Cosa prevede il Piano PNRR?
Il PNRR, acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è il documento strategico che il Governo italiano ha predisposto per accedere ai fondi del programma Next generation EU (NGEU). Il 30 aprile 2021 l’Italia ha presentato alla Commissione Europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Piano, approvato il 13 luglio 2021, intende in sintesi:
- rilanciare il Paese dopo la crisi pandemica, stimolando una transizione ecologica e digitale;
- favorire un cambiamento strutturale dell’economia, a partire dal contrasto alle diseguaglianze di genere, territoriali e generazionali.
Suddiviso in 6 Missioni principali, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza descrive le priorità di investimento per un arco temporale di 5 anni. Il Governo ha iniziato a mettere in atto il Piano nella seconda metà del 2021 e dovrà completarlo e rendicontarlo entro la fine del 2026. Si pone l’obiettivo di rilanciare la struttura economico-sociale del Paese puntando in particolare sulle leve della digitalizzazione, della transizione ecologica e dell’inclusione sociale.
In questa guida riassumiamo cosa è il PNRR, come è strutturato e in cosa consiste, quali sono i principali interventi previsti e quali sono gli ambiti economici, sociali e tecnologici maggiormente interessati dall'attuazione del PNRR.
PNRR cos'è e a cosa serve
Per comprendere che cos'è il PNRR, partiamo da una sua definizione:
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato definitivamente il 13 luglio 2021, prevede una serie di investimenti e riforme in risposta alla crisi pandemica. Questo piano è previsto per l’arco temporale 2021-2026 e si inserisce in un quadro più ampio di fonti di finanziamento, che includono non solo il Next Generation EU (investimenti e riforme UE a favore dell’innovazione ecologica e digitale, della formazione dei lavoratori e dell’equità) ma anche finanziamenti della politica di coesione europea per il periodo 2021-2027, risorse ordinarie statali e risorse aggiuntive dedicate agli interventi complementari al PNRR.
Come vedremo più nel dettaglio, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede 134 investimenti (235 se si conteggiano i sub-investimenti) e 63 riforme. Inizialmente il totale dei fondi della Next Generation EU erano pari a 191 miliardi di euro; a seguito di un aggiornamento del Piano i fondi complessivi sono stati stanziati più di 220 miliardi di euro.
Per supervisionare l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il Governo in carica nel 2021 ha previsto un sistema di coordinamento che fa capo al Ministero dell’Economia, con strutture di valutazione e controllo create appositamente. Inoltre, si prevedono task force locali per aiutare le amministrazioni locali a migliorare le capacità di investimento e a semplificare le procedure.
Secondo l'Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, il 2022 è stato l'anno cruciale per impostare al meglio le tante iniziative previste nel Piano, pena la perdita di finanziamenti preziosissimi da parte della Commissione Europea. Per concretizzare tutto il potenziale di trasformazione digitale associato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è, quindi, necessario “unire i puntini”, cioè raccordare visioni, risorse e sforzi che – se non ben allineati – rischiano di far perdere tempo ed energie veramente cruciali in questa fase.
Il PNRR nel Next Generation EU (NGEU)
La pandemia ha colpito l’Italia corroborando una crisi economica, sociale e ambientale già in atto. Ormai da prima del Covid-19, il nostro Paese arrancava rispetto alle altre nazioni europee avanzate, con problemi di produttività, un tessuto produttivo frammentato e una scarsa propensione all’adozione di nuove tecnologie, tanto nel settore privato quanto nella Pubblica Amministrazione.
Questo però non significa che l’Italia sia condannata al declino: è qui che entra in gioco il Next Generation EU (NGEU), meglio noto in Italia con il nome di “Recovery Fund”. Tale programma dell’Unione Europea prevede una serie di fondi per risollevare le sorti degli Stati membri in seguito alla crisi provocata dalla pandemia. Per accedere ai fondi l’Italia, così come ciascun Stato membro, ha dovuto presentare il suo pacchetto di investimenti e riforme, vale a dire il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), oggetto di questa guida.
Obiettivi e struttura del PNRR
La proposta del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si concentra sui tre assi di intervento condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza intende affrontare le conseguenze immediate della crisi pandemica, ma non solo. Con il PNRR, il Governo italiano mira a risolvere e sbrogliare i diversi nodi strutturali che hanno rallentato lo sviluppo economico e sociale del Paese negli ultimi trent'anni. In primis la scarsa dinamica degli investimenti e la debole capacità amministrativa del settore pubblico, ma anche a una serie di fattori strutturali quali disparità di reddito, di genere, generazionali e territoriali.
Stando alle stime contenute nello stesso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Governo prevede entro il 2026 un aumento del PIL di 3,6 punti percentuali e un aumento dell’occupazione di 3,2 punti percentuali ottenuti grazie al Piano. Il Piano si struttura in quattro aree:
- Obiettivi generali
- Riforme e Missioni
- Attuazione e monitoraggio
- Valutazione dell’impatto macroeconomico
Scarica il testo governativo del PNRR in pdf
PNRR, l'Iter Normativo
- Maggio 2020 - Next Generation EU
I lavori di preparazione del Piano sono iniziati il 27 maggio 2020, quando la Commissione europea ha proposto lo strumento Next Generation EU oltre a un rafforzamento mirato del bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2021- 2027. - Aprile 2021 - Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Parlamento
Il Piano è stato predisposto garantendo un ampio coinvolgimento del settore privato, degli enti locali, delle parti sociali e delle forze produttive del Paese ed è stato presentato in via ufficiale dal Governo italiano il 30 aprile 2021, dopo un approfondito esame da parte del Parlamento. - Luglio 2021 - Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è approvato
Il 22 giugno 2021 la Commissione europea ha pubblicato la proposta di decisione di esecuzione del Consiglio relativa all'approvazione del PNRR dell'Italia, accompagnata da una dettagliata analisi del PNRR italiano. Il 13 luglio 2021 il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell'Italia è stato definitivamente approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio, che ha recepito la proposta di decisione della Commissione europea. - Febbraio 2023 - Revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
A seguito dell’insediamento del Governo Meloni nell’ottobre 2022, il 16 febbraio 2023 viene approvato un decreto legge che apporta modifiche alla governance del PNRR. Spiccano, in particolar modo, la nascita dell’ufficio Struttura delle missioni PNRR, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e l’Ispettorato generale per il PNRR, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).- La Struttura delle missioni Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza diventa il principale meccanismo operativo del Piano, assorbendo le responsabilità della segreteria tecnica e supportando l'autorità politica delegata nel fornire orientamenti e coordinare l'azione di Palazzo Chigi per l'attuazione generale del Piano. Inoltre, sostituisce MEF come intermediario con la Commissione europea per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
- L'Ispettorato generale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, invece, sostituisce il Servizio Centrale dello Stato, continuando, quindi, a svolgere compiti di grande importanza per l'implementazione del Piano, come la responsabilità del fondo di rotazione, il monitoraggio e la gestione dei flussi finanziari.
- Altre modifiche rilevanti riguardano la capacità amministrativa, che viene rafforzata, le procedure di attuazione, che vengono semplificate, e le modifiche relative alla struttura delle missioni, alle politiche di coesione e alla politica agricola comune.
PNRR, i fondi e le risorse a disposizione
Ai fini della realizzazione delle Missioni e Riforme previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Italia è chiamata a gestire un ammontare di 223,91 miliardi di euro. Le Risorse derivano dai due fondi di Next Generation EU (NGEU) maggiori:
- RRF (acronimo di Recovery and Resilience Facility), per 210,91 miliardi;
- REACT-EU (acronimo di Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe, in italiano Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa), per 14,4 miliardi.
- FNC (acronimo di Fondo nazionale per gli investimenti complementari), per 30,6 miliardi.
Le rate del PNRR, tra difficoltà di spesa e tempistiche
Ciascuna misura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha diverse scadenze da rispettare, a cadenza trimestrale, dal 2021 al 2026 (anno in cui è prevista la conclusione del Piano).
Dopo una rata di pre-finanziamento erogata all’avvio del PNRR (avvenuta per l’Italia il 13 agosto 2021 per un valore totale di 24,9 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti), la Commissione Europea autorizza l'erogazione dei fondi agli Stati membri solo se milestone e target previsti risultano conseguiti in maniera soddisfacente. Mentre le milestone definiscono generalmente le fasi rilevanti di natura amministrativa e procedurale (come l’entrata in vigore del codice degli appalti pubblici), i target rappresentano i risultati attesi dagli interventi, ossia i traguardi quantitativi verificati tramite indicatori misurabili (come la digitalizzazione di 3,5 milioni di fascicoli giudiziari).
Il 13 aprile 2022, conseguentemente alla richiesta presentata dal Governo il 30 dicembre 2021 e alla sua valutazione positiva, la Commissione Europea ha versato all’Italia la prima rata semestrale, per un valore pari a da 21 miliardi di euro. A inizio luglio 2022, a seguito del raggiungimento dei 45 obiettivi previsti, è stata effettuata dal Governo la richiesta di pagamento della seconda rata, approvata il 27 settembre 2022 dalla Commissione europea e, dopo un mese, dal Comitato economico e finanziario. I fondi, che ammontavano a 21 miliardi di euro, sono stati erogati l’8 novembre, dopo il parere del Comitato
A dicembre 2022, l’Italia aveva completato circa il 18% delle milestone e dei target del proprio PNRR, per un totale di 55 obiettivi, risultando anche il Paese più veloce d’Europa a completare gli interventi previsti in ambito di Trasformazione Digitale. Il 30 dicembre 2022 il nuovo Governo ha inviato alla Commissione la richiesta per la terza rata, per un valore totale di 19 miliardi di euro. A seguito della revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da parte del Governo Meloni e dell’integrazione del REPowerEU, prevista originariamente per il 30 aprile, è passata al 31 agosto 2023.
Perché il PNRR è a rischio?
Nel caso in cui questi gli obiettivi non vengano rispettati il rischio è di perdere le risorse messe a disposizione. Infatti, visti i ritardi di implementazione riscontrati alla verifica di fine 2022 nel nostro Paese, la Commissione Europea non ha autorizzato nei tempi previsti l’erogazione della terza rata. Inoltre, le difficoltà legate ad alcune scadenze previste per giugno 2023 hanno portato l’esecutivo a non richiedere l’erogazione della quarta rata, facendo salire il conto dei pagamenti sospesi del PNRR a 36 miliardi.
La Presidenza del Consiglio ha, quindi, deciso di avviare una procedura di revisione e rinegoziazione di tempi e importi del Piano con la Commissione EU. A luglio 2023, il confronto è risultato in un accordo che prevede il versamento della terza rata entro la fine del 2023 e lo spostamento di 519 milioni di euro dalla terza alla quarta rata (che da 19 e 16 miliardi diventano rispettivamente di 18,5 e 16,5 miliardi). Il principale oggetto di rimodulazione del piano ha riguardato gli studentati e la relativa modalità di misurazione dei posti letto, che da quantitativa diventa qualitativa (in origine, il PNRR prevedeva non meno di 7500 nuovi posti letto entro la fine del 2022, mentre ora si valuteranno la pubblicazione delle gare e l’assegnazione delle concessioni necessarie per raggiungere il target di 60000 posti entro il 2026).
Tra le difficoltà, un ruolo importante è giocato dalle capacità di progettazione, spesa e rendicontazione dei vari soggetti attuatori. L’ultima relazione sull’attuazione del PNRR presentata in Parlamento evidenzia come il 56% delle risorse assegnate ai comuni in veste di soggetti attuatori saranno spese in ritardo rispetto a quanto previsto, contro una media complessiva del 42%.
Le competenze progettuali necessarie a gestire i numerosi bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - ordinari e straordinari - sono tuttora disperse, particolarmente difficili da trovare nei piccoli comuni delle aree periferiche del Paese, dove il piano straordinario di assunzioni operato dai governi che si sono succeduti non ha sortito gli effetti sperati. I piccoli comuni rimangono, tuttavia, responsabili della progettazione di lavori fondamentali per la realizzazione delle misure previste dal Piano.
Inoltre, l’aumento dei costi energetici e delle materie prime sostenuto per la realizzazione delle opere infrastrutturali, ha messo a dura prova i già fragili bilanci comunali, tirando il freno alla spesa degli enti locali. Queste sono solo alcune delle criticità che hanno comportato per diversi bandi ministeriali la ricezione di un numero insufficiente di proposte progettuali da parte dei comuni e la necessità di prorogare i termini o di riaprire avvisi pubblici già chiusi. È il caso di alcuni bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la costruzione di nuovi asili nido e scuole per l’infanzia: l’aggiudicazione dei relativi contratti arriverà in ritardo rispetto alle scadenze concordate.
Le Missioni e le Riforme del PNRR
Andando più nel dettaglio, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si sviluppa lungo 16 Componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo. Tali componenti sono raggruppate in 6 Missioni fondamentali. Per ogni Missione sono indicate le riforme necessarie a una più efficace realizzazione degli interventi. 63 riforme in tutto, che possiamo suddividere nelle seguenti tipologie:
- Riforme orizzontali (o di contesto), innovazioni strutturali dell’ordinamento volte a migliorare l’equità, l’efficienza, la competitività e il quadro economico del Paese;
- Riforme abilitanti, funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati;
- Riforme settoriali (contenute nelle singole Missioni), innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali;
- Riforme concorrenti, cioè misure non comprese direttamente nel Piano, ma necessarie alla realizzazione degli obiettivi generali del PNRR (come ad esempio la riforma fiscale o il potenziamento del sistema di ammortizzatori sociali).
MISSIONE 1
Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
Promuovere la transizione digitale nella PA, nelle infrastrutture di comunicazione e nel sistema produttivo, migliorare la competitività delle filiere industriali e rilanciare il turismo e la cultura.
MISSIONE 2
Rivoluzione verde e transizione ecologica
Incentivare la sostenibilità sociale ed economica, con interventi che coinvolgono aree come l’agricoltura, la gestione dei rifiuti, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e la biodiversità del territorio.
MISSIONE 3
Infrastrutture per una mobilità sostenibile
Modernizzare e potenziare la rete ferroviaria (soprattutto nel Sud), ottimizzare e digitalizzare il trasporto aereo, garantire l’interoperabilità della piattaforma logistica nazionale per la rete dei porti.
MISSIONE 4
Istruzione e ricerca
Colmare le carenze nel sistema dell’istruzione lungo tutte le fasi del ciclo formativo, dall’asilo nido fino all’università, rafforzando i sistemi di ricerca e offrendo nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico.
MISSIONE 5
Inclusione e coesione
Investire nelle infrastrutture sociali, rafforzare le politiche attive del lavoro, sostenere l’alternanza scuola-lavoro e l’imprenditoria femminile, con attenzione alla protezione di individui fragili, famiglie e genitori.
MISSIONE 6
Salute
Rafforzare prevenzione e assistenza tramite l’integrazione tra servizi sanitari e sociali e la digitalizzazione del SSN, potenziare il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e la Telemedicina, promuovere la formazione del personale sanitario e la ricerca scientifica.
Iniziative e opportunità del PNRR per l'Innovazione Digitale in Italia
Il Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza definisce obiettivi e interventi trasversali ai vari ambiti della sfera economica e sociale italiana. Dal Turismo alla Cultura, dall'Agricoltura alla Logistica, dall'Istruzione al Lavoro, dalla Sanità alla Pubblica Amministrazione. Minimo comun denominatore, all'interno delle Riforme e Missioni definite all'interno del Piano, è l'Innovazione Digitale.
Diamo qualche dato preciso su PNRR e Innovazione Digitale:
Il 26% del totale dei fondi europei NGEU è dedicato alla Trasformazione Digitale. In linea con la media europea, l’Italia ha destinato il 25% delle risorse del PNRR all’attuazione della propria Trasformazione Digitale. Si tratta di 48 miliardi di euro, di cui 40,7 previsti per gli interventi della Missione 1 e i restanti suddivisi nelle altre cinque Missioni di cui si compone il Piano. Una parte importante di questi fondi (circa il 32%) è destinata all’eGovernment, con interventi chiave come la digitalizzazione dei servizi pubblici offerti dalle PA locali e centrali, l’innovazione dei processi interni della PA e del sistema giudiziario; un’altra area di spesa importante (27% dei fondi per il digitale) è quella destinata alla digitalizzazione delle imprese, con crediti di imposta messi a disposizione per gli investimenti in beni strumentali, innovazione aziendale e formazione del personale, superando lo strumento dell’iper-ammortamento del piano Industria 4.0.
Dunque, le tecnologie digitali sono centrali nella visione del PNRR e il loro sviluppo è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di produttività e occupazione stimati in precedenza.
In questo contesto è, quindi, interessante capire quale possa essere la reale spinta innovativa del PNRR, sia a livello tecnologico che a livello economico-sociale. Con l'aiuto dei team di Ricerca degli Osservatori Digital Innovation abbiamo perciò sviscerato le singole Componenti e Riforme distribuite all'interno delle Missioni, così da fornire un focus per ogni ambito tecnologico ed economico impattato dal Piano.
REPORT
DESI e DMI: il Posizionamento dell'Italia nel 2022
Scopri il report aggiornato dell'Osservatorio Agenda Digitale su DESI e Digital Maturity Index.

I piani strategici connessi al PNRR
- Piano Triennale per l'informatica nella PA : Indica le linee di azione per promuovere la trasformazione digitale del settore pubblico e del Paese. Secondo il modello previsto dal Piano, centralmente sono realizzate le piattaforme che dovrebbero abilitare la digitalizzazione dei processi pubblici mentre le PA sviluppano servizi secondo le proprie specificità, utilizzando competenze interne o di mercato. Il Piano prevede aggiornamenti annuali che traguardano i successivi tre anni.
- Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD): Si tratta di un testo unico che costituisce un corpo organico di disposizioni che presiede all’uso dell’informatica come strumento privilegiato nei rapporti tra la PA e cittadini italiani.
- Strategia Nazionale per le Competenze Digitali: Prima strategia globale sul tema delle competenze digitali in Italia, adottata nell’agosto 2020. La regia è affidata al Comitato Tecnico Guida di Repubblica Digitale, coordinato dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale. Quattro sono gli assi di intervento: Istruzione e Formazione Superiore; Forza lavoro attiva; Competenze specialistiche ICT; Cittadini. Obiettivi della Strategia sono eliminare il gap con gli altri Paesi europei e abbattere il digital divide tra varie aree del nostro territorio nazionale.
- Programma Strategico per l'intelligenza Artificiale: In linea con la Strategia Europea, il Programma delinea 24 politiche da implementare nei prossimi tre anni per potenziare il sistema IA in Italia, attraverso la creazione e il potenziamento di competenze, ricerca, programmi di sviluppo e applicazioni dell’IA. Queste politiche hanno l’obiettivo di rendere l’Italia un centro sull’IA competitivo a livello globale, rafforzando la ricerca e incentivando il trasferimento tecnologico.
- Codice dei Contratti Pubblici: È una legge della Repubblica Italiana emanata con decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, che regola la materia degli appalti pubblici di lavori, forniture, servizi e concessioni, e dei relativi contratti pubblici. Essendo un codice, specie su una materia soggetta a continua evoluzione, è un testo normativo periodicamente aggiornato. Con l’emanazione del Decreto Legislativo 31 marzo 2023, n. 36, efficace dal 1° luglio 2023, il testo è stato pesantemente rinnovato, con importanti novità introdotte sia in materia amministrativa (in particolare, con l’introduzione del principio della fiducia) che negli aspetti tecnologici e di processo, ad esempio con la digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dei contratti pubblici.
PNRR e Innovazione Digitale in Italia, gli ambiti di applicazione
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è un ambizioso programma strategico per l'Italia che affronta molteplici sfide e opportunità nei diversi settori dell'economia. La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è un punto centrale, con investimenti mirati alla migrazione al Cloud e al potenziamento delle competenze digitali. La Sanità, i Beni Culturali, il Turismo, il Settore Primario, il Lavoro, l'identità digitale, la Space Economy, la Supply Chain Finance, la Contract Logistics, gli Smart Building e le Smart City sono tutti settori coinvolti, con obiettivi di innovazione, sostenibilità e sviluppo tecnologico. Il PNRR rappresenta una preziosa occasione per la crescita e il progresso del Paese.
PNRR e Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione
La PA riveste un ruolo di primo piano nell'attuazione del PNRR. Basti pensare come il 60% delle risorse associate al Piano siano destinate a PA centrali (ad esempio INPS), PA locali (ad esempio Comuni) o imprese pubbliche (es. Trenitalia) e come tutte le risorse dello stesso siano gestite da Ministeri o Dipartimenti della Presidenza del Consiglio, ergo PA. Ma cosa più evidente di tutte, il PNRR dedica alla PA un'intera componente della Missione 1, quella appunto intitolata alla Transizione digitale delle PA. In questo ambito sono previste diverse riforme e investimenti volte a portare a compimento molte iniziative già avviate con il Piano Triennale e ad accelerare su alcuni fronti storicamente carenti (migrazione Cloud dei servizi pubblici, competenze digitali e semplificazione dei processi amministrativi e giudiziari).

PNRR e Cloud per le PA italiane
Il Governo italiano ha definito per il 2026 che il 75% delle PA abbia i propri dati in Cloud. Si tratta di un obiettivo certamente ambizioso, ma il PNRR ha accelerato diversi fattori che avrebbero richiesto anni e che, invece, sono stati attuati in pochi mesi. La migrazione in Cloud di migliaia di PA rappresenta ben due dei 134 investimenti previsti dal Piano, uno dedicato alla creazione del PSN e alla migrazione al Cloud di PA centrali e aziende sanitarie, e un dedicato alla migrazione al Cloud delle PA locali. Tuttavia, ci sono anche altre risorse del PNRR connesse al Cloud, riguardanti ad esempio il tema dei dati, dell’interoperabilità e della cybersecurity.
WEBINAR
Ruolo del Cloud nelle Pubbliche Amministrazioni
Rivivi il Convegno dell'Osservatorio Cloud nella PA e scopri come le pubbliche amministrazioni migreranno al Cloud.


PNRR e Sanità
La Missione 6 del PNRR dedica al tema della Salute e Sanità un ampio capitolo di riforme e investimenti volti in particolare a rafforzare e sviluppare le reti e i presidi territoriali, nonché le competenze digitali nel rapporto medico-paziente e il ricorso a strumenti quali il Fascicolo Sanitario Elettronico e la Telemedicina. Si tratta di un unicum nella storia degli investimenti e del cambiamento della Sanità Italiana, un’opportunità da non perdere e sfruttare al meglio per innovare il Sistema Sanitario Nazionale.

PNRR e Beni Culturali
Nella Missione 1 del PNRR parte dei fondi è dedicata ai Beni Culturali, grazie ai quali è possibile investire nel settore in progetti di conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio. Fondamentale, però, è l’impostazione di una strategia di innovazione e l’adozione di una visione sistemica di tali progetti. Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale per la Cultura la capacità di fare innovazione delle istituzioni, in particolare musei e teatri, si concentra su trasformazione digitale, accessibilità e sostenibilità.

PNRR e Turismo
Tra i numerosi settori economici coinvolti dal PNRR, il turismo costituisce una delle principali aree di intervento, con investimenti volti a migliorare le strutture, i servizi e l’offerta. La Missione 1, incentrata sul tema della transizione digitale del sistema produttivo italiano, mira a rilanciare il turismo e la cultura tramite l’assegnazione di 2,4 miliardi di euro. Digitalizzazione, competitività e transizione verde: questi i principali obiettivi perseguiti dal PNRR.

PNRR e Settore Primario
Tra i provvedimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nella Missione 2 è incluso lo stanziamento di 5,2 miliardi di euro per il comparto agricolo a sostegno dell’innovazione tecnologica. In primo luogo si prevede un ammodernamento nel comparto della meccanica agricola, trainante per il mercato dell’Agricoltura 4.0. A questo si aggiungono provvedimenti per l’innovazione tecnologica del comparto, una trasformazione che potrebbe fare la differenza per tutti gli attori coinvolti nella filiera agroalimentare.

PNRR e Lavoro
Sono diversi gli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che incidono in modo energico sul mercato del lavoro e impattano direttamente o indirettamente la gestione delle risorse umane. Tre in particolare gli aspetti che saranno maggiormente impattati: i processi di selezione e formazione dei dipendenti nella Pubblica Amministrazione; lo sviluppo di competenze digitali necessarie per sostenere la transizione verde e digitale, la riforma delle politiche attive del lavoro e della formazione professionale.

PNRR e Identità Digitale
Nella Missione 1 dedicata a transizione digitale e competitività, il Piano prevede un’offerta integrata di servizi digitali mirati a ottimizzare i processi e ridurre i tempi della Pubblica Amministrazione e semplificare la vita di cittadini, imprese ed enti. In relazione all’identità digitale il Piano esplicita la volontà di rafforzare il sistema partendo da piattaforme esistenti (SPID e CIE), per poi convergere verso una nuova soluzione con una migliore user experience e che offra una maggiore accessibilità ai servizi digitali.

PNRR e Startup
Anche l’ecosistema delle startup è coinvolto dal piano PNRR, seppur in maniera limitata. Nel PNRR vi sono diverse Missioni e Investimenti in riferimento alle startup, ma sono presenti anche altri interventi che, seppure non esplicitamente, potrebbero permettergli di beneficiare di ulteriori fondi. Tuttavia, nemmeno la metà è a conoscenza degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a loro diretti. È un importante segnale d’allarme per le istituzioni, sia perché potrebbe essere necessaria una maggiore trasparenza nella comunicazione, sia perché potrebbe significare che le attuali misure del PNRR non siano impattanti per l’ecosistema del settore.

PNRR e Space Economy
All'interno delle Missione 1 sono stati destinati 1,49 miliardi di euro dedicati alla Space Economy, il nuovo fenomeno di frontiera in cui si combinano le tecnologie spaziali e digitali per sviluppare opportunità tecnologie e di business. L'economia dello spazio abbraccia in realtà diverse missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ad esempio, le tecnologie spaziali possono contribuire significativamente alla Rivoluzione verde e transizione ecologica auspicata nella Missione 2 e, inoltre, possono trovare risorse anche all’interno della Missione 4, dedicata all’Istruzione e alla Ricerca.

PNRR e Supply Chain Finance
Scandagliando le missioni 1, 2 e 3 del PNRR troviamo interessanti opportunità per il mercato del Supply Chain Finance, l’insieme delle soluzioni innovative che consentono a un’impresa di finanziare il proprio Capitale Circolante. A beneficiare dei provvedimenti del PNRR, in particolare, tre soluzioni: Equipment Finance, Cessione Crediti Fiscali e Deep Tier Finance. Per far sì che questo accada, però, occorre che una serie di riforme previste dal Piano siano effettivamente implementate come da programma.

PNRR e Contract Logistics
Il PNRR offre un'opportunità di sviluppo anche per la Contract Logistics in ottica sostenibile e digitale. Tuttavia, non esiste una singola Missione o un Ministero che racchiuda i fondi dedicati a questo settore. Una parte, riguardante però il trasporto di persone, è stata affidata al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità; altri fondi per la Logistica sono stati affidati al Ministero della Transizione Ecologica Sostenibile, al Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale e, infine, al Ministero dello Sviluppo Economico.

PNRR e Smart Building
Per essere al passo con il resto dell’Europa, il PNRR prevede di equipaggiare sempre più infrastrutture, in ambito pubblico e privato, con alti livelli di connettività, sfruttando le funzionalità di altre applicazioni tecnologiche, tra cui i sistemi IoT. Non solo sensoristica avanzata applicata ai processi produttivi, alla mobilità o alla logistica, ma interi ecosistemi connessi all’interno di abitazioni private ed edifici pubblici. Trasformare queste strutture in veri e propri Smart Building (scuole, cinema, teatri) è l’obiettivo del PNRR attraverso i fondi della Missione 1.

PNRR e Smart City
Dall’efficienza energetica alla mobilità sostenibile, dalla sicurezza alla riqualificazione degli spazi urbani, fino alla digitalizzazione degli enti locali alla Smart Mobility: di pari passo con lo Smart Building, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza permea in maniera trasversale anche il tema Smart City. Gli ambiti applicativi del Piano che rientrano nella sfera di influenza delle città intelligenti sono tanti e il potenziale degli interventi è alto. Elementi di Smart City sono presenti in almeno tre delle sei Missioni previste del PNRR, in particolar modo nella Missione 5, in cui si parla di Piani Urbani Integrati, ma non solo.
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PROGRAMMA TEMATICO
Agenda Digitale e Innovazione nelle PA
La digitalizzazione è un processo in grande fermento. Alla luce del PNRR, l'Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano offre un’occasione unica a tutti i professionisti del settore (imprenditori, consulenti, manager, responsabili dell’innovazione) per comprendere lo stato di attuazione delle politiche digitali e i fattori critici che rallentano la digitalizzazione del sistema Paese: un percorso di Webinar che puoi seguire in diretta e/o On Demand.
