Smart Working, i vantaggi e gli svantaggi del Lavoro Agile

Aggiornato il / Creato il / Di Fiorella Crespi / 2 Commenti

Prima di scoprire insieme i vantaggi e gli svantaggi dello Smart Working, diamo una definizione di questo fenomeno. Per farlo, ci aiuteremo con la spiegazione fornita dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano nella guida dedicata a questa tematica: 

Lo Smart Working, o Lavoro Agile, è una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati.

Dopo la pandemia, dunque, lo Smart Working è diventato parte integrante delle nostre vite, portando con sé un acceso dibattito sui concreti vantaggi del Lavoro Agile. In quest'articolo proveremo ad analizzare i pro e contro dello Smart Working, per capire se esistono reali benefici per il miglioramento della vita lavorativa di imprese e dipendenti.

Per approfondire questa tematica, ci faremo aiutare dalla Ricerca dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano su:

  • quali sono i vantaggi dello Smart Working per:
    • Aziende
    • Lavoratori
    • Ambiente
  • Quali sono gli svantaggi e le criticità dello Smart Working
  • gli impatti dello Smart Working sulla società

Quali sono i vantaggi e svantaggi dello Smart Working

Quali vantaggi comporta lo Smart Working? Secondo la Ricerca dell'Osservatorio i vantaggi ottenibili dall’introduzione del lavoro Agile sono numerosi, sia per le aziende e per i lavoratori, sia per l’ambiente.

Smart Working e vantaggi per le aziende

Sempre secondo l'Osservatorio, i vantaggi dello Smart Working per le aziende si possono misurare in termini di:

  • miglioramento della produttività,
  • riduzione dell’assenteismo;
  • riduzione dei costi per gli spazi fisici.

Si può stimare dal 15 al 20% l’incremento di produttività per un lavoratore derivante dall’adozione di un modello “maturo” di Smart Working (rispetto a policy organizzative, tecnologie, riorganizzazione degli spazi e comportamenti e stili di leadership).

Attraverso lo Smart Working le organizzazioni possono risparmiare sui costi relativi ai consumi energetici. Adottare una logica di Smart Working per due giorni a settimana potrebbe consentire di ottimizzare l’utilizzo degli spazi e ridurre i consumi per un totale di circa 250 euro all’anno per postazione lavorativa. Per ottenere simili risparmi, però, è necessario rivedere il modo di gestire e utilizzare i propri spazi di lavoro, attraverso importanti sforzi organizzativi.

Se a questi cambiamenti si associasse la decisione di ridurre gli spazi della sede lavorativa (ad esempio di circa un terzo del totale) il risparmio complessivo potrebbe aumentare fino a circa 2.500 euro all’anno per lavoratore.

Smart Working e vantaggi per i lavoratori

Anche per i dipendenti vi sono diversi vantaggi dovuti allo Smart Working. I benefici concreti di cui godono le persone che lavorano in media circa due giorni a settimana a distanza sono:

  • riduzione dei tempi e costi di trasferimento;
  • miglioramento del work-life balance;
  • aumento della motivazione e della soddisfazione.

Lavorare da casa, inoltre, si riducono gli spostamenti per giungere in azienda, anche se aumentano i consumi energetici domestici.

Nonostante ciò, il risparmio dovuto a una diminuzione dei costi di commuting (ossia di pendolarismo), al netto dell’incremento delle spese relative ai consumi domestici di energia, è di circa 900 euro l’anno per ogni Smart Worker.Nel complesso, quindi, si può stimare che lo Smart Working porti una generale riduzione dei costi per i lavoratori, e anche per le aziende che lo adottano.

I costi, però, non rappresentano l’unico beneficio dello Smart Working per i lavoratori. Si può infatti stimare che il tempo medio risparmiato da uno Smart Worker per ogni giornata di lavoro da remoto sia di circa 60 minuti.

Considerando che ciascuno faccia anche solo due giornate a settimana di lavoro da remoto il tempo risparmiato in un anno è dell’ordine di 93 ore per Smart Worker. Un piccolo tesoro di tempo e vita che potrebbe essere utilmente reinvestito.

Non manca però un senso di isolamento e il distacco dall’organizzazione, che rappresenta una criticità dello Smart Working. Tuttavia, questo potrebbe essere affievolito nel caso in cui il lavoratore scelga di lavorare in luoghi diversi dalla propria abitazione, ma comunque vicino a casa.

Allo stesso tempo, con il Lavoro Agile è possibile godere dei benefici che un minor tempo di trasferimento casa-lavoro permette, come la possibilità di equilibrare maggiormente esigenze personali e professionali.

Infine, l’Osservatorio Smart Working ha esaminato il benessere dei lavoratori secondo le tre dimensioni stabilite con la Costituzione dell’OMS, quali benessere psicologico, benessere relazionale, e benessere fisico.

Dai risultati della Ricerca emerge che gli Smart Worker hanno livelli di benessere più elevati rispetto agli altri lavoratori e, il 12% dei lavoratori dichiara di “stare bene” su tutte le dimensioni del benessere. Gli Smart Worker sono inoltre la categoria di lavoratori che riporta le medie più elevate di engagement, mentre i lavoratori remote non smart risultano avere la media più bassa, inferiore anche a quella dei lavoratori on-site.

Smart Working e Ambiente, i vantaggi

Tra i vantaggi dello Smart Working non possiamo non considerare l’impatto sull’ambiente. Vi sono numerosi benefici, soprattutto in termini di:

  • riduzione delle emissioni di CO2;
  • riduzione del traffico.

Considerando la riduzione degli spostamenti casa-lavoro e la possibilità per le organizzazioni di ridurre gli spazi aziendali, lavorando da remoto due giorni a settimana si potrebbe ottenere un risparmio in termini di emissioni per persona pari a 480 kg CO2 all’anno.

Gli Svantaggi dello Smart Working, alcune criticità del Lavoro Agile emergenziale

Considerando dunque gli indubbi vantaggi appena indicati, come mai sussiste ancora un diffuso scetticismo sul reale valore dello Smart Working?

Probabilmente perché ciò che abbiamo vissuto durante la pandemia non è stato vero e proprio Smart Working, quanto più una forma emergenziale di Lavoro Agile. La forzatura rispetto al dover lavorare sempre da casa, unita alla limitazione negli spostamenti, ha portato le persone a percepire alcune criticità di solito associate al Telelavoro, la quale filosofia differisce non poco dal modello più flessibile di Smart Working.

Tra le principali criticità riscontrate dai lavoratori:

  • la difficoltà a separare i tempi dedicati al lavoro da quelli alla vita privata;
  • la difficoltà a mantenere un corretto work-life balance;
  • percezione di un senso di isolamento verso l’organizzazione;
  • lo stress dovuto a un utilizzo intenso delle tecnologie digitali (tecnostress).

Anche dal punto di vista delle organizzazioni l’applicazione emergenziale dello Smart Working ha comportato alcune criticità, in gran parte legate alla mancanza di tecnologie e competenze digitali. Inoltre, è stata particolarmente delicata anche la fase di inserimento dei neoassunti in un contesto lavorativo da remoto. Un primo affiancamento, oltre a un'introduzione ai valori e alle pratiche aziendali, è fondamentale per queste figure e non sempre il Lavoro Agile ha reso facile il perseguimento tali aspetti.

Tuttavia, pur al netto delle criticità dovute a un’applicazione estrema e improvvisata, lo Smart Working durante i mesi dell’emergenza ha costituito un’esperienza preziosa. Ha infatti permesso di fare in poco tempo un percorso di apprendimento e consapevolezza che avrebbe richiesto anni. Le persone hanno imparato a usare strumenti digitali innovativi e a relazionarsi efficacemente in team virtuali, con un impatto positivo sulle performance.

Gli impatti dello Smart Working sulla società

Lo Smart Working può avere un impatto anche sulla società nel suo complesso. L’applicazione sempre più diffusa del Lavoro Agile ha implicazioni, ad esempio, sull’attrattività dei luoghi e sul futuro delle città. Lavorare al di fuori della sede aziendale permette alle persone di vivere di più i luoghi del proprio paese o della propria città, come esercizi commerciali e palestre.

Lo Smart Working incide inoltre sulle scelte abitative delle persone. L’Osservatorio ha rilevato che 1 lavoratore da remoto su 7 ha cambiato casa oppure ha intenzione di farlo in futuro, spostandosi in una seconda abitazione di proprietà. Si tratta dunque di scelte che, su larga scala, possono avere un impatto sul mercato immobiliare di tipo residenziale in termini di costi, tipologia e localizzazione delle abitazioni più desiderate. Benché approssimate e puramente indicative queste stime aiutano a comprendere le enormi potenzialità economico-sociali dello Smart Working.

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  • Autore

Direttrice dell'Osservatorio Smart Working