Il tema Smart City (o “città intelligente”) permea in maniera trasversale gran parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il documento strategico che il Governo italiano ha predisposto per illustrare alla Commissione Europea come intende investire i fondi del programma Next Generation EU. Efficienza energetica, mobilità, sicurezza, riqualificazione degli spazi urbani, digitalizzazione degli enti locali, sono tutti ambiti applicativi del PNRR e delle sue Missioni relative alla Smart City, e rappresentano tutti una grande opportunità per lo sviluppo di progetti nel nostro Paese.
In questo articolo, realizzato dall’Osservatorio Smart City della POLIMI School of Management, scopriamo quali sono le Missioni e i finanziamenti per la Smart City previste dal Piano, insieme alle principali criticità riscontrate dai comuni.
Smart City, Missioni e finanziamenti del PNRR per la città intelligente
Il PNRR prevede in tutto 134 investimenti (235 se si conteggiano i sub-investimenti) e 63 riforme da realizzare dal 2021 al 2026 grazie a circa 200 miliardi di euro. Il Piano è caratterizzato da 16 componenti raggruppate in 6 Missioni. Di queste, 3 sono le Missioni in cui sono presenti elementi e obiettivi riconducibili al tema PNRR e Smart City:
- la Missione 5di Inclusione e Coesione con investimenti in Rigenerazione Urbana, tra cui spicca la riforma dei Piani Urbani Integrati;
- la Missione 1di Digitalizzazione che promuove, tra le altre cose, progetti di Mobility as a Service (MaaS);
- la Missione 2di Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, nel quale si articolano diverse soluzioni ascrivibili, direttamente o indirettamente, nella rete di interventi abilitati dalle Smart City e digitalizzazione del territorio.
PNRR, la Missione 5: Smart City e Piani Urbani Integrati per una città innovativa, inclusiva e sostenibile
Tra i 9 miliardi di euro destinati alla Rigenerazione Urbana del PNRR, 900 milioni di euro sono dedicati ai Piani Urbani Integrati. A questi di aggiungono ulteriori 210 milioni di euro finanziati dal Piano Complementare.
L’obiettivo di questi fondi è quello di trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili, attraverso progetti di pianificazione urbanistica partecipata. Inoltre, questi interventi mirano a promuovere sinergie di pianificazione tra Città Metropolitane e comuni limitrofi più piccoli, per creare un tessuto urbano ed extra-urbano più omogeneo e colmare deficit infrastrutturali e di mobilità.
Progetti di Smart City o Smart Land condivisi semplificherebbero le interazioni e lo scambio di informazioni all’interno del network, aumentandone l’impatto su territorio, livelli di innovazione e qualità di vita dei cittadini.
Infine, altri fondi di Rigenerazione Urbana del PNRR (pari a 2,8 miliardi di euro), sono stati stanziati per il Programma innovativo della qualità dell’abitare, che ha tra i vari scopi anche quello di utilizzare modelli e strumenti innovativi per la gestione, l'inclusione e il benessere urbano.
PNRR, Missione 1: Mobility as a Service e sistemi integrati di trasporto urbano
Tra i 2 miliardi di euro per Servizi digitali e cittadinanza digitale presenti nella Missione 1 del PNRR, troviamo anche una nota dedicata al “Mobility as a Service” (MaaS) come nuova modalità di trasporto integrato da sperimentare nelle Città Metropolitane.
La Mobility as a Service è un’iniziativa volta a realizzare un sistema di mobilità sostenibile, che prevede l’integrazione di diverse modalità di trasporto attraverso un unico canale digitale, agevolando gli spostamenti nei centri urbani. A tal proposito, sono stati avviati dei lavori nelle città leader del progetto (Milano, Roma e Napoli), e sono stati allocati dei fondi aggiuntivi per coinvolgere anche le Regioni, in un’ottica di mobilità integrata diffusa sul territorio.
PNRR, Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica nei centri urbani
I progetti in Missione 2 del PNRR hanno un respiro applicativo molto più ampio della dimensione urbana. Ad esempio, troviamo circa 2,2 miliardi di euro destinati allo sviluppo di comunità energetiche, alla produzione di energie rinnovabili e alla promozione dell’autoconsumo, mentre 6 miliardi sono indirizzati alla resilienza e alla valorizzazione del territorio, anche attraverso opere di efficientamento energetico.
Tra altri interventi di digitalizzazione delle infrastrutture previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), troviamo 4 miliardi di euro per Smart Grid e rafforzamento della rete di distribuzione elettrica in chiave digitale e flessibile, in cui le città possono essere coinvolte abilitando la transizione dei consumi energetici verso l’elettrico. Il monitoraggio del territorio è un ulteriore ambito applicativo in cui c’è spazio per progetti urbani (e non solo) smart, in particolare per migliorare la capacità previsionale sul cambiamento climatico e prevenirne gli effetti sulla vulnerabilità del territorio, adottando misure tecnologiche e innovative per gestire i rischi, aumentare la resilienza dei Comuni ed efficientare il sistema idrico.
PNRR per la Smart City, è possibile?
Le opportunità di intervento del PNRR per le Smart City sono quindi molteplici. Il rischio è che, con le tempistiche ristrette per realizzare il Piano, le risorse non trovino l’impiego più efficace per raggiungere gli obiettivi iniziali. Un’altra problematica da non sottovalutare è la mancanza di personale, amministrativo e tecnico, per seguire i progetti dedicati alla Smart City, dall’uscita del bando alla sua implementazione. Una mancanza che impatta negativamente su tempi di esecuzione e risultati degli interventi incentivati dal PNRR.
Sviluppare un’ottima visione di insieme degli interventi da attuare e delle scadenze imposte dal Piano, così come riuscire a fare sistema con gli attori (anche privati) del mercato Smart City, sono qualità quanto mai necessarie per sfruttare a pieno le opportunità per rendere “Smart” le nostre città.
PNRR, le ultime novità per le Smart City
Al di là degli obiettivi conclamati, un possibile cambio di passo nei prossimi anni potrebbe essere costituito dai finanziamenti del PNRR per Smart City messi a disposizione anche agli enti locali. Allo stesso tempo, però, il Piano rischia di essere una vera e propria “lama a doppio taglio” per i comuni italiani. È indubbio che gli investimenti e le riforme previste possono abilitare molte progettualità per rendere più smart i nostri territori (come per la transizione ecologica o il Piano Italia 5G). Tuttavia, il PNRR richiede molte risorse per realizzare i progetti e questo vincola i comuni nel predisporne di altri con un elevato livello di “smartness”, a causa dell’esiguo personale rimanente a disposizione.
Nel 2023 il mercato Smart City in Italia è cresciuto meno significativamente rispetto al 2022 (+11% vs. +23%), raggiungendo quota 1 miliardo di euro. Tale rallentamento è attribuibile proprio al Piano.
La situazione è ulteriormente peggiorata anche a seguito della pubblicazione del REPowerEU,il documento presentato dalla Commissione Europea per porre fine alla dipendenza dell’Ue dai combustibili fossili della Russia e affrontare la crisi climatica attraverso fonti energetiche alternative. L’attuazione del REPowerEU ha fatto sì che diversi interventi contenuti nella Missione 5 – tra cui i Piani Urbani Integrati e i progetti di rigenerazione urbana – siano stati in parte svincolati dai finanziamenti del Next Generation EU, diminuendo così di fatto i finanziamenti previsti dal PNRR per le Smart City.
- Autore
Direttore dell'Osservatorio Smart City e ricercatore dell'Osservatorio Innovative Payments.
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