La Blockchain parla italiano: investimenti e applicazioni in Italia

02 luglio 2019 / Di Valeria Portale / 2 Comments

Nata poco più di 10 anni fa con Bitcoin e le criptovalute, la Blockchain sta suscitando sempre più attenzione anche nel nostro Paese. Il mercato italiano della Blockchain è ancora agli albori: sono poche le aziende che ne conoscono la portata, ancor meno le aziende che hanno avviato veri e propri progetti improntati su questa tecnologia. Negli ultimi anni, tuttavia, qualcosa si sta muovendo: aumentano investimenti e sperimentazioni da parte delle aziende italiane, cresce contemporaneamente l'offerta di servizi legati alla Blockchain.

In quest'articolo, andremo alla scoperta della Blockchain in Italia, approfondendo i numeri del fenomeno e la tipologia di approccio delle grandi aziende.

 

I numeri della Blockchain italiana

Per fare il punto su quali siano gli investimenti che ruotano attorno al settore della Blockchain in Italia e quali applicazioni stiano caratterizzando queste innovazioni ci affidiamo ai numeri.

Nel corso del 2018 le aziende italiane hanno speso in tecnologie Blockchain e Distributed Ledger circa 15 milioni di euro, con 150 attività di diverso tipo.

Il livello di investimenti è ancora limitato. Tuttavia gli attori dell’offerta si attendono una crescita importante nei prossimi anni. Entrando nel dettaglio, scopriamo che gli investimenti e le attività delle aziende italiane variano moltissimo in base alla conoscenza della tecnologia Blockchain. Una considerazione ben spiegata nei tre punti che seguono.

  • Aziende che devono ancora esplorare il tema e che richiedono corsi di formazione e consulenze strategiche orientate a capire le modalità di utilizzo della Blockchain e i suoi ambiti applicativi (oltre 50 corsi e consulenze censiti).
  • Aziende che hanno già una conoscenza di base della tecnologia, ma richiedono consulenze orientate a conoscere le diverse piattaforme Blockchain e le loro caratteristiche, per essere poi supportate nella fase di sviluppo di proof of concept, ovvero verifiche teoriche, e progetti pilota (circa 80 progetti).
  • Aziende, che, avendo già valutato i potenziali benefici, portano avanti progetti operativi (10 progetti).

 

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Chi investe in Blockchain in Italia: i ruoli e i settori più attivi

Al momento, le aziende che investono in attività relative a Blockchain e Distributed Ledger sono solo quelle di grandi dimensioni, mentre le startup cercano supporto operativo nella realizzazione di ICO.

All’interno di queste grandi aziende a decidere sono i Chief Innovation Officer. L’area IT è spesso coinvolta nelle sperimentazioni e nei progetti, mentre è ancora scarso il coinvolgimento delle aree di business, che faticano a vedere i benefici portati da queste tecnologie.

Relativamente ai settori più attivi in ambito Blockchain, il quadro italiano vede in testa le banche, le aziende dell’agro-alimentare, le assicurazioni e le utility.

C’è da aggiungere che, le aziende italiane, conoscono poco queste tecnologie, e non le ritengono rivoluzionarie per il futuro. Tuttavia, per comprenderle meglio, avviano sperimentazioni, anche se con budget molto limitati.

 

La Blockchain nelle aziende italiane

Per comprendere a fondo il mercato nostrano della Blockchain, l'Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano ha condotto una ricerca su 61 grandi aziende italiane. Il quadro che emerge non è dei più lusinghieri: le aziende del nostro Paese conoscono ancora poco queste innovazioni e le ritengono poco rivoluzionarie per il futuro. Non mancano tuttavia le sperimentazioni, sebbene con budget limitati. Andiamo nel dettaglio.

Quanto è diffusa la Blockchain in Italia?

Dalla ricerca condotta è emerso che la conoscenza della Blockhain è ancora molto bassa. Ecco cosa dicono i numeri:

  • il 31% dei rispondenti non sa cosa siano le tecnologie Blockchain e Distributed Ledger o le conosce poco;
  • il 43% ritiene di avere una conoscenza sufficiente;
  • solo il 26% pensa di avere una conoscenza elevata della tecnologia.

Di fianco alla conoscenza, poi, si apre la discussione sugli impatti di queste tecnologie. Le aziende italiane pensano che questi possano essere abbastanza limitati:

  • il 7% dichiara che non ci saranno impatti;
  • il 61% pensa che gli impatti saranno limitati al miglioramento di alcuni processi;
  • solo il 32% dei rispondenti ritiene che sarà una tecnologia rivoluzionaria.

Quali difficoltà limitano l'adozione della Blockchain in Italia?

Allo stato attuale, il 59% delle aziende ha dichiarato di avere progetti o di essere in procinto di avviarne: tra questi, il 3% ha già progetti operativi, il 35% ha delle sperimentazioni avviate e il 21% dichiara che avvierà delle sperimentazioni nei prossimi 12 mesi. Il restante 41% delle aziende non ha progetti avviati: il 31% di esse si sta però informando per capire cosa fare e il 10% non ha fatto nulla.

Le principali barriere all’adozione sono:

  • mancanza di competenze;
  • scarsità delle risorse a disposizione;
  • difficoltà nel valutare i benefici attesi.

Dal punto di vista finanziario, infine, il commitment delle aziende verso queste tecnologie è ancora limitato. I numeri ci dicono che molte non hanno un budget allocato e non hanno individuato un team che se ne possa occupare.

Come si approcciano le aziende italiane alla tecnologia Blockchain?

Le aziende italiane, oggi, stanno approcciando in maniera diversa le tecnologie Blockchain e Distributed Ledger. Per identificare queste differenze, sono state prese in considerazione due variabili fondamentali:

  • la vision che misura la visione strategica che hanno le aziende verso la tecnologia Blockchain nel medio-lungo periodo;
  • il commitment che misura come le aziende si stanno strutturando operativamente per affrontare queste nuove sfide.

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Sono stati quindi individuati sei possibili approcci:

  • gli scettici (7% dei rispondenti) dubitano fortemente che questa tecnologia impatterà sul business del futuro e preferiscono non investire risorse in questo campo;
  • i titubanti (41% dei rispondenti) intuiscono le opportunità di queste tecnologie e si domandano cosa potrebbero fare, non hanno ancora deciso se e come investire le proprie risorse;
  • i sognatori (5% dei rispondenti) pensano che la tecnologia sia rivoluzionaria, ma non fanno nulla per trasformare il sogno in realtà;
  • i pragmatici (18% dei rispondenti) si stanno avvicinando alla tecnologia con sano pragmatismo, investendo nelle aree a maggiori opportunità e in maniera commisurata alla propria idea del potenziale di Blockchain e Distributed Ledger;
  • gli entusiasti (15% dei rispondenti) credono molto nella tecnologia e stanno iniziando a investirci, in un prossimo futuro potrebbero investirci di più;
  • i visionari (8% dei rispondenti) credono fortemente nella tecnologia e ci stanno investendo molto.

Chi offre servizi Blockchain alle aziende italiane?

Un ruolo fondamentale nell’adozione di Blockchain e Distributed Ledger è ricoperto dagli attori dell’offerta, che sono quelli che supportano le aziende nel comprendere le modalità di utilizzo di queste tecnologie e, successivamente, nello sviluppo di progetti applicativi.

In Italia questi attori sono così suddivisi:

  • enti di formazione che offrono corsi alle aziende per conoscere e approfondire le nozioni di base della tecnologia e le sue caratteristiche;
  • società di consulenza strategica che aiutano le aziende a capire come applicare la tecnologia e identificano rischi e benefici della sua implementazione;
  • società di consulenza e sviluppo che accompagnano le aziende sia nella fase di progettazione dell’utilizzo sia nella fase più implementativa;
  • società di consulenza focalizzate sulla Blockchain, nate negli ultimi anni e di dimensioni ridotte, si occupano di varie attività, dalla formazione allo sviluppo di piccoli progetti;
  • aziende ICT spesso specializzate su una particolare piattaforma, si focalizzano maggiormente sulla fase implementativa;
  • startup che possono mettere a disposizione capacità e competenze difficilmente reperibili.

Quello della Blockchain italiana è uno scenario ancora acerbo, comunque già variegato destinato ad evolversi assieme alla stessa tecnologia.

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  • Autore

Direttore dell'Osservatorio Innovative Payments e dell'Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano