication: capacità di comunicare in modo efficace attraverso diversi strumenti digitali;
  • Digital Awareness: capacità di preservare la confidenzialità e la sicurezza dei dati e delle informazioni;
  • Creativity: capacità di utilizzare gli strumenti digitali per creare contenuti innovativi;
  • Data Visualization: capacità di rappresentare i dati per facilitare la presa di decisioni;
  • Data Analysis: capacità di analizzare i dati.

Quali sono le competenze e e le professionalità in un panorama sempre più digitale?

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Competenze Digitali: la classificazione dell’AgID 

Un'altra utile classificazione di competenze digitali la fornisce l'AgID. L'Agenzia per l'Italia Digitale ha definito nel 2017 una roadmap di accrescimento e monitoraggio delle competenze digitali per i cittadini italiani

Le competenze digitali da raggiungere secondo il modello dell'AgID sono di 3 livelli e tipologie:

  • competenze digitali di base, utili a tutti i cittadini;
  • competenze specialistiche (ICT, acronimo di Information and Communications Technology), utili a tutti i professionisti e futuri professionisti operanti in specifici settori;
  • competenze di e-leadership, definite come la capacità di utilizzare al meglio le tecnologie digitali all’interno di qualsiasi tipo di organizzazione e di introdurre innovazione digitale nello specifico settore di mercato in cui si opera.

Tale classificazione si ispira alle raccomandazioni europee in ambito di alfabetizzazione digitale e apprendimento permanente. La famiglia delle competenze digitali di base, in particolar modo, segue il modello del DigComp, quadro di riferimento europeo delle competenze digitali dei cittadini, il quale si articola in 5 fondamentali aree di competenza (alfabetizzazione su informazioni e dati, comunicazione e collaborazione, creazione di contenuti digitali, sicurezza, problem solving).

Le Competenze Digitali in Italia: un gap da colmare

L'esigenza di sviluppare le competenze digitali nasce ovviamente da una diffusa mancanza di quest'ultime. Il rapporto annuale del DESI (Digital Economy and Society Index) che misura il livello di digitalizzazione dei Paesi UE, racconta di un'Italia ancora indietro nel ranking rispetto alla media europea. 

A penalizzare il nostro Paese, rispetto ad altri Stati europei a lei simili come Spagna, Francia e Germania, è proprio la dimensione del Capitale umano, legata all'acquisizione di competenze e professionalità in grado di trarre vantaggio dalle possibilità offerte dalla società digitale. Per quanto riguarda il nostro Paese:

  • siamo quartultimi in Europa per popolazione con competenze digitali almeno di base;
  • siamo 18esimi per competenze digitali avanzate, in recupero rispetto agli anni passati ma ancora sotto la media europea; 
  • siamo indietro rispetto alla quota di imprese che ha offerto formazione in ambito ICTai propri dipendenti (22esimi);
  • siamo ultimi in Europa nella quota di laureati in ambito ICT sul totale della popolazione con una laurea(solo l’1,4% dei laureati, rispetto a un valore medio UE del 3,9%).

Si parla in questo scenario di digital skills gap, vale a dire la mancanza di profili dotati di competenze digitali essenziali per affrontare la trasformazione tecnologica che sta permeando tutti i settori di business.

La Strategia Nazionale per le Competenze Digitali

Proprio al fine di eliminare questo gap consistente con gli altri Paesi europei, ma anche per abbattere il divario digitale esistente tra le varie aree del nostro stesso territorio nazionale, nel 2020 l’Italia ha adottato la prima Strategia globale sul tema delle competenze digitali.

Si tratta della Strategia Nazionale delle Competenze Digitali, elaborata nell’ambito dell’iniziativa Repubblica Digitale. La Strategia è il risultato di un approccio multi-stakeholder a cui hanno contribuito Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Università̀, istituti di ricerca, imprese, professionisti, Rai, associazioni e varie articolazioni del settore pubblico, oltre alle più di 120 organizzazioni aderenti alla Coalizione Nazionale – inclusi gli Osservatori Digital Innovation.

La regia è stata affidata al Comitato Tecnico Guida di Repubblica Digitale, coordinato dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale (DTD). Quattro sono gli assi di intervento: Istruzione e Formazione SuperioreForza lavoro attivaCompetenze specialistiche ICTCittadini.

Il DTD, insieme a Invitalia e all’Osservatorio Agenda Digitale, ha pubblicato un primo rapporto di monitoraggio annuale, in cui emerge come si stiano recuperando i gap rispetto agli altri Paesi. Nonostante ciò, sembrerebbe che i progressi non siano ancora sufficienti per raggiungere entro il 2026 i target fissati dalla Coalizione Nazionale.

Competenze Digitali, le iniziative istituzionali per colmare il gap

Le soluzioni per colmare quei gap a livello digitale che divide il nostro Paese dal resto dell’Europa potrebbero arricchire sempre di più di figure professionali digitale il panorama italiano. Una delle soluzioni, infatti, prevede il potenziamento di insegnamenti STEM, riguardanti materie quali Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica, in tutti i percorsi di studio e non solo quelli strettamente correlati a essi.

In questo modo non solo si formerebbero nuovi professionisti digitali attraverso percorsi scientifico-tecnologici, dotati quindi di competenze altamente sviluppate, ma anche professionalità diverse che abbiano comunque maturato conoscenze in tale ambito, garantendone anche l’occupabilità nel lungo periodo.

Un’altra soluzione potrebbe essere quella di incentivare le organizzazioni a riqualificare il proprio personale. Per aiutare nel raggiungimento di questo obiettivo è presente anche il Fondo Nuove Competenze, che rimborsa le aziende per coprire il costo del lavoro dei propri collaboratori nelle ore di formazione.

L’impatto della pandemia sullo sviluppo di nuove competenze

L’effetto travolgente della pandemia sul mondo del lavoro ha inevitabilmente avuto un impatto anche sulla capacità delle persone di sviluppare nuove competenze. Sebbene molti lavoratori non abbiano percepito particolari differenze rispetto al pre-pandemia, per altri, l’emergenza sanitaria, ha accelerato (o rallentato) in modo più o meno radicale l’acquisizione di competenze che già si stavano sviluppando.

In particolare, l’accelerazione ha coinvolto più del 20% dei lavoratori, dei quali la maggior parte sono Millennial (generazione di persone nate tra il 1981 e il 1996) e lavoratori dei settori ICT, Media & Telco e Finance. In questo quadro è importante citare anche il caso del Retail, un settore particolarmente colpito dalla crisi pandemica, in cui si sono alternati periodi di accelerazione e di rallentamento in base ai picchi di lavoro, così come dalla digitalizzazione, che richiede un approccio sempre più omnicanale.

Competenze digitali: quali priorità per le aziende?

Se da un lato la strada intrapresa in Italia per accrescere il bagaglio di nuove competenze di cittadini e futuri lavoratori sembra quella giusta, come si stanno comportando le aziende?

L’innovazione digitale non si traduce solo nell’adozione di nuovi strumenti, ma anche nella necessità di acquisire figure professionali in grado di gestire la trasformazione. Ciò significa che le aziende dovrebbero investire sia in nuovi profili digitali, progettando politiche ad hoc per la loro ricerca e selezione, sia nelle risorse già a disposizione, focalizzandosi sulla formazione dei dipendenti e sull’apprendimento e aggiornamento di competenze digitali.

Quando si parla di risorse specializzate e competenze digitali mancanti, occorre evidenziare che molte aziende si sono già attivate per sostenere l’introduzione e lo sviluppo di competenze digitali, con progetti mirati a coinvolgere l’intera organizzazione. In particolare, si rilevano:

  • iniziative per la diffusione di conoscenza sui temi del digitale;
  • percorsi di supporto al management;
  • programmi di digital upskilling, ossia di aggiornamento delle competenze riguardanti il proprio ambito lavorativo, e di digital reskilling, ovvero dell’apprendimento di nuove competenze per una diversa mansione;
  • collaborazioni specifiche con attori esterni;
  • attività mirate per la ricerca e selezione di professionalità digitali;
  • programmi di reverse mentoring, il cui obiettivo è quello di favorire il passaggio di competenze tra figure senio e junior;
  • sistemi di valutazione del gap tra competenze digitali ricercate e quelle già presenti nell'organizzazione.

Learning capacity: la capacità di acquisire nuove competenze digitali

Per far fronte alla necessità di competenze digitali aggiornate, la Direzione HR non può trascurare la learning capacity dei lavoratori. Questo termine descrive la propensione e la capacità di ampliare il proprio bacino di conoscenze e abilità per adattarsi ai cambiamenti richiesti dal proprio ruolo e dal business.

Si parla di continuous learning, quando i lavoratori delle diverse fasce di età si presentano in media sufficientemente predisposti ad acquisire nuove competenze e capacità nell’arco della propria vita professionale. Per quanto riguarda la learning adaptivity, ovvero l’efficacia dell’apprendimento di competenze e capacità necessarie per adattarsi ai cambiamenti nella propria professione, sono le generazioni definite Baby Boomers (persone nate nel periodo del boom demografico tra il 1946 e il 1964) che – rispetto a Millennials (nati tra il 1981 e il 1996) e Generazione X (nati dal 1997 in poi) – hanno dovuto adattarsi maggiormente ai cambiamenti imposti dalla Trasformazione Digitale per restare competitivi.

Competenze Digitali e lavoro: a reperibilità dei professionisti digitali

Dopo la crisi pandemica, il mercato del lavoro è fortemente cambiato, così come lo sono anche le necessità delle aziende di attrarre e intercettare nuove tipologie di figure professionali. Non poche sono le difficoltà che si affrontano per cercare o sostituire una figura con competenze digitali, soprattutto se specialistiche.

La ricerca di lavoratori con competenze digitali adeguate, dunque, è un tema complicato da gestire, dato che tali competenze coinvolgono molte tipologie di professionalità. Tuttavia, come rileva la ricerca dell’Osservatorio HR Innovation Practiceattrarre profili con elevate competenze digitali comporta una serie di difficoltà per diversi motivi:

  • elevata concorrenza tra aziende per intercettare i profili digitali adatti;
  • scarso interesse dell'organizzazione per questi profili;
  • scarsità sul mercato del lavoro delle figure professionali con le competenze digitali richieste.

D’altro canto, proprio a questo servono le numerose iniziative di cui si è detto prima: per acquisire, mantenere e migliorare competenze digitali.

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  • Autore

Ricercatrice dell'Osservatorio HR Innovation Practice e dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano