Smart Working, non è un benefit: il taglio stipendi, un grave errore

15 marzo 2017 / Di Fiorella Crespi / 0 Comments

Fra gli ostacoli più comuni ai progetti di Smart Working c’è la percezione che l’adozione del lavoro agile passi da una riduzione dello stipendio del lavoratore.

Il concetto è un po’ questo: se lavori da casa, lasciare una percentuale di salario in azienda è più o meno un obbligo morale nei confronti dei colleghi che lavorano in ufficio. Ma qui si nasconde un limite culturale: lo Smart Working non è un benefit aziendale e il taglio di stipendio sarebbe un grave errore.

Partiamo da qualche presupposto. Primo: l’utilizzo massiccio delle nuove tecnologie rende sempre meno necessaria – per alcuni settori d’attività – la presenza fisica sul luogo di lavoro. Secondo: il risultato della prestazione acquista sempre maggiore importanza, rispetto alle tradizionali forme di misurazione legate al tempo e al luogo di lavoro. Siamo davanti a trasformazioni epocali che stanno causando il rapido invecchiamento delle regole del lavoro vigenti. Per questo il progetto di legge sul lavoro agile in corso di approvazione in Parlamento è quanto mai necessario. E proprio a proposito di stipendio, l’articolo 17 di questo progetto stabilisce il principio di parità del trattamento economico e normativo applicato al lavoratore agile, che non può essere inferiore a quello complessivamente applicato nei confronti dei lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda. Un modo, insomma, per superare l’ostacolo relativo al taglio dello stipendio di cui sopra. Perché può sembrare banale (anche se nei fatti non lo è per niente), ma è sacrosanto che i lavoratori che fanno Smart Working non vengano pagati di meno. Con lo Smart Working, sottolineiamolo ancora una volta, non cambiano le mansioni delle persone, ma solo - per alcune giornate - il luogo in cui queste lavorano.

Lo Smart Working non è un benefit aziendale, come può essere un asilo per i figli dei dipendenti, un’automobile, una palestra, non è nemmeno un diritto acquisito delle persone. Lo Smart Working è una modalità flessibile di lavoro subordinato che le persone possono decidere di utilizzare in modo volontario e che le persone devono saper utilizzare in modo corretto. Ma c’è di più. Il lavoro agile é uno strumento dalle potenzialità enormi, in cui il guadagno è anche aziendale. Si pensi ai risparmi legati alle spese energetiche connesse all’illuminazione dei locali, alla climatizzazione estiva e invernale, alla gestione delle mense aziendali, alla pulizia. Questo però non deve fare pensare che si tratti solo di un modo per risparmiare. I vantaggi per le persone misurati dalle aziende che hanno approcciato questo modello da qualche tempo sono altrettanto evidenti: migliore work-life balance, riduzione dei tempi e dei costi di trasferimento casa-ufficio e maggiore motivazione delle persone.

 

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  • Autore

Research Director HR Innovation Practice and Smart Working