Il PNRR, acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è il documento strategico che il Governo italiano ha predisposto per accedere ai fondi del programma Next generation EU (NGEU). Il 30 aprile 2021 l’Italia ha presentato alla Commissione Europea il PNRR. Il Piano, approvato il 13 luglio 2021, intende in sintesi:

  • rilanciare il Paese dopo la crisi pandemica, stimolando una transizione ecologica e digitale;
  • favorire un cambiamento strutturale dell’economia, a partire dal contrasto alle diseguaglianze di genere, territoriali e generazionali.

L’obiettivo principale del PNRR è quello di rilanciare la struttura economico-sociale del Paese. Per farlo si punta, in particolare, sulle leve della digitalizzazione, della transizione ecologica e dell’inclusione sociale.

In questa guida digitale sul PNRR, con l’aiuto della ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, illustreremo che cosa è il PNRR e cosa prevede. Approfondiremo, inoltre, quali sono le sei Missioni del PNRR e i principali interventi previsti negli ambiti economici, sociali e tecnologici interessati.

In questa pagina:

  • Che cosa è il PNRR
  • Quanti sono gli obiettivi del PNRR e la sua struttura
  • Quanto dura il PNRR, l'Iter Normativo
  • Quali sono i progetti del PNRR
  • Quali sono le sei missioni del PNRR
  • Quali settori beneficiano del PNRR
  • Quali sono gli interventi del PNRR: i Piano Strategici
  • Quali sono i progetti finanziati dal PNRR

Che cosa è il PNRR

Per capire meglio che cos'è il PNRR, partiamo da una sua definizione puntuale.

Il PNRR, approvato definitivamente il 13 luglio 2021, prevede una serie di investimenti e riforme in risposta alla crisi pandemica. Questo piano è previsto per l’arco temporale 2021-2026 e si inserisce in un quadro più ampio di fonti di finanziamento. Questi includono il Next Generation EU (investimenti e riforme UE a favore dell’innovazione ecologica e digitale, della formazione dei lavoratori e dell’equità), ma non solo. Vi sono anche finanziamenti della politica di coesione europea per il periodo 2021-2027, risorse ordinarie statali e risorse aggiuntive dedicate agli interventi complementari al PNRR.

Come vedremo più nel dettaglio, il PNRR prevede 134 investimenti (235 se si conteggiano i sub-investimenti) e 63 riforme. Inizialmente il totale dei fondi della Next Generation EU erano pari a 191 miliardi di euro; a seguito di un aggiornamento del PNRR i fondi complessivi sono stati stanziati più di 220 miliardi di euro.

Il Governo ha iniziato a mettere in atto il PNRR nella seconda metà del 2021 e dovrà completarlo e rendicontarlo entro la fine del 2026. Per supervisionare l’attuazione del PNRR il Governo in carica nel 2021 ha previsto un sistema di coordinamento che fa capo al Ministero dell’Economia, con strutture di valutazione e controllo create appositamente. Inoltre, si prevedono task force locali per aiutare le amministrazioni locali a migliorare le capacità di investimento e a semplificare le procedure.

Secondo l'Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, il 2022, per il PNRR, è stato l'anno cruciale per impostare al meglio le tante iniziative previste, pena la perdita di finanziamenti preziosissimi da parte della Commissione Europea.

Per concretizzare tutto il potenziale di trasformazione digitale associato al PNRR è, quindi, necessario “unire i puntini”, cioè, raccordare visioni, risorse e sforzi che – se non ben allineati – rischiano di far perdere tempo ed energie veramente cruciali in questa fase.

Il PNRR nel Next Generation EU (NGEU)

Per parlare di come si è arrivati alla nascita del PNRR, bisogna fare una premessa. Innanzitutto, la pandemia ha colpito l’Italia corroborando una crisi economica, sociale e ambientale già in atto. Ormai da prima del Covid-19, il nostro Paese arrancava rispetto alle altre nazioni europee avanzate. Il nostro Paese, infatti, si confrontava con problemi di produttività, un tessuto produttivo frammentato e una scarsa propensione all’adozione di nuove tecnologie. Tutto ciò sia nel settore privato che nella Pubblica Amministrazione.

Questo, però, non significa che l’Italia, senza il PNRR, sia condannata al declino: è qui che entra in gioco il Next Generation EU (NGEU), meglio noto in Italia con il nome di “Recovery Fund”. Tale programma dell’Unione Europea prevede una serie di fondi per risollevare le sorti degli Stati membri in seguito alla crisi provocata dalla pandemia. Per accedere ai fondi l’Italia, così come ciascun Stato membro, ha dovuto presentare il suo pacchetto di investimenti e riforme, vale a dire il PNRR, oggetto di questa guida.

Quanti sono gli obiettivi del PNRR e la sua struttura

La proposta del PNRR si concentra su tre obiettivi, detti anche assi di intervento, condivisi a livello europeo. Questi obiettivi sono:

  1. digitalizzazione e innovazione;
  2. transizione ecologica;
  3. inclusione sociale.

Il PNRR intende, infatti, affrontare le conseguenze immediate della crisi pandemica, ma non solo. Con il Piano, il Governo italiano mira a risolvere e sbrogliare i diversi nodi strutturali che hanno rallentato lo sviluppo economico e sociale del Paese negli ultimi trent'anni.In primis la scarsa dinamica degli investimenti e la debole capacità amministrativa del settore pubblico. In seconda battuta, anche a una serie di fattori strutturali quali disparità di reddito, di genere, generazionali e territoriali.

Stando alle stime contenute nello stesso PNRR, il Governo prevede entro il 2026 un aumento del PIL di 3,6 punti percentuali e un aumento dell’occupazione di 3,2 punti percentuali ottenuti grazie al Piano. Il Piano si struttura in quattro aree:

  • Obiettivi generali
  • Riforme e Missioni
  • Attuazione e monitoraggio
  • Valutazione dell’impatto macroeconomico

Quanto dura il PNRR

Abbiamo approfondito quali sono gli obiettivi, ma, esattamente, quanto dura il PNRR? Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato pensato per scandire gli investimenti per un arco di cinque anni. Il Governo italiano, infatti, ha iniziato a mettere in atto il PNRR nella seconda metà del 2021. Il Piano, poi, dovrà essere portato a compimento e rendicontato entro la fine del 2026.

L'iter normativo del PNRR

Maggio 2020 - Next Generation EU

I lavori di preparazione del PNRR sono iniziati il 27 maggio 2020, quando la Commissione europea ha proposto lo strumento Next Generation EU, oltre a un rafforzamento mirato del bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2021- 2027.

Aprile 2021 - Il PNRR in Parlamento

Il PNRR è stato predisposto garantendo un ampio coinvolgimento del settore privato, degli enti locali, delle parti sociali e delle forze produttive del Paese ed è stato presentato in via ufficiale dal Governo italiano il 30 aprile 2021, dopo un approfondito esame da parte del Parlamento.

Luglio 2021 - Il PNRR è approvato

Il 22 giugno 2021 la Commissione europea ha pubblicato la proposta di decisione di esecuzione del Consiglio relativa all'approvazione del PNRR dell'Italia, accompagnata da una dettagliata analisi del PNRR italiano. Il 13 luglio 2021 il PNRR dell'Italia è stato definitivamente approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio, che ha recepito la proposta di decisione della Commissione europea.

Febbraio 2023 - Revisione del PNRR

A seguito dell’insediamento del Governo Meloni nell’ottobre 2022, il 16 febbraio 2023 viene approvato un decreto-legge che apporta modifiche alla governance del PNRR. Spiccano, in particolar modo, la nascita dell’ufficio Struttura delle missioni PNRR, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, e l’Ispettorato generale per il PNRR, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

La Struttura delle missioni PNRR diventa il principale meccanismo operativo del Piano, assorbendo le responsabilità della segreteria tecnica e supportando l'autorità politica delegata nel fornire orientamenti e coordinare l'azione di Palazzo Chigi per l'attuazione generale del Piano. Inoltre, sostituisce MEF come intermediario con la Commissione europea per l’attuazione del PNRR.

L'Ispettorato generale per il PNRR, invece, sostituisce il Servizio Centrale dello Stato, continuando, quindi, a svolgere compiti di grande importanza per l'implementazione del Piano, come la responsabilità del fondo di rotazione, il monitoraggio e la gestione dei flussi finanziari.
Altre modifiche rilevanti riguardano la capacità amministrativa, che viene rafforzata, le procedure di attuazione, che vengono semplificate, e le modifiche relative alla struttura delle missioni, alle politiche di coesione e alla politica agricola comune.

Quali sono i progetti del PNRR

Ai fini della realizzazione delle Missioni e Riforme previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Italia è chiamata a gestire un ammontare di 223,91 miliardi di euro. Le Risorse derivano dai due fondi di Next Generation EU (NGEU) maggiori:

  • RRF (acronimo di Recovery and Resilience Facility), per 210,91 miliardi;
  • REACT-EU (acronimo di Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe, in italiano Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa), per 14,4 miliardi.
  • FNC (acronimo di Fondo nazionale per gli investimenti complementari), per 30,6 miliardi.

Le rate del PNRR, tra difficoltà di spesa e tempistiche

Ciascuna misura del PNRR ha, poi, diverse scadenze da rispettare. Queste sono a cadenza trimestrale, dal 2021 al 2026 (anno in cui è prevista la conclusione del Piano).

Dopo una rata di prefinanziamento erogata all’avvio del PNRR (avvenuta per l’Italia il 13 agosto 2021 per un valore totale di 24,9 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti), la Commissione Europea autorizza l'erogazione dei fondi agli Stati membri solo se milestone e target previsti risultano conseguiti in maniera soddisfacente.

Le milestone nel PNRR definiscono generalmente le fasi rilevanti di natura amministrativa e procedurale (come l’entrata in vigore del codice degli appalti pubblici). I target, invece, rappresentano i risultati attesi dagli interventi, ossia i traguardi quantitativi verificati tramite indicatori misurabili (come la digitalizzazione di 3,5 milioni di fascicoli giudiziari).

Il 13 aprile 2022, conseguentemente alla richiesta per il PNRR presentata dal Governo il 30 dicembre 2021 e alla sua valutazione positiva, la Commissione Europea ha versato all’Italia la prima rata semestrale. Il valore della prima rata è pari a 21 miliardi di euro.

A inizio luglio 2022, a seguito del raggiungimento dei 45 obiettivi previsti dal PNRR, è stata effettuata dal Governo la richiesta di pagamento della seconda rata. Approvata il 27 settembre 2022 dalla Commissione europea, dopo un mese, dal Comitato economico e finanziario. I fondi del PNRR previsti, che ammontavano a 21 miliardi di euro, sono stati erogati l’8 novembre, dopo il parere del Comitato

A dicembre 2022, l’Italia aveva completato circa il 18% delle milestone e dei target del proprio PNRR, per un totale di 55 obiettivi. Ciò ha fatto risultare il Paese come il più veloce d’Europa a completare gli interventi previsti in ambito di Trasformazione Digitale. Il 30 dicembre 2022 il nuovo Governo ha inviato alla Commissione la richiesta per la terza rata, per un valore totale di 19 miliardi di euro.

A seguito della revisione del PNRR da parte del Governo Meloni e dell’integrazione del REPowerEU, prevista originariamente per il 30 aprile, è passata al 31 agosto 2023.

Perché il PNRR è a rischio?

Nel caso in cui questi gli obiettivi del PNRR non vengano rispettati il rischio è di perdere le risorse messe a disposizione. Infatti, visti i ritardi di implementazione riscontrati alla verifica di fine 2022, la Commissione Europea non ha autorizzato nei tempi previsti l’erogazione della terza rata. Inoltre, le difficoltà legate ad alcune scadenze previste per giugno 2023 hanno portato l’esecutivo a non richiedere l’erogazione della quarta rata. Ciò ha fatto salire il conto dei pagamenti sospesi del PNRR italiano a 36 miliardi.

La Presidenza del Consiglio ha, quindi, deciso di avviare una procedura di revisione e rinegoziazione di tempi e importi del PNRR con la Commissione EU. A luglio 2023, il confronto è risultato in un accordo che prevede il versamento della terza rata entro la fine del 2023 e lo spostamento di 519 milioni di euro dalla terza alla quarta rata (che da 19 e 16 miliardi diventano rispettivamente di 18,5 e 16,5 miliardi).

Il principale oggetto di rimodulazione del PNRR ha riguardato gli studentati e la relativa modalità di misurazione dei posti letto, che da quantitativa diventa qualitativa (in origine, il PNRR prevedeva non meno di 7500 nuovi posti letto entro la fine del 2022. A oggi, invece, si valuteranno la pubblicazione delle gare e l’assegnazione delle concessioni necessarie per raggiungere il target di 60000 posti entro il 2026).

Tra le difficoltà, un ruolo importante è giocato dalle capacità di progettazione, spesa e rendicontazione dei vari soggetti attuatori del PNRR. L’ultima relazione sull’attuazione presentata in Parlamento, infatti, evidenzia come, il 56% delle risorse assegnate ai comuni in veste di soggetti attuatori, saranno spese in ritardo rispetto a quanto previsto, contro una media complessiva del 42%.

Le competenze progettuali necessarie a gestire i numerosi bandi del PNRR - ordinari e straordinari - sono tuttora disperse, particolarmente difficili da trovare nei piccoli comuni delle aree periferiche del Paese, dove il piano straordinario di assunzioni operato dai governi che si sono succeduti non ha sortito gli effetti sperati. I piccoli comuni rimangono, tuttavia, responsabili della progettazione di lavori fondamentali per la realizzazione delle misure previste dal Piano.

Tra gli altri ritardi nel PNRR vi è anche l’aumento dei costi energetici e delle materie prime sostenuto per la realizzazione delle opere infrastrutturali. Ciò ha messo a dura prova i già fragili bilanci comunali, tirando il freno alla spesa degli enti locali.

Queste sono solo alcune delle criticità che hanno comportato per diversi bandi ministeriali del PNRR la ricezione di un numero insufficiente di proposte progettuali da parte dei comuni. Non solo. Anche la necessità di prorogare i termini o di riaprire avvisi pubblici già chiusi.

È il caso di alcuni bandi del PNRR per la costruzione di nuovi asili nido e scuole per l’infanzia. L’aggiudicazione dei relativi contratti arriverà, infatti, in ritardo rispetto alle scadenze concordate.

Quali sono le sei missioni del PNRR

Andando più nel dettaglio, il PNRR si sviluppa lungo 16 Componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo. Tali componenti sono raggruppate in sei Missioni fondamentali.

Per ogni Missione del PNRR sono indicate le riforme necessarie a una più efficace realizzazione degli interventi. Sono 63 riforme in tutto, che possiamo suddividere nelle seguenti tipologie:

  • Riforme orizzontali (o di contesto), innovazioni strutturali dell’ordinamento volte a migliorare l’equità, l’efficienza, la competitività e il quadro economico del Paese;
  • Riforme abilitanti, funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati;
  • Riforme settoriali (contenute nelle singole Missioni), innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali;
  • Riforme concorrenti, cioè misure non comprese direttamente nel Piano, ma necessarie alla realizzazione degli obiettivi generali del PNRR (come, ad esempio, la riforma fiscale o il potenziamento del sistema di ammortizzatori sociali).

MISSIONE 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

L’obiettivo della Missione 1 del PNRR è quello di promuovere la transizione digitale nella PA, nelle infrastrutture di comunicazione e nel sistema produttivo, migliorare la competitività delle filiere industriali e rilanciare il turismo e la cultura.

MISSIONE 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica

L’obiettivo della Missione 2 del PNRR è quello di Incentivare la sostenibilità sociale ed economica, con interventi che coinvolgono aree come l’agricoltura, la gestione dei rifiuti, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e la biodiversità del territorio.

MISSIONE 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile

L’obiettivo della Missione 3 del PNRR è quello di Modernizzare e potenziare la rete ferroviaria (soprattutto nel Sud), ottimizzare e digitalizzare il trasporto aereo, garantire l’interoperabilità della piattaforma logistica nazionale per la rete dei porti.

MISSIONE 4 - Istruzione e ricerca

L’obiettivo della Missione 4 del PNRR è quello di Colmare le carenze nel sistema dell’istruzione lungo tutte le fasi del ciclo formativo, dall’asilo nido fino all’università, rafforzando i sistemi di ricerca e offrendo nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico.

MISSIONE 5 - Inclusione e coesione

L’obiettivo della Missione 5 del PNRR è quello di Investire nelle infrastrutture sociali, rafforzare le politiche attive del lavoro, sostenere l’alternanza scuola-lavoro e l’imprenditoria femminile, con attenzione alla protezione di individui fragili, famiglie e genitori.

MISSIONE 6 - Salute

L’obiettivo della Missione 6 del PNRR è quello di Rafforzare prevenzione e assistenza tramite l’integrazione tra servizi sanitari e sociali e la digitalizzazione del SSN, potenziare il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e la Telemedicina, promuovere la formazione del personale sanitario e la ricerca scientifica.

Quali settori beneficiano del PNRR

Il PNRR definisce obiettivi e interventi trasversali ai vari ambiti della sfera economica e sociale italiana. Dal Turismo alla Cultura, dall'Agricoltura alla Logistica, dall'Istruzione al Lavoro, dalla Sanità alla Pubblica Amministrazione. Minimo comun denominatore, all'interno delle Riforme e Missioni definite all'interno del Piano, è l'Innovazione Digitale.

Diamo qualche dato preciso su PNRR e Innovazione Digitale, attraverso i dati di ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale:

Il 26% del totale dei fondi europei NGEU è dedicato alla Trasformazione Digitale. In linea con la media europea, l’Italia ha destinato il 25% delle risorse del PNRR all’attuazione della propria Trasformazione Digitale. Si tratta di 48 miliardi di euro, di cui 40,7 previsti per gli interventi della Missione 1 e i restanti suddivisi nelle altre cinque Missioni di cui si compone il Piano. Una parte importante di questi fondi (circa il 32%) è destinata all’eGovernment, con interventi chiave come la digitalizzazione dei servizi pubblici offerti dalle PA locali e centrali, l’innovazione dei processi interni della PA e del sistema giudiziario; un’altra area di spesa importante (27% dei fondi per il digitale) è quella destinata alla digitalizzazione delle imprese, con crediti di imposta messi a disposizione per gli investimenti in beni strumentali, innovazione aziendale e formazione del personale, superando lo strumento dell’iper-ammortamento del piano Industria 4.0.

Dunque, le tecnologie digitali sono centrali nella visione del PNRR e il loro sviluppo è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di produttività e occupazione stimati in precedenza.

In questo contesto è, quindi, interessante capire quale possa essere la reale spinta innovativa del PNRR, sia a livello tecnologico che a livello economico-sociale. Con l'aiuto dei team di Ricerca degli Osservatori Digital Innovation abbiamo perciò sviscerato le singole Componenti e Riforme distribuite all'interno delle Missioni, così da fornire un focus per ogni ambito tecnologico ed economico impattato dal Piano.

Quali sono gli interventi del PNRR: i Piano Strategici

Per attuare al meglio la Trasformazione Digitale, il PNRR prevede diversi piani strategici. Vediamo nei paragrafi successivi, quali sono questi cinque piani strategici.

Piano Triennale per l'informatica nella PA

Il primo piano strategico del PNRR è il Piano Triennale per l’Informatica nella PA. Questo indica le linee di azione per promuovere la trasformazione digitale del settore pubblico e del Paese. Secondo il modello previsto dal PNRR, centralmente sono realizzate le piattaforme che dovrebbero abilitare la digitalizzazione dei processi pubblici mentre le PA sviluppano servizi secondo le proprie specificità, utilizzando competenze interne o di mercato. Il PNRR prevede aggiornamenti annuali che traguardano i successivi tre anni.

Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD)

Il Codice dell’Amministrazione Digitale, noto anche con l’acronimo CAD è un testo unico che costituisce un corpo organico di disposizioni. Esso presiede all’uso dell’informatica come strumento privilegiato nei rapporti tra la PA e cittadini italiani.

Strategia Nazionale per le Competenze Digitali

Questa è la prima strategia globale del PNRR sul tema delle competenze digitali in Italia, adottata per la prima volta nell’agosto 2020. La regia è affidata al Comitato Tecnico Guida di Repubblica Digitale, coordinato dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale. Quattro sono gli assi di intervento:

  1. Istruzione e Formazione Superiore;
  2. Forza lavoro attiva;
  3. Competenze specialistiche ICT;
  4. Cittadini. 

Obiettivi di questa Strategia del PNRR sono:

  • eliminare il gap con gli altri Paesi europei;
  • abbattere il digital divide tra varie aree del nostro territorio nazionale.

Programma Strategico per l'intelligenza Artificiale

Un terzo piano strategico del PNRR è il Programma Strategico per l'intelligenza Artificiale. In linea con la Strategia Europea, il Programma delinea 24 politiche da implementare nei prossimi tre anni per potenziare il sistema IA in Italia.

Ciò attraverso la creazione e il potenziamento di competenze, ricerca, programmi di sviluppo e applicazioni dell’IA. Queste politiche hanno l’obiettivo di rendere l’Italia un centro sull’IA competitivo a livello globale, rafforzando la ricerca e incentivando il trasferimento tecnologico.

Codice dei Contratti Pubblici

Il PNRR non regola solo le ultime tecnologie e innovazioni. Infatti, il Codice dei Contratti Pubblici, è una legge italiana emanata con decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. Essa regola la materia degli appalti pubblici di lavori, forniture, servizi e concessioni, e dei relativi contratti pubblici. Essendo un codice, specie su una materia soggetta a continua evoluzione, è un testo normativo periodicamente aggiornato.

Con l’emanazione del Decreto Legislativo 31 marzo 2023, n. 36, efficace dal 1° luglio 2023, il testo è stato rinnovato, con importanti novità introdotte sia in materia amministrativa (in particolare, con l’introduzione del principio della fiducia) che negli aspetti tecnologici e di processo, ad esempio con la digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dei contratti pubblici.

Quali sono i progetti finanziati dal PNRR

Il PNRR è un ambizioso programma strategico per l'Italia che affronta molteplici sfide e opportunità nei diversi settori dell'economia. La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è un punto centrale, con investimenti mirati alla migrazione al Cloud e al potenziamento delle competenze digitali.

La Sanità, i Beni Culturali, il Turismo, il Settore Primario, il Lavoro, l'identità digitale, la Space Economy, la Supply Chain Finance, la Logistica, gli Smart Building e le Smart City sono tutti settori coinvolti, con obiettivi di innovazione, sostenibilità e sviluppo tecnologico. Il PNRR rappresenta una preziosa occasione per la crescita e il progresso del Paese.

PNRR e Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la Pubblica Amministrazione riveste un ruolo di primo piano nella sua attuazione. Il 60% delle risorse associate al Piano sono destinate a:

  • PA centrali (ad esempio INPS);
  • PA locali (ad esempio Comuni);
  • Imprese pubbliche (es. Trenitalia).

Tutte le risorse del PNRR, infatti, sono gestite da Ministeri o Dipartimenti della Presidenza del Consiglio, ergo PA.

Un’altra cosa però è molto più evidente di tutte: il PNRR dedica alla PA un'intera componente della Missione 1, quella appunto intitolata alla Transizione digitale delle PA. In questo ambito sono previste diverse riforme e investimenti volte a portare a compimento molte iniziative già avviate con il Piano Triennale e ad accelerare su alcuni fronti storicamente carenti (migrazione Cloud dei servizi pubblici, competenze digitali e semplificazione dei processi amministrativi e giudiziari).

PNRR e Cloud per le PA italiane

Il Governo italiano, nel PNRR, ha definito per il 2026 che il 75% delle PA abbia i propri dati in Cloud. Si tratta di un obiettivo certamente ambizioso, ma il PNRR ha accelerato diversi fattori che avrebbero richiesto anni e che, invece, sono stati attuati in pochi mesi.

La migrazione in Cloud prevista dal PNRR per migliaia di PA, rappresenta ben due dei 134 investimenti previsti dal PNRR. Il primo è dedicato alla creazione del PSN e alla migrazione al Cloud di PA centrali e aziende sanitarie. Il secondo è dedicato alla migrazione al Cloud delle PA locali. Tuttavia, ci sono anche altre risorse del PNRR connesse al Cloud, riguardanti ad esempio il tema dei dati, dell’interoperabilità e della cybersecurity.

Cosa prevede il PNRR per la sanità

La Missione 6 del PNRR dedica al tema della Salute e Sanità un ampio capitolo di riforme e investimenti volti in particolare, per rafforzare e sviluppare le reti e i presidi territoriali, ma non solo. Punta anche a rafforzare le competenze digitali nel rapporto medico-paziente e il ricorso a strumenti quali il Fascicolo Sanitario Elettronico e la Telemedicina.

Questi progetti del PNRR sono un unicum nella storia degli investimenti e del cambiamento della Sanità Italiana. Un’opportunità da non perdere e sfruttare al meglio per innovare il Sistema Sanitario Nazionale.

PNRR e Beni Culturali

Nella Missione 1 del PNRR parte dei fondi è dedicata ai Beni Culturali, grazie ai quali è possibile investire nel settore in progetti di conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio.

Fondamentale, però, nel PNRR è l’impostazione di una strategia di innovazione e l’adozione di una visione sistemica di tali progetti. Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale per la Cultura la capacità di fare innovazione delle istituzioni, in particolare musei e teatri, si concentra su trasformazione digitale, accessibilità e sostenibilità.

Cosa prevede il PNRR per il turismo

Tra i numerosi settori economici coinvolti dal PNRR, il turismo costituisce una delle principali aree di intervento, con investimenti volti a migliorare le strutture, i servizi e l’offerta.

La Missione 1, incentrata sul tema della transizione digitale del sistema produttivo italiano, mira a rilanciare il turismo e la cultura tramite l’assegnazione di 2,4 miliardi di euro. Digitalizzazione, competitività e transizione verde: questi i principali obiettivi perseguiti dal PNRR.

Cosa prevede il PNRR per l'agricoltura

Tra i provvedimenti del PNRR, nella Missione 2 è incluso lo stanziamento di 5,2 miliardi di euro per il comparto agricolo a sostegno dell’innovazione tecnologica.

In primo luogo, il PNRR prevede un ammodernamento nel comparto della meccanica agricola, trainante per il mercato dell’Agricoltura 4.0. A questo si aggiungono provvedimenti per l’innovazione tecnologica del comparto, una trasformazione che potrebbe fare la differenza per tutti gli attori coinvolti nella filiera agroalimentare.

PNRR e Lavoro

Sono diversi gli interventi del PNRR che incidono in modo energico sul mercato del lavoro e impattano direttamente o indirettamente la gestione delle risorse umane.

Tre in particolare gli aspetti che saranno maggiormente impattati dal PNRR:

  • i processi di selezione e formazione dei dipendenti nella Pubblica Amministrazione;
  • lo sviluppo di competenze digitali necessarie per sostenere la transizione verde e digitale;
  • la riforma delle politiche attive del lavoro e della formazione professionale.

PNRR e Identità Digitale

Nella Missione 1 dedicata a transizione digitale e competitività, il PNRR prevede un’offerta integrata di servizi digitali mirati. Questi serviranno per ottimizzare i processi e ridurre i tempi della Pubblica Amministrazione e semplificare la vita di cittadini, imprese ed enti.

In relazione all’identità digitale il PNRResplicita la volontà di rafforzare il sistema partendo da piattaforme esistenti (SPID e CIE), per poi convergere verso una nuova soluzione con una migliore user experience e che offra una maggiore accessibilità ai servizi digitali.

PNRR e Startup

Anche l’ecosistema delle startup è coinvolto dal piano PNRR, seppur in maniera limitata. Nel PNRR vi sono diverse Missioni e Investimenti in riferimento alle startup, ma sono presenti anche altri interventi che, seppure non esplicitamente, potrebbero permettergli di beneficiare di ulteriori fondi.

Tuttavia, nemmeno la metà è a conoscenza degli interventi del PNRR a loro diretti. È un importante segnale d’allarme per le istituzioni, sia perché potrebbe essere necessaria una maggiore trasparenza nella comunicazione, sia perché potrebbe significare che le attuali misure del PNRR non siano impattanti per l’ecosistema del settore.

PNRR e Space Economy

All'interno delle Missione 1 del PNRR sono stati destinati 1,49 miliardi di euro dedicati alla Space Economy, il nuovo fenomeno di frontiera in cui si combinano le tecnologie spaziali e digitali per sviluppare opportunità tecnologie e di business.

L'economia dello spazio abbraccia in realtà diverse missioni del PNRR. Ad esempio, le tecnologie spaziali possono contribuire significativamente alla Rivoluzione verde e transizione ecologica auspicata nella Missione 2 e, inoltre, possono trovare risorse anche all’interno della Missione 4, dedicata all’Istruzione e alla Ricerca.

PNRR e Supply Chain Finance

Scandagliando le missioni 1, 2 e 3 del PNRR troviamo interessanti opportunità per il mercato del Supply Chain Finance, l’insieme delle soluzioni innovative che consentono a un’impresa di finanziare il proprio Capitale Circolante.

A beneficiare dei provvedimenti del PNRR, in particolare, tre soluzioni: Equipment Finance, Cessione Crediti Fiscali e Deep Tier Finance. Per far sì che questo accada, però, occorre che una serie di riforme previste dal Piano siano effettivamente implementate come da programma.

PNRR e Contract Logistics

Il PNRR offre un'opportunità di sviluppo anche per la Contract Logistics in ottica sostenibile e digitale. Tuttavia, non esiste una singola Missione o un Ministero che racchiuda i fondi dedicati a questo settore.

Una parte, riguardante però il trasporto di persone, è stata affidata al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità; altri fondi per la Logistica sono stati affidati al Ministero della Transizione Ecologica Sostenibile, al Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale e, infine, al Ministero dello Sviluppo Economico.

PNRR e Smart Building

Per essere al passo con il resto dell’Europa, il PNRR prevede di equipaggiare sempre più infrastrutture, in ambito pubblico e privato, con alti livelli di connettività, sfruttando le funzionalità di altre applicazioni tecnologiche, tra cui i sistemi basati sull’IoT, l’Internet of Things.

Non solo sensoristica avanzata applicata ai processi produttivi, alla mobilità o alla logistica, ma interi ecosistemi connessi all’interno di abitazioni private e edifici pubblici. Trasformare queste strutture in veri e propri Smart Building (scuole, cinema, teatri) è l’obiettivo del PNRR attraverso i fondi della Missione 1.

PNRR e Smart City

Il PNRR anche per la Smart City. Dall’efficienza energetica alla mobilità sostenibile, dalla sicurezza alla riqualificazione degli spazi urbani, fino alla digitalizzazione degli enti locali alla Smart Mobility: di pari passo con lo Smart Building, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza permea in maniera trasversale anche il tema Smart City.

Gli ambiti applicativi del Piano che rientrano nella sfera di influenza delle città intelligenti sono tanti e il potenziale degli interventi è alto. Elementi di Smart City sono presenti in almeno tre delle sei Missioni previste del PNRR, in particolar modo nella Missione 5, in cui si parla di Piani Urbani Integrati, ma non solo.

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PROGRAMMA TEMATICO

Agenda Digitale e Innovazione nelle PA

La digitalizzazione è un processo in grande fermento. Alla luce del PNRR, l'Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano offre un’occasione unica a tutti i professionisti del settore (imprenditori, consulenti, manager, responsabili dell’innovazione) per comprendere lo stato di attuazione delle politiche digitali e i fattori critici che rallentano la digitalizzazione del sistema Paese: un percorso di Webinar che puoi seguire in diretta e/o On Demand.

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