Telelavoro, come funziona e differenze con lo Smart Working

Aggiornato il / Creato il / Di Fiorella Crespi

A oggi, quasi tutti conoscono il significato di Smart Working. Benché si pensi al lavoro agile come la soluzione optata per lavorare da casa durante il periodo emergenziale, c’è da fare una precisazione: Telelavoro e Smart Working sono la stessa cosa?

La pandemia, con la necessità di limitare gli spostamenti e gli assembramenti, ha spinto molte aziende ad abilitare il lavoro da remoto per molti dipendenti. Tale fenomeno è stato spesso chiamato Lavoro Agile. Tuttavia, questa risposta all’emergenza sanitaria è più assimilabile al concetto di Telelavoro o lavoro da remoto.

Lavorare in Smart Working, infatti, non vuol dire semplicemente lavorare da casa, ma abbracciare una vera e propria trasformazione organizzativa e culturale in azienda. E non è soltanto una questione concettuale, la differenza tra Telelavoro e Lavoro Agile è anche normativa e contrattuale.

In quest'articolo cercheremo di spiegare il significato di Telelavoro e chiarire al meglio le differenze con il Lavoro Agile, attraverso la Ricerca dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano.

Telelavoro: significato e normativa

Il termine Telelavoro, presente nei nostri dizionari da molti anni prima del termine Lavoro Agile. Ma esattamente in che cosa consiste questa modalità di lavoro?

Con il concetto di Telelavoro, o lavoro da remoto, si fa riferimento a una prestazione di lavoro effettuata regolarmente al di fuori della sede di lavoro con il supporto di tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Nel dettaglio, ecco i principi su cui si basa:

  • l’attività lavorativa è eseguita in una sede diversarispetto a quella del datore di lavoro (ad esempio nella forma del lavoro da casa);
  • il dipendente svolge le proprie attività avvalendosi delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
  • l’organizzazione delle attività e i tempi di lavoro sono rigidi e prefissati.

Il Telelavoro è rigidamente disciplinato per i contratti di lavoro subordinato, sia per il settore pubblico (D.P.R. 8 marzo 1999, n. 70) che per quello privato (accordo interconfederale del 20 gennaio 2004). Anche a livello normativo, dunque, il Telelavoro è molto più datato. Basti pensare come il Lavoro Agile sia disciplinato soltanto dal 2017, in seguito alla Legge n.81/2017, cosiddetta Legge sul Lavoro Agile.

Gli obblighi da parte del datore di lavoro in caso

I contratti prevedono che per il Telelavoro sia predisposta una postazione di lavoro (workstation) distinta dagli spazi dedicati alle attività domestiche e familiari. La workstation, oltre a dover essere idonea – ad esempio in termini di abitabilità, climatizzazione, illuminazione –, è a carico del datore di lavoro per l’installazione e la manutenzione. Quest’ultimo è responsabile anche delle spese relative ai consumi energetici, telefonici e del mantenimento degli standard di sicurezza.

Gli obblighi da parte dei lavoratori

Se da una parte il datore di lavoro si fa carico di una serie di responsabilità, anche il lavoratore da remoto deve rispettare alcune regole. Infatti, la workstation può essere utilizzata esclusivamente ai fini della prestazione e solo dal singolo lavoratore, per il quale è anche prevista una formazione obbligatoria in materia di sicurezza.

Per verificare lo svolgimento effettivo delle attività da parte del dipendente il datore di lavoro ha due opzioni:

  • per verificare il rispetto delle norme di sicurezza, i rappresentanti dei datori di lavoro, le rappresentanze sindacali e le autorità competenti possono accedere al luogo in cui si svolge il Telelavoro;
  • per controllare il lavoro svolto il datore di lavoro può effettuare una verifica telematica.

Come si svolge il Telelavoro: lavoro da casa e altre forme di lavoro da remoto

Il Telelavoro può avvenire attraverso il lavoro da casa, ma anche attraverso altre modalità. L’importante è indicare il luogo dove si svolge l’attività lavorativa. In base a questo, il Telelavoro si può così classificare in:

  • A domicilio: nel lavoro da casa, il lavoratore svolge la prestazione dalla propria abitazione;
  • Mobile: l’attività lavorativa viene svolta in luoghi diversi (abitazione, sede dei clienti, …) tramite l’uso di dispositivi come PC o telefono cellulare;
  • Remotizzato: il lavoro viene svolto in “sedi satellite” lontane da quella centrale;
  • Office to office: il lavoratore svolge le proprie attività dalla sede centrale, ma fa parte di un gruppo di lavoro sparso per il mondo, con cui collabora tramite connessione Internet;
  • Teleimpresa: l’impresa opera totalmente o parzialmente online.

Oltre al lavoro da casa e, in generale, a tutte le modalità sopraelencate, possono esistere anche forme di lavoro da remoto miste e si può prevedere l’alternanza tra lavoro in sede o a distanza.

Differenze tra Smart Working e Telelavoro

Telelavoro e Lavoro Agile possono essere considerate entrambe pratiche di remote working, ma con alcune sostanziali differenze, in gran parte legate all'idea di flessibilità e autonomia lavorativa.

Mentre il Telelavoro si definisce semplicemente come una prestazione lavorativa svolta al di fuori del contesto aziendale, il Lavoro Agile fa riferimento a una filosofia manageriale che introduce una nuova concezione del tempo e dello spazio di lavoro, che può eventualmente includere il lavoro da remoto.

Lavorare in Smart Working significa:

  • poter scegliere con autonomia e responsabilità gli orari di lavoro;
  • utilizzare con flessibilità i diversi strumenti in base alle esigenze;
  • scegliere i luoghi di lavoro all’esterno della sede aziendale o all’interno dell’ufficio in base all’attività lavorativa da svolgere.

Inoltre, lavorare a distanza può significare non solo lavorare dalla propria abitazione, ma anche da luoghi come hub aziendali, spazi di coworking, biblioteche e altri spazi pubblici o privati in linea con le esigenze e le preferenze dello smart worker.

Nel complesso, quindi, il Lavoro Agile si basa sulla fiducia e sulla responsabilizzazione dei lavoratori su risultati e obiettivi raggiunti.

Il lavoro emergenziale e post emergenziale

Il fenomeno a cui abbiamo assistito durante l'emergenza si può definire Telelavoro o Smart Working? L’esperienza emergenziale e forzata che milioni di lavoratori hanno fatto durante il periodo della pandemia, in realtà, non è classificabile né come Telelavoro né come Lavoro Agile.

Il lavoro da remoto emergenziale è ben diverso dal vero Smart Working, il quale si basa su un accordo libero e responsabile tra azienda e lavoratore. Durante il lockdown, invece, molti lavoratori non hanno avuto possibilità di scelta e la propria abitazione è diventato l’unico luogo di lavoro disponibile. Questo, dunque, non è il “vero” Lavoro Agile, ma un lavoro da remoto spinto, che possiamo definire come Smart Working “emergenziale”.

Non stupisce, dunque, che dopo quattro anni dallo scoppio dell'emergenza sanitaria solo una parte delle organizzazioni, in particolare le grandi imprese, è stata in grado di avvalorare l’esperienza maturata durante il lockdown.

Secondo la Ricerca dell’Osservatorio, il 52% delle grandi aziende, insieme al 15% delle piccole-medie imprese e al 16% delle Pubbliche Amministrazioni, hanno saputo adottare iniziative di lavoro agile davvero complete e “mature”, senza “accontentarsi” del solo lavoro da remoto. Quest'ultimo, infatti, può essere certamente una soluzione più comoda nel breve periodo. Nel medio e lungo periodo, però, può risultare meno vantaggiosa a livello di produttività, competitività e benessere organizzativo. Sempre secondo la Ricerca dell’Osservatorio, i vantaggi del Lavoro Agile sono molteplici, sia a livello economico che ambientale.

  • Autore

Direttrice dell'Osservatorio Smart Working