La mobilità sta entrando in una nuova fase: l’era della Smart Mobility. Alimentati dall’economia della condivisione e dalle tecnologie digitali, stanno emergendo nuovi modelli di spostamento che rivoluzionano il nostro modo di muoverci in città. Dalle piattaforme di ride sharing e servizi on demand fino ai programmi di car e bike sharing, le soluzioni di Smart Mobility sono numerose e diversificate. Un nuovo approccio pensato per rendere gli spostamenti più efficienti, sostenibili e integrati grazie all’uso di tecnologie innovative.
In questo articolo, grazie alle ricerche dell’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility della POLIMI School of Management, esploriamo le principali soluzioni di mobilità intelligente che stanno trasformando le città e il modo in cui ci muoviamo.
Smart Mobility, definizione e caratteristiche
L’espressione Smart Mobility (o mobilità “intelligente”) indica una mobilità urbana innovativa e integrante più modalità di trasporto, con l’obiettivo di garantire la massima efficienza di spostamento, flessibilità, sicurezza e convenienza. Esempi di mobilità intelligente sono il car sharing, il bike sharing, la gestione del traffico e dei parcheggi, la mobilità elettrica, l’ottimizzazione del trasporto pubblico e privato e il last-mile delivery (gestione del trasporto merci con riferimento all’ultimo tratto della catena logistica).
Attraverso l’integrazione delle tecnologie digitali con trasporti pubblici, infrastrutture urbane e mezzi di sharing, la Smart Mobility nasce con l’obiettivo di creare flussi intelligenti e senza interruzioni, diminuendo così traffico e inquinamento, rafforzando, allo stesso tempo, le economie di scala in grado di promuovere una mobilità accessibile a tutti.
Se inserita in un contesto di Smart City (o città intelligente), può anche contribuire fortemente all’innalzamento dei livelli di sostenibilità, vivibilità e sviluppo economico di una città.
Le applicazioni della Smart Mobility
Numerose sono le applicazioni della Smart Mobility. Tra le principali emergono:
Gestione dei parcheggi
Il monitoraggio dell’occupazione dei parcheggi, nonché della durata delle soste e l’invio di informazioni all’utente permette di ottimizzare il tempo dedicato alla ricerca di posteggi.
Gestione del traffico
Il controllo e la misurazione del flusso del traffico, e il relativo utilizzo dei dati ricavati dalle infrastrutture e dalle Smart Car presenti, permette di evitare ingorghi, di gestire il sistema regolatore dei semafori della città e di regolare gli accessi alle aree a traffico limitato.
Mobilità elettrica
I servizi di mobilità elettrica non solo consentono a cittadini e aziende di Sharing Mobility di ricaricare i propri veicoli elettrici, ma includono anche soluzioni per potenziare l’autonomia delle auto.
Sharing Mobility e Micromobilità
I servizi di condivisione temporanea comprendono sia il noleggio di auto, conosciuto come car sharing, sia di micromobilità, che include l’uso di scooter, monopattini elettrici e biciclette, utilizzabili tramite piattaforme web offerte da aziende oppure da privati La micromobilità, in particolare, offre la possibilità di risparmiare su diversi costi di esercizio (legati all’assicurazione, al carburante, per esempio) e permettono di diminuire le emissioni, riducendo l’impatto sull’ambiente. Gli ecoincentivi, che in passato avevano influito maggiormente sulla scelta di questi servizi, costituiscono solo un motivo marginale per la predilezione a soluzioni di micromobilità.
Trasporto pubblico
Il monitoraggio e la localizzazione dei mezzi pubblici consentono di restituire ai cittadini gli effettivi tempi di attesa, oltre alla possibilità di ottimizzare la gestione dei flussi di traffico e di impostare criteri di preferenza semaforica.
Smart Road e Smart Infrastructure
Negli ultimi anni è cresciuto anche l’interesse per le Smart Road (strada “intelligente”), non solo a livello italiano, ma anche nel panorama internazionale. Questa branca della Smart Mobility utilizza tecnologie avanzate per permettere alle Smart Car di comunicare e interagire con le infrastrutture presenti lungo il percorso, restituendo informazioni in tempo reale su traffico, presenza di cantieri o di incidenti, condizioni meteorologiche, localizzazione delle colonnine di ricarica e molto altro. Un campo di applicazione, questo, reso possibile grazia alla tecnologia V2I (Vechicle to Infrastructure), ormai sempre più integrata all’interno delle Smart Car.
Questo acronimo, che rientra sotto il più ampio cappello delle tecnologie V2X (Vehicle-to-everything), è un sistema di comunicazione che consente ai veicoli di interagire direttamente con le infrastrutture stradali, come semafori, sensori di traffico e pannelli di segnalazione. L’obiettivo di V2I è migliorare la sicurezza, ottimizzare il traffico e ridurre le emissioni, facilitando uno scambio continuo di informazioni tra i veicoli e le strutture che li circondano.
Rientrano tra i principali benefici della Smart Road la sicurezza e la manutenzione stradale, l’ottimizzazione del flusso dei veicoli, con la conseguente riduzione dell’inquinamento. Le applicazioni più diffuse riguardano invece la gestione del traffico, la guida autonoma, la mobilità urbana e quella elettrica, l’ottimizzazione del comportamento dei guidatori (che acquisiscono anche una maggiore consapevolezza dell’ambiente circostante), l’integrazione con i servizi di logistica e il trasporto pubblico.
MaaS (Mobility as a Service)
Il MaaS (acronimo di Mobility as a Service) rappresenta un nuovo concetto di mobilità urbana, che permette l’utilizzo integrato e personalizzato di tutti i trasporti pubblici e privati, dai treni, ai taxi, al car sharing, mediante un unico abbonamento. È possibile prenotare itinerari comprendenti più mezzi di trasporto, compresi anche i servizi di sharing, gestiti in un’unica app che ne abilita anche il pagamento unificato. Inoltre, può includere anche un sistema di incentivi e bonus in grado di premiare scelte ecosostenibili.
Smart Mobility: a che punto siamo in Italia
La Smart Mobility rimane un tema centrale per i comuni italiani, indipendentemente dalla loro dimensione.
Il 65% di questi, infatti, ha avviato progetti nel triennio 2022-2024. Mobilità elettrica, sharing mobility e gestione del traffico rappresentano le iniziative più diffuse. Tra i 335 progetti avviati, sono incluse anche nuove iniziative come guida autonoma, Mobility as a Service, e Air Mobility.
Tuttavia, solo una parte di questi riesce a uscire dalla sperimentazione e passare alla fase esecutiva vera e propria. Uno dei principali motivi, in particolare per i comuni di piccole dimensioni, risulta essere quello della scarsità delle risorse economiche.
In questo scenario si inseriscono gli investimenti stanziati a livello nazionale per la mobilità intelligente: il MiSE (acronimo di Ministero dello Sviluppo Economico) ha avviato il programma di sperimentazione Smarter Italy, in cui sono stati messi a disposizione 90 milioni di euro, di cui solo 20 milioni sono dedicati alla mobilità.
L'obiettivo è quello di comprendere come soddisfare maggiormente le esigenze del Paese nell’ambito della Smart Mobility e all’interno di altri settori, quali beni culturali, benessere delle persone e salvaguardia ambientale.
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), inoltre, ha stanziato, un totale di 34 miliardi di euro per lo sviluppo della mobilità smart. Tra le principali aree di intervento vi sono le iniziative legate al MaaS for Italy, che hanno l’obiettivo di costruirne le strutture abilitanti, e al MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile.
Smart Mobility, gli ostacoli all'avvio dei progetti
Il PNRR rappresenta un valido aiuto per far fronte alla carenza di risorse economiche, ma tra le principali barriere risulta anche la mancanza di competenze adeguate. Oltre a ciò, tra i principali ostacoli all’avvio di progetti di Smart Mobility vi sono la burocrazia e la difficoltà di coordinamento con altri attori coinvolti nelle partnership, come altri comuni e aziende municipalizzate, fornitori di servizi di sharing, forze dell’ordine, università, centri di ricerca, aziende di consegna e operatori stradali.
Infine, i dati rimangono un’ulteriore barriera all’avvio di iniziative riguardanti la Smart Mobility: secondo la ricerca dell’Osservatorio solo una piccola parte dei comuni condivide i dati con attori terzi oppure li utilizza per offrire servizi ai cittadini.
Anche la stessa mancanza di comprensione del valore dei dati, unita a resistenze interne o di partner esterni, e le difficoltà nell’utilizzo delle risorse economiche rappresentano ulteriori barriere per la realizzazione di progetti di Smart Mobility.
Le auto elettriche (e non) nel panorama della Smart Mobility
Tra i principali obiettivi della diffusione della Smart Mobility troviamo, anche, quello di ridurre le emissioni causate dai trasporti in città. In quest’ottica vale dunque la pena soffermarsi su uno dei temi che maggiormente incidono su qualità dell’aria, traffico e tanto altro, ovvero quello delle automobili.
Nel 2023 il parco di auto circolanti ha superato i 40 milioni, confermando la curva di crescita registrata da ormai diversi anni. Oltre ad aumentare il numero totale, aumenta anche l’età media delle vetture, che oggi si attesta a 12,5 anni, con ricadute importanti sulla qualità dell’aria e sulla salute dei cittadini. Allo stesso tempo, continua a faticare il mercato delle auto elettriche e ibride.
Lo scorso anno meno di una nuova auto immatricolata su dieci apparteneva a queste categorie, sicuramente non abbastanza per ottenere un cambio di passo in termini di riduzione delle emissioni derivanti dal trasporto privato su ruote. Oggi, poco più dell’1% delle auto in Italia può essere considerato un veicolo a basse emissioni.
Alla luce di queste rilevazioni, risulta evidente come in questo settore la strada da fare in questo senso sia ancora molto lunga.
Smart Mobility: i servizi più utilizzati dai cittadini
Analizzato lo scenario dal punto di vista istituzionale, per valutare l’efficacia e lo stato di salute dei progetti in essere, va aggiunto all’equazione un altro elemento di fondamentale importanza: la percezione dei cittadini che, come vedremo, non è soddisfacente.
Circa 1 cittadino su 3 dichiara di non aver mai testato, né utilizzato, servizi legati alla Smart Mobility. Circa lo stesso numero di intervistati afferma inoltre che il proprio comune non investe nella risoluzione dei problemi legati alla mobilità. A fronte di questa parziale insoddisfazione, quasi 3 cittadini su 4 sono interessati ad accedere a questi servizi, in particolare per quanto riguarda il trasporto pubblico, la gestione dei parcheggi, la gestione del traffico e la mobilità sostenibile ed elettrica.
Risulta evidente quindi una distanza importante, che ha molteplici cause. Se infatti da un lato serve proseguire la strada iniziata in termini di aumento e miglioramento delle varie soluzioni, dall’altra urge un ulteriore sforzo da parte delle istituzioni in termini di comunicazione per enfatizzare il valore generato e i benefici che ne deriverebbero, non solo a livello del singolo cittadino ma anche comunitario. Solo in questo modo, il cittadino può essere spinto a testare le soluzioni introdotte, avere prova dei reali vantaggi e generare a sua volta un effetto passaparola affinché i servizi vengano sempre più utilizzati e il comune decida di investire ulteriormente, creando un circolo virtuoso.
- Autore
Direttore dell'Osservatorio Internet of Things e dell'Osservatorio Connected Vehicle & Mobility del Politecnico di Milano
Gli ultimi articoli di Giulio Salvadori
-
Cos'è la Smart Mobility, come funziona e a che punto siamo 06 dicembre 2024
-
Smart Home, come funziona l'IoT per una casa intelligente 31 ottobre 2023
Rimani aggiornato sui trend dell’Innovazione Digitale
Inserisci qui la tua email
Articoli più letti