Si parla sempre più di smart contract in ambito Blockchain. Con l'avvento della tecnologia a registro distribuito, infatti, gli smart contract sono diventati pilastri fondamentali per l'affidabilità delle interazioni online disintermediate (come transazioni, scambi, prestiti). Ma cosa sono gli smart contract e come utilizzano la Blockchain? Cercheremo di fare chiarezza sul tema all’interno di questo articolo, realizzato dall’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano, che da anni crea e condivide conoscenza sui temi Blockchain.
Ecco le tematiche approfondite all’interno di questo articolo:
- cosa si intende per Smart Contract
- smart Contract e Blockchain
- smart Contract in Italia e nel mondo
- la definizione di Smart Contract per la normativa italiana
Cosa sono gli Smart Contract
Per parlare di smart contracts, letteralmente contratti intelligenti, è necessario partire dalla loro definizione e da come si differenziano dai contratti tradizionali.
Gli smart contract, generalmente, sono definiti come un insieme di istruzioni espresse in linguaggio informatico e visibili a tutti, che vengono eseguite automaticamente da una rete Blockchain al verificarsi di predeterminati eventi. Una volta attivato lo smart contract, la sua esecuzione è garantita e non arrestabile.
Il termine stesso “smart contract”, tuttavia, può generare ambiguità. Spesso, infatti, si tende a confonderli coi contratti tradizionali, anziché considerarli dei veri e propri programmi.
La validità degli smart contracts può essere generalmente condensata nel concetto code is law. Nello smart contract, grazie alla immutabilità delle transazioni registrate, è il codice stesso registrato sulla Blockchain a garantire la corretta esecuzione delle interazioni, ma anche il funzionamento generale del sistema (senza un intermediario). Diversamente, nei contratti tradizionali, l’enforcement è garantito da un ente o un attore terzo (come le istituzioni
Smart Contract e Blockchain
Oggi i più comuni esempi di smart contract sono associati alle piattaforme Blockchain, come ad esempio Ethereum. Il concetto di smart contract, a livello informatico, esiste in realtà da molto prima dell’avvento della tecnologia Blockchain.
Il termine è stato usato per la prima volta da Nick Szabo nel 1996 che tentò di dare una definizione. Il primo vero utilizzo, però, è avvenuto con l'avvento di Ethereum, cinque anni dopo la nascita di Bitcoin. Il merito dei sistemi Blockchain è infatti quello di aver esaltato le caratteristiche e le opportunità di questi contratti intelligenti.
Quali sono i benefici apportati agli Smart Contract dalla tecnologia Blockchain?
Gli smart contract inseriti in una Blockchain hanno la possibilità di un enforcement pressoché automatico e immodificabile dei termini contrattuali in essi contenuti. Più in generale, uno smart contracts operante su una Blockchain ha diverse interessanti caratteristiche, quali:
- certezza dell’esecuzione dei termini visibili a tutti i partecipanti della rete e non solo alle parti coinvolte;
- trasparenza dei termini e dei loro risultati e risvolti tali da essere preimpostati e quindi “pre-compresi” da tutti i partecipanti della Blockchain;
- immutabilità delle transazioni registratee quindi l’impossibilità a modificare o annullare il contratto;
- possibilità di trovare un accordo in assenza di fiducia, sostituendo la fiducia tradizionalmente riposta negli intermediari e tra le parti stesse, con la “fiducia” riposta esclusivamente nel codice e nella rete della Blockchain.
I limiti degli Smart Contract
Nel legame fra smart contract e Blockchain, però, non ci sono solo benefici. C’è infatti chi pone l’accento sulle criticità, e vede gli smart contract come una mera esecuzione di condizioni pre-concordate e pre-programmate in parallelo a contratti tradizionali preesistenti.
Di seguito riportiamo le difficoltà più ricorrenti.
- Difficoltà nel gestire contratti complessi. La codifica in codice informatico di accordi contrattuali complessi diventa impossibile nei casi di difficile interpretazione e, come spesso accade, nei casi in cui gli accordi sono lasciati volutamente ambigui o vaghi per esigenze di flessibilità delle parti coinvolte. È il caso, ad esempio, di contratti che regolano complesse transazioni finanziarie, oppure di quelli volti all’esecuzione di una due diligence in vista di un’acquisizione aziendale. Doveroso è però menzionare il fatto che negli smart contract si possono comunque inserire livelli di discrezione dipendenti dai soggetti coinvolti. Ad esempio, nella scrittura dello smart contract si può scegliere di subordinare l’esecuzione di determinate procedure all’approvazione di un giudice o un soggetto terzo.
- Difficoltà nel determinare correttamente il giudice territorialmente competente. Infatti, la presenza dei nodi su scala globale, potenzialmente e in linea teorica, non permetterebbe ad alcun giudice di “attrarre su di sé” tale competenza territoriale.
Smart Contract in Italia e nel mondo: a che punto siamo?
In questo scenario normativo ancora in fase di sviluppo, ad oggi sono pochi i Paesi che si sono spinti nella regolamentazione giuridica degli smart contract. In alcuni Stati americani come l’Arizona, il Tennessee, l’Ohio e il Nevada sono state emanate delle legislazioni o delle proposte di legge che ne riconoscono già valore. Le Nazioni Unite hanno incluso nel MLETR dei principi per il riconoscimento legale delle operazioni eseguite tramite smart contract. Queste indicazioni sono già state introdotte da diversi Paesi come la Francia, il Giappone, la Germania e gli Stati Uniti.
In Europa il regolatore si è accorto dell’importanza di definire a livello giuridico la validità di uno smart contract. Di conseguenza ha avviato dei processi di valutazione che non si sono ancora conclusi. Anche il Parlamento europeo è intervenuto chiedendo alla Commissione europea di legiferare in tema Blockchain.
La definizione di Smart Contract per la normativa italiana
In Italia, il Ministero dello Sviluppo Economico ha nominato un gruppo di esperti, incaricato di sviluppare una strategia nazionale.
A febbraio 2019, con la Legge di conversione del decreto-legge di semplificazione (il D.l. n. 135/2018), il legislatore italiano ha formulato una definizione di smart contract. Secondo il testo normativo uno smart contract è “un programma per elaboratore che opera su tecnologie basate su registri distribuiti e la cui esecuzione vincola automaticamente due o più parti sulla base di effetti predefiniti dalle stesse”.
Il testo chiarisce, inoltre, che gli smart contracts soddisfano il requisito della forma scritta nel caso di previa identificazione informatica delle parti interessate. A oggi, però, l’AgID non ha ancora rilasciato le linee guida per l’applicazione del decreto legge.
- Autore
Legale, associate partner di Partners4Innovation, svolge dal 2004 l’attività di consulenza direzionale in progetti di compliance.
Gli ultimi articoli di Andrea Reghelin
-
Smart Contract e Blockchain: cosa sono, esempi e normativa 04 aprile 2024
Rimani aggiornato sui trend dell’Innovazione Digitale
Inserisci qui la tua email
Potrebbe interessarti
Cos'è il Web3 e come funziona: guida al web 3.0
Articoli più letti