Blockchain for business: in che modo le aziende stanno utilizzando la tecnologia Blockchain?

30 March 2021 / Di Valeria Portale / 0 Comments

Negli ultimi anni, i progetti implementativi che utilizzano le tecnologie Blockchain e Distributed Ledger sono aumentati sensibilmente. Storicamente associate alle criptovalute* e più in generale allo scambio di valore – l’Internet of Value –, oggi queste tecnologie trovano applicazione in diversi settori: dal mondo finanziario alle iniziative di governi e pubbliche amministrazioni. Aziende e PA, infatti, iniziano a comprendere i benefici di queste tecnologie e a lavorare allo sviluppo di progetti concreti.

 

La Blockchain in azienda: 4 tipologie di impiego

Tuttavia, non è sempre chiaro in quali modi la Blockchain possa migliorare i processi esistenti, né come questa tecnologia possa abilitare nuove opportunità e modelli di business. In questo articolo proviamo a fare luce sulle principali modalità in cui le tecnologie Blockchain e Distributed Ledger possono creare valore in ambito aziendale, con alcuni esempi concreti dei progetti operativi più interessanti.

L’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger, tramite un’analisi delle news nazionali e internazionali riguardanti progetti Blockchain, ha censito oltre 1.242 annunci, sperimentazioni e progetti operativi tra il 2016 e il 2020. Da questo studio l’Osservatorio ha analizzato 508 progetti implementativi identificando i principali casi d’uso delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger e dividendoli in quattro principali categorie, a seconda dell’obiettivo che perseguono: scambio di valore, verificabilità dei dati, coordinamento dei dati e realizzazione di processi affidabili.

 

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1. Scambio di valore

Si tratta di applicazioni che sfruttano i crypto-asset abilitati dalle piattaforme Blockchain per scambiare denaro o altri asset di valore in modo sicuro e disintermediato. Il 13% dei progetti censiti utilizza questi strumenti allo scopo di efficientare gli scambi di valore tra diversi attori riducendo o eliminando la necessità di intermediari.

Un esempio è il progetto JPM Coin di JP Morgan che, attraverso l’emissione di una propria versione digitalizzata del dollaro (stablecoin), mira a ridurre drasticamente le inefficienze nei pagamenti wholesale transfrontalieri.

 

2. Verificabilità dei dati

Le applicazioni in questa categoria utilizzano le proprietà di immutabilità e trasparenza della tecnologia Blockchain registrando su di essa alcune caratteristiche di dati o documenti, in modo che queste siano visibili e verificabili da altri attori dell’ecosistema o ad attori terzi. Appartengono a questa classe il 24% dei progetti censiti. All’interno di questa categoria si trovano applicazioni dette comunemente di “notarizzazione”, in cui ad esempio viene effettuato il timestamping* di un documento per renderne verificabile la data di creazione e il fatto che esso non sia stato modificato nel tempo. Molti progetti di questo tipo sono stati sviluppati nell’agrifood, con l’obiettivo di offrire maggiori garanzie al consumatore finale sulla tracciabilità dei prodotti.

Ad esempio IBM Food Trust, progetto sviluppato da IBM, utilizza la piattaforma Hyperledger per registrare i vari passaggi subiti dai prodotti alimentari migliorando la visibilità e l'affidabilità della filiera alimentare.

 

3. Coordinamento dei dati

La maggior parte dei casi d’uso analizzati (59% dei progetti) implementano le tecnologie Blockchain e Distributed Ledger in processi di condivisione dei dati, non soltanto notarizzando le informazioni, ma sfruttando anche gli smart contract per portare on-chain lo scambio di dati, consentendo un coordinamento più efficace ed efficiente tra i diversi attori.

Queste applicazioni vengono sviluppate principalmente allo scopo di abilitare la riconciliazione di informazioni mantenute da diversi attori, evitando l’insorgere di divergenze e conflitti. In questi progetti spesso la Blockchain sostituisce il ruolo degli intermediari.

Un esempio è la piattaforma sviluppata da Komgo, che si basa sulla piattaforma Quorum (una versione privata di Ethereum*) per digitalizzare e snellire i processi di trade finance, consentendo alle aziende di scambiare automaticamente i dati e i relativi documenti.

Un altro esempio è la soluzione promossa da Coca Cola che sfrutta il protocollo Baseline per mettere in comunicazione gli ERP aziendali, Hyperledger Fabric e la Blockchain pubblica di Ethereum, abilitando un migliore coordinamento tra gli attori nelle forniture e permettendo laddove un fornitore dovesse essere in difficoltà di poter usufruire del supporto anche di aziende esterne.

 

4. Realizzazione di processi affidabili

Si tratta della categoria in cui rientrano i progetti più ambiziosi, che mirano a eseguire interi processi di business su Blockchain per garantire che ogni loro passaggio sia verificabile. In questi progetti il processo di business viene codificato tramite smart contract utilizzando una piattaforma Blockchain. È chiaramente anche lo scenario di applicazione più complesso e sfidante da realizzare, infatti ad oggi solamente il 4% dei progetti analizzati si pone questo obiettivo.

Nonostante questo, è già possibile osservare questo caso applicativo in alcuni progetti concreti: ad esempio, Santander nel 2019 ha gestito l’intero processo di emissione di un’obbligazione su Ethereum, gestendo on-chain e attraverso dei crypto-asset stabilizzati anche i pagamenti degli interessi maturati dall’obbligazione.

 

utilizzi della blockchain

 

Cosa è necessario per lo sviluppo di applicazioni di business?

Per sfruttare le potenzialità di queste tecnologie e creare applicazioni innovative però, ci sono alcuni elementi che devono ancora essere sviluppati pienamente:

  • Gli ecosistemi che stanno alla base dei progetti Blockchain devono poter accogliere nuovi partecipanti all’interno di un’applicazione;
  • Le piattaforme, sia permissionless sia permissioned, devono offrire performance affidabili sia in termini di scalabilità sia di sicurezza.
    • Le permissionless stanno continuando il loro percorso di sviluppo per superare questi limiti: alcuni esempi sono le soluzioni di layer 2* (come Lightning network e i rollup*) e protocolli come Baseline su Ethereum* o il prossimo upgrade Taproot* su Bitcoin, che mirano anche a incrementare la privacy in queste piattaforme.
    • In quelle permissioned invece, il miglioramento delle performance sta contribuendo fortemente all’evoluzione di protocolli, come ad esempio Corda* o le diverse versione di Hyperledger*;
  • Le applicazioni devono potersi integrare con i sistemi informativi attualmente utilizzati dalle aziende;
  • Le applicazioni devono poter fare affidamento su un framework normativo che definisca delle regole chiare, lasciando aperta però la possibilità di innovare;
  • Le applicazioni devono poter sfruttare alcuni servizi abilitanti, come l’identità digitale o il “cash on chain”.

Il cash on chain come fattore abilitante

L’ultimo punto è uno dei più rilevanti e dibattuti soprattutto in relazione all’evoluzione del fenomeno delle Central Bank Digital Currency (CBDC)*. Il cash on chain, ovvero la possibilità di poter utilizzare la versione digitale di una moneta fiat direttamente all’interno di una piattaforma Blockchain, potrebbe essere un fattore abilitante per portare alcuni processi di business interamente su Blockchain e dare così il via alla creazione di applicazioni realmente innovative e inseribili nella categoria di progetti che realizzano “processi affidabili”.

Oltre il 24% delle banche centrali sta ufficialmente lavorando su questi progetti e alcuni sono già operativi, come in Cambogia o alle Bahamas, o in fase avanzata di sperimentazione, come la Cina o la Svezia. La Banca Centrale Europea invece ha reso pubblico a ottobre il suo lavoro sul Digital Euro e nel corso del 2021 valuterà anche le soluzioni Distributed Ledger tra le possibili tecnologie per la sua implementazione.

 

*Ethereum, Corda, Hyperledger, CDBC, timestamping... Tutte le definizioni nel Glossario della Blockchain

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  • Autore

Direttore dell'Osservatorio Innovative Payments e dell'Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano