Maas, cos’è e come funziona il Mobility as a Service

Aggiornato il / Creato il / Di Giulio Salvadori

La Smart Mobility  sta trasformando radicalmente il modo in cui ci spostiamo nelle città, introducendo nuove soluzioni per rendere i trasporti più sostenibili, accessibili ed efficienti. Dalle piattaforme di car sharing e bike sharing, ai servizi di ridesharing collaborativo - e tanto altro - la mobilità urbana si sta adattando alle esigenze di una società in continua evoluzione. In questo contesto di innovazione, sta emergendo un concetto ancora più integrato: il Mobility as a Service (MaaS).

Nato dall’idea di unire vari servizi di trasporto in un’unica piattaforma digitale, il MaaS propone un approccio più flessibile e personalizzabile alla mobilità, orientato all'utente. Le prime sperimentazioni di MaaS sono nate in Europa, in particolare in Scandinavia, e stanno rapidamente guadagnando terreno in molte città del mondo, dove si cerca di migliorare l'efficienza del trasporto pubblico e ridurre la dipendenza dai veicoli privati. In questo articolo, a cura dell’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility della POLIMI School of Management, scopriamo nel dettaglio cosa sia il MaaS, quali benefici può portare alle comunità e lo stato dei progetti in Italia.

Cos'è e come funziona il MaaS

Il Maas, acronimo di “Mobilisty as a Service”, è un nuovo approccio per l’erogazione di servizi di trasporto che garantisce l’utilizzo personalizzato di un bundle di trasporti pubblici e privati: treni, bus, taxi, car/bike/scootersharing e altro, utilizzabili illimitatamente con un unico abbonamento, solitamente attraverso un’App.

Si tratta fondamentalmente di un nuovo concetto di mobilità urbana, che prevede l’integrazione di molteplici servizi di trasporto, pubblici e privati, accessibili dagli utenti attraverso un unico canale digitale. I servizi sono operati attraverso piattaforme che permettono di programmare, prenotare e gestire un viaggio multimodale e anche effettuare il pagamento unificato dei servizi.

All’interno dell’iniziativa, che ha visto la luce nel nostro paese già nel 2021, vengono impiegate piattaforme digitali di intermediazione che abiliteranno diverse funzionalità, quali informazione, programmazione e prenotazione di viaggi, pagamento unificato dei servizi, operazioni post-viaggio, capaci di rispondere in modo personalizzato a numerose esigenze di mobilità. Oltre a fornire un servizio diretto ai cittadini, il MaaS è utile anche alla condivisione dei dati di mobilità, al loro riutilizzo e all’interoperabilità dei sistemi di trasporto. In altre parole, un modello di Smart Mobility inclusivo e sostenibile, che libera i cittadini dal peso economico del “possesso” di una vettura e che favorisce lo sviluppo di una più capillare e diffusa economia digitale dei servizi. 

Smart Mobility e MaaS4Italy: i benefici per i comuni italiani 

Ma qual è oggi il punto di vista dei comuni italiani su queste tematiche? Il tema Smart Mobility continua ad essere centrale per i comuni:

secondo i risultati della Ricerca condotta dall’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility, più di 8 comuni su 10 (83%) con popolazione superiore ai 15.000 abitanti lo considerano rilevante o fondamentale. Coerentemente, si diffondono le iniziative per la Smart Mobility: i comuni che hanno avviato progetti passano dal 33% nel 2021 al 50% nel 2022 e al 53% nel 2023. Complessivamente poco più di 3 comuni su 4 (77%) hanno avviato almeno un progetto nel triennio 2021-2023, con mobilità elettrica (88%) e sharing mobility (72%). 

Oltre però a questi servizi già molto diffusi, il quadro che emerge suggerisce un interesse crescente da parte dei comuni italiani verso investimenti in tecnologie e soluzioni avanzate per la mobilità.

Tra queste una delle più adottate è proprio la Mobility as a Service (MaaS, 16%). Su 52 progetti MaaS attivati a livello globale, emerge un incremento significativo di questo genere di iniziative in particolare dal 2018 al 2020 (+280% vs 2015-17), con un ulteriore consolidamento nell’ultimo triennio 2021-23 (+47% vs 2018-20).

In Italia, l'attenzione dei comuni è rivolta all’attivazione di diverse sperimentazioni in questo ambito, anche grazie a 16 ulteriori milioni di stanziamenti del PNRR  dedicati al progetto “MaaS4Italy” nel 2023. I servizi di mobilità integrata più richiesti dai consumatori sono il trasporto pubblico, le soluzioni per il parcheggio e il car sharing.

I limiti alla diffusione della Smart Mobility e del Maas4Italy

Ma quali sono oggi le barriere e le sfide da affrontare? In linea con quanto emerso negli scorsi anni, la mancanza di risorse economiche e di competenze si confermano le principali barriere all’avvio dei progetti Smart Mobility. Queste due problematiche continuano a ricoprire il primo e secondo posto in graduatoria: più di 3 comuni su 5 (68%) indicano la mancanza di risorse economiche come l’ostacolo principale, seguito dalla scarsa conoscenza (61%), riscontrata soprattutto nei piccoli centri urbani (72%).

Tuttavia, ci sono ancora numerosi ostacoli che rallentano l’ottenimento dei risultati auspicati dall’iniziativa MaaS4Italy. In primo luogo, lo sviluppo della piattaforma nazionale "Data Sharing and Service Repository Facilities" (DS&SRF): non è ancora del tutto operativa ed emergono diverse difficoltà di integrazione tra gli attori coinvolti, con ricadute negative in termini di bassi livelli di interoperabilità e multimodalità offerti dalla piattaforma stessa. In secondo luogo, la domanda per questo genere di soluzioni è in realtà ancora molto ridotta, nonostante gli incentivi previsti per determinate classi di utenti in alcune sperimentazioni (ad esempio, per gli studenti pendolari). È quindi necessario uno sforzo concreto da parte dei Comuni e degli operatori coinvolti nel comunicare in maniera più efficace i benefici ottenibili.

  • Autore

Direttore dell'Osservatorio Internet of Things e dell'Osservatorio Connected Vehicle & Mobility del Politecnico di Milano