eCall obbligatorio: come funziona la chiamata di emergenza e come abilita l'auto connessa

Aggiornato il / Creato il / Di Giulio Salvadori

Quello delle Smart Car è uno degli ambiti applicativi dell’Internet of Things (IoT) più maturi in Italia. Merito soprattutto dell’obbligo normativo legato all’eCall (abbreviazione di Emergency Call, ossia chiamata di emergenza) e al conseguente aumento delle auto nativamente connesse.

 

eCall obbligatorio in auto: cosa prevede la normativa sulla chiamata di emerganza

La normativa eCall prevede infatti che entro il 31 marzo 2018 tutti i nuovi modelli di auto e furgoni leggeri siano in grado di allertare automaticamente i servizi di soccorso in caso di incidente.

Il sistema di eCall si attiva automaticamente non appena i sensori del veicolo rilevano un urto grave. Una volta attivato, compone in modalità automatica il numero di emergenza europeo 112, stabilisce un collegamento telefonico con il centralino di emergenza e invia ai servizi di soccorso i dati relativi all’incidente, compreso l’orario in cui è avvenuto, la posizione esatta del veicolo incidentato e la direzione di marcia (elemento di estrema importanza sulle autostrade e nei tunnel).

Come funziona la chiamata di emergenza in auto

La chiamata di emergenza può essere attivata anche in modo manuale, con i medesimi effetti, tramite un apposito pulsante. Ciò è utile, ad esempio, nel caso si sia testimoni di un incidente. Indipendentemente dal modo in cui viene attivata l'eCall, oltre alla trasmissione dei dati verrà comunque stabilita anche una connessione vocale tra il veicolo e il centro di soccorso. In questo modo, qualsiasi passeggero dell'auto incidentata che sia in grado di rispondere alle domande potrà fornire al centro di soccorso ulteriori dettagli sull'incidente.

eCall obbligatorio: una spinta al mercato dell'auto connessa

La normativa relativa all’eCall obbligatoria è stata approvata dal Parlamento Europeo nel 2015 e i costruttori hanno quindi avuto tre anni per adattare la loro produzione e renderla a norma di legge.

In questo periodo non si è certo perso tempo e in molti casi il mercato sembra aver ormai addirittura “superato” l’obbligo normativo: a fine 2021 il 47% dei nuovi veicoli immatricolati era già stato dotato di sistema di connessione in fase di produzione, e molte case automobilistiche offrivano servizi abilitati dalla connettività che vanno al di là della sola chiamata di emergenza (ad esempio la manutenzione predittiva basata sul monitoraggio del funzionamento dei componenti, o la fornitura di consigli per ridurre il consumo di carburante).

Per rendere l’offerta più attrattiva e al contempo accessibile a tutti si sta lavorando anche sui piani tariffari associati all’auto connessa, con l’obiettivo di personalizzarli sulla base delle esigenze dei consumatori, facendo variare il prezzo a seconda dell’utilizzo (pay per use).

 

Auto sempre più intelligenti: dopo la chiamata di emergenza anche gli Smart Speaker

Non solo: il connubio tra automotive e nuove tecnologie smart in grado di attivare servizi innovativi è stato uno dei principali fattori della crescita del mercato delle auto intelligenti degli ultimi anni.

Google e Amazon, dopo l’ingresso nel mercato della Smart Home (rispettivamente con Amazon Echo e Google Home), hanno puntato con decisione a quello dell’auto attraverso un approccio simile, che ha visto gli assistenti vocali Google Assistant e Amazon Alexa al centro della strategia dei due colossi. L’obiettivo di questi smart speaker è stato fin da subito quello di offrire agli utenti la possibilità di gestire tutto tramite la voce: dalle indicazioni stradali alle informazioni sulla situazione del traffico, fino alla gestione della musica e dell’entertainment a bordo veicolo.

La grande novità è che l’assistente vocale accompagna l’utente sia quanto è a casa che quando è in macchina, rendendo disponibile la tecnologia direttamente nell’abitacolo, senza che sia necessario utilizzare lo smartphone.

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  • Autore

Direttore dell'Osservatorio Internet of Things e dell'Osservatorio Connected Car & Mobility del Politecnico di Milano