Dai gattini al web 3.0, scopriamo cosa sono le DApp e come l'impulso della Blockchain potrebbe rivoluzionare l'attuale mercato delle app tradizionali.
App decentralizzate e "cryptofelini"
Gattini digitali da 100mila dollari pagabili in criptovalute. No, non è uno scherzo, ma una delle “strane follie” del mondo Blockchain, che spesso segue le mode del momento. Dietro questo futile gioco si cela un mondo particolarmente interessante, quello delle DApp, ossia delle app decentralizzate.
CryptoKitties è, infatti, uno degli esempi più famosi di applicazioni decentralizzate che vende gattini digitali, unici e inimitabili, anche per cifre folli. Dal sito si possono acquistare e vendere cryptofelini oltre a farli accoppiare per generare nuovi gattini (sono oltre 1,1 milioni i gattini digitali in circolazione).
DApp vs app tradizionali
Le DApp sono applicazioni simili alle app tradizionali, con la differenza fondamentale che al posto di appoggiarsi su server centralizzati sfruttano le piattaforme blockchain e il loro network distribuito.
Le app tradizionali sono molto dipendenti da marketplace centralizzati come Google Play o l’Apple Store a cui gli sviluppatori devono pagare fee elevate, soprattutto se vogliono utilizzare pagamenti in-app. Le DApp invece, sfruttando le funzionalità di pagamento già integrate nella blockchain, possono funzionare indipendentemente da marketplace centralizzati.
Un’ulteriore peculiarità delle DApp è la gestione dei dati: una app tradizionale richiede i dati dell’utente per poter accedere ai servizi stessa (poi gestiti in un database centralizzato in mano allo sviluppatore della app stessa), nelle DApp l’utente utilizza il proprio “account” blockchain, ossia le proprie chiavi crittografiche, evitando così di esplicitare i propri dati personali.
I vantaggi e le opportunità delle DApp
Le DApp presentano, quindi, alcuni vantaggi che possono potenzialmente risolvere alcuni problemi delle applicazioni centralizzate: sono resistenti, non esiste un single point of failure; sono immutabili, nessuno può modificare quello che avviene tramite l’applicazione; gli asset o le informazioni personali possono essere totalmente di proprietà degli utenti.
Sfruttando queste caratteristiche, le opportunità di sviluppo sono molteplici. Alcuni esempi potrebbero essere: siti di informazione resistenti alla censura, social network in cui i dati non possano essere censurati e rimangano di proprietà degli utenti, piattaforme per la registrazione di copyright e proprietà di asset digitali o anche app di messaggistica decentralizzate.
Il panorama internazionale delle DApp
A ottobre 2018, le DApp sono più di 2.000 di cui solo la metà attive. La maggior parte si basa sulla blockchain di Ethereum, anche se stanno nascendo nuove piattaforme orientate a questo tipo di applicazioni come ad esempio EOS, NEO e Quantum. Al momento le DApp con il maggior numero di utenti sono:
- exchange come IDEX (su Ethereum con 21.900 utenti nell’ultimo mese) e Bancor (su Ethereum con 3.400 utenti nell’ultimo mese e una ICO che ha raccolto 153 milioni di dollari in pochi giorni);
- giochi come CryptoKitties (su Ethereum con 3.100 utenti nell’ultimo mese) o giochi di ruolo come EOS Knight (su EOS con 4.100 utenti nell’ultimo mese);
- piattaforme dedicate a scommesse e gioco d’azzardo come BetDice (su EOS con 4.500 utenti nell’ultimo mese);
- piattaforme di advertising come PRA Candy Box (su EOS con 15.600 utenti nell’ultimo mese).
Complessivamente le DApp nell’ultimo mese hanno raccolto un totale di soli 120mila utenti, poco meno di 30mila al giorno. Seppur i numeri siano molto limitati, le applicazioni che potranno essere sviluppate sono molteplici e crediamo che le potenzialità per cambiare profondamente il mondo delle app siano reali.
Valeria Portale e Giacomo Vella - Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger
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