Il welfare aziendale è uno strumento prezioso per migliorare il clima lavorativo e il benessere dei dipendenti. È in grado di trattenere i talenti e attrarne di nuovi, facendo leva su benefici significativi, non solo dal punto di vista economico, in grado di conciliare il lavoro con la vita privata.
Garantire servizi di Welfare in linea con le nuove esigenze dei lavoratori, è oggi una delle sfide principali di chi si occupa di gestione delle risorse umane. Delle tre dimensioni del benessere, fisica, psicologica e relazionale, solo una piccola parte dei lavoratori “sta bene” a seguito della situazione emergenziale dovuta alla pandemia. L’aspetto psicologico, in particolare, è quello che più di tutti ha sentito l’impatto negativo: come riportato anche dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) i disturbi di ansia e depressione aumentati del 25% rispetto al periodo pre-pandemico.
Cosa possono fare, dunque, le aziende per contrastare questo “malessere diffuso” e quali sono le iniziative di welfare aziendale che si stanno evolvendo in Italia? Tutte domande a cui risponderemo nel corso di quest'articolo.
Welfare aziendale: cos'è e come funziona
Welfare è un termine inglese che indica l’insieme di politiche e, in generale, degli interventi realizzati dalle istituzioni pubbliche per tutelare le fasce più deboli della popolazione e migliorare la loro qualità di vita e di benessere, ad esempio con programmi di assistenza sanitaria, previdenziale, di sostegno al reddito, ecc. Il welfare aziendale, invece, è l’insieme delle iniziative messe a disposizione dalle aziende per i dipendenti.
Cosa si intende per Welfare aziendale?
Per welfare aziendale, letteralmente "benessere aziendale" si intende un insieme di benefit e prestazioni non monetarie erogate a favore dei dipendenti, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e il benessere dei lavoratori e dei loro familiari. In questo modo si incrementa il potere d’acquisto delle famiglie senza aumentare il loro reddito imponibile e il peso dell’erario sul datore di lavoro.
Un piano di welfare favorisce dunque il miglioramento della produttività, senza però compromettere la sostenibilità dell’impresa: da una parte si crea un clima lavorativo positivo e si premia la produttività dei lavoratori, dall’altra si ottengono rilevanti benefici fiscali e migliori risultati di business.
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I servizi di Welfare aziendale dopo la pandemia
Nel pieno della pandemia, le imprese si sono ritrovate a dover rispondere alle esigenze di protezione, sicurezza, assistenza, formazione e conciliazione vita-lavoro delle proprie persone. Questo ha portato alla trasformazione dei servizi di welfare offerti per rispondere alle mutate esigenze dei lavoratori.
Succede allora che alcuni benefit più tradizionali, come l’auto e la mensa aziendale stiano perdendo importanza per lasciare spazio a nuove necessità. Il welfare aziendale sembra chiamato a svolgere funzioni sempre più “strutturali” per il benessere individuale e collettivo dei lavoratori e delle loro famiglie.
Possiamo suddividere i servizi di welfare a supporto dei nuovi bisogni dei lavoratori in quattro grandi famiglie:
- benessere e salute (fisica e mentale) - le aziende hanno aumentato l’offerta di servizi sanitari di vario genere, accompagnandoli spesso a servizi di sostegno psicologico online per dipendenti e familiari;
- conciliazione famiglia e lavoro - rientrano qui iniziative volte a garantire ai dipendenti un nuovo equilibrio con le necessità personali (ad esempio permessi e congedi extra, pagati dall’azienda, fondo-ore negoziato, servizi di baby-sitter, agevolazioni per l’acquisto di device digitali e servizi di assistenza ai famigliari anziani);
- mobilità - organizzazione di servizi di trasporto per i lavoratori per supplire alle carenze dei trasporti pubblici e alla loro inagibilità per motivi di sicurezza in conseguenza del lock down.
- servizi di “mensa diffusa” - con il quale, in sostituzione della mensa interna, i dipendenti possono pranzare o ordinare il pranzo in ristoranti ed esercizi commerciali convenzionati.
I benefit del Welfare aziendale, cosa sono i Fringe benefit e i Flexible benefit
Il welfare è sicuramente uno strumento per mettere al centro le persone ma, grazie soprattutto alla spinta normativa e fiscale, questa iniziativa garantisce numerosi benefici anche alle aziende.
Tra gli strumenti che oggi le organizzazioni hanno a disposizione per garantire il welfare dei propri collaboratori, ci sono i benefit, raggruppabili in due categorie:
- I fringe benefit: sono i “benefici accessori”, forniti ai collaboratori tramite beni o servizi finalizzati allo svolgimento dell’attività lavorativa. Non si tratta, quindi, di un compenso in denaro e per questo vengono definiti spesso come “compensi in natura”. Tra i più comuni ci sono il telefono cellulare, il computer, i buoni pasto e l’automobile in concessione privata. Questi benefit sono solitamente regolati mediante il contratto individuale che l’azienda stipula con il lavoratore e sono parte integrante del reddito da lavoro dipendente. Essendo, quindi, parte della retribuzione, sono oggetto di tassazione. Con il decreto legge n. 176/2022, o decreto Aiuti- quater, del 18 novembre 2022 (convertito poi in legge il 13 gennaio 2023), la soglia per l’anno fiscale 2022 è passata da 600 euro a 3.000 euro. Inoltre, rimane inclusa la possibilità di richiedere il rimborso delle spese sostenute per utenze domestiche, quali gas, acqua e corrente elettrica.
- I flexible benefit: sono “benefici flessibili”, ossia beni o servizi che l’azienda decide di erogare al dipendente affiancandoli alla retribuzione. Non sono disciplinati all’interno del contratto individuale e, dunque, sono frutto di una scelta aziendale o di una contrattazione collettiva. Questi benefit sono finalizzati a migliorare il benessere personale e familiare del dipendente: tra i più comuni troviamo asili nido, borse di studio, assicurazioni sanitarie, previdenza complementare, abbonamenti al trasporto pubblico, ecc. Generalmente il lavoratore può scegliere quelli che più si adattano alle sue esigenze, per questo vengono spesso definiti il “paniere di beni e servizi” del collaboratore. Dal punto di vista fiscale godono di un trattamento agevolato, in quanto non costituiscono parte del reddito da lavoro dipendente. L’Art. 51 del TUIR (Testo Unico sulle Imposte e sui Redditi) identifica le varie categorie di servizi che possono essere offerti ai collaboratori, le soglie di esenzione e i tassi di esclusione della tassazione riguardo alle agevolazioni per i dipendenti dei diversi settori.
Welfare aziendale e vantaggi per i lavoratori
Più in generale, i benefit derivanti da progetti di welfare (e di engagement in generale) ricadono positivamente sia sull’azienda che sui lavoratori. A riprova di ciò, è sufficiente considerare i vantaggi segnalati dalle aziende che hanno già adottato queste iniziative:
- Miglioramento di aspetti positivi: motivazione e soddisfazione delle persone, clima aziendale, reputazione aziendale, benessere organizzativo, brand image, capacità di attrarre i talenti.
- Riduzione di aspetti negativi: carico fiscale per le aziende e per i lavoratori, assenteismo, comportamenti a rischio, turnover patologico, stress correlato al lavoro.
I lavoratori, oltre ai benefit retributivi, iniziano a valutare l’ambiente di lavoro nel suo complesso, sia in termini di opportunità di crescita che di flessibilità offerta negli orari e luoghi di lavoro, nonché in termini di conciliazione tra esigenze personali e professionali.
In altre parole, sviluppare un progetto di welfare aziendale efficace significa migliorare la vita dei lavoratori, che in questo modo possono contribuire maggiormente al successo dell’azienda. Inoltre, iniziative di questo tipo, se ben progettate e condivise all’interno dell’azienda, possono diventare un valido strumento per la People Strategy.
Il welfare aziendale in Italia: le principali iniziative
Il rinnovamento dei modelli organizzativi e dei processi aziendali in risposta alla Trasformazione Digitale sta diventando una delle priorità delle Direzioni HR e, in tale contesto, l’adozione di progetti di welfare aziendale ha un ruolo più che significativo. Per incentivare i lavoratori occorrono nuove soluzioni e, al momento, le aziende italiane si stanno muovendo in diverse direzioni, le principali sono:
- la progettazione di piattaforme digitali per la gestione dei servizi di welfare offerti;
- l’ampliamento del paniere di servizi usufruibili all’esterno del contesto lavorativo;
- l’introduzione di accordi territoriali o aziendali per convertire il premio di produzione in servizi di flexible benefit.
In particolare, l’aumento di servizi usufruibili non solo in azienda, ma anche nei pressi dell’abitazione delle persone è un segnale di come le aziende vogliano sempre più supportare l’integrazione vita privata-lavoro.
Esempi di Welfare aziendale: dalla teoria alla pratica
L’Osservatorio HR Innovation Practice, al fine di incentivare l’adozione di pratiche a supporto della gestione delle risorse umane, ha riportato alcune esperienze di successo tra le aziende italiane.
Tra queste figura il progetto di Banca Mediolanum, Cattolica Assicurazioni e Allianz Italia.
Il progetto “HOMEdiolanum Extra” di Banca Mediolanum consiste in un luogo digitale, realizzato durante la pandemia, nato per far fronte a molteplici obiettivi: principalmente per rafforzare la comunicazione interna, ma anche per creare momenti relazionali tra i colleghi al di fuori degli spazi aziendali, per ridefinire l’offerta di servizi e benefit per il benessere dei dipendenti e, infine, per favorire l’integrazione tra vita privata e quella lavorativa. Al fine di alleviare le difficoltà del lavoro da remoto forzato, la piattaforma propone attività in live streaming e on demand sul benessere alimentare, sociale, fisico e psicologico. Inoltre, per migliorare la comunicazione la banca ha poi implementato l’hub digitale “HOMEdiolanum”, che racchiude le interazioni della community aziendale, come Mediolanum TV. I risultati di queste iniziative hanno portato a un miglioramento del work-life balance, a una migliore relazioni tra i colleghi e all’aumento dell’engagement e del senso di appartenenza da parte dei lavoratori nei confronti dell’organizzazione.
“Prenditi cura di te”, invece, è un progetto di Cattolica Assicurazioni nato con l’obiettivo di riprogettare i servizi welfare per il benessere psico-fisico e il work-life balance dei dipendenti. All’interno di questa iniziativa è stata realizzata un app mobile che consente di accedere alle diverse strutture sportive affiliate in tutta Italia, permettendo ai lavoratori di dedicare del tempo per i propri interessi personali.
Il progetto "Allianz Expo 2016" di Allianz Italia è nato dall’esigenza di migliorare l’engagement, favorire la comunicazione trasversale e lo scambio virtuoso di stimoli e nuove pratiche all’interno dell’organizzazione. Al fine di promuovere esperienze di engagement, learning e idea generation è stata sviluppata una piattaforma multimediale in grado di unire elementi reali e digitali, che consente a ogni collaboratore di promuovere le proprie proposte innovative.
Welfare e Innovazione dei servizi HR: i migliori casi di successo in Italia
- Autore
Ricercatrice dell'Osservatorio HR Innovation Practice e dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano
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