L’Industrial IoT è un ambito in crescente dinamismo nell’ambito dell’Internet of Things, e non solo. Il tema è di assoluto rilievo e trova collocazione in diversi processi dell’Innovazione Digitale e, in particolare modo, in quelli che stanno vivendo i sistemi produttivi con il paradigma dell’Industria 4.0. Con l’aiuto dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano in questo articolo approfondiremo il paradigma dell’IIoT, illustrando le sue caratteristiche principali, la sua diffusione e i principali finanziamenti a supporto.
Cos’è l’Industrial IoT significato
Partiamo innanzitutto con una definizione. L’Industrial Internet of Things rappresenta letteralmente l’applicazione dell’Internet of Things (IoT) nel mondo industriale. È dunque un’evoluzione del concetto di Internet delle cose che riguarda da vicino i processi industriali e mira a rendere questi ultimi più efficienti e sicuri.
Più tecnicamente, per IoT Industriale si intende quel percorso evolutivo della rete Internet attraverso la quale ogni oggetto fisico acquisisce una sua contropartita nel mondo digitale. Alla base dell’IoT (e quindi della tecnologia IIoT) vi sono oggetti intelligenti (capaci cioè di identificazione, localizzazione, diagnosi di stato, acquisizione di dati, elaborazione, attuazione e comunicazione) e reti intelligenti (aperte, standard e multifunzionali).
Le applicazioni IoT al mondo industriale sono anche note con l’espressione “Industrial Internet” o, con una accezione più ampia e recente, ricomprese sotto il paradigma dei “Cyber-Physical Systems”.
Le applicazioni dell'Industrial Internet of Things
Un focus doveroso lo meritano anche gli ambiti d'impiego dell'Industrial IoT:
- Smart Factory: comprende tutto ciò che riguarda controllo avanzamento produzione, sicurezza sul lavoro, manutenzione, movimentazione materiali, controllo qualità, gestione rifiuti;
- Smart Logistics: questo tema include tracciabilità / monitoraggio della filiera tramite tag RFId (Radio-Frequency Identification) e sensoristica, monitoraggio della catena del freddo, gestione della sicurezza in poli logistici complessi, gestione delle flotte (es. tramite GPS / GPRS);
- Smart Lifecycle: si riferisce al miglioramento del processo di sviluppo nuovi prodotti (es. tramite dati provenienti da versioni precedenti dei prodotti connessi), end of life management, gestione fornitori nella fase di sviluppo nuovi prodotti.
Internet of Things alla base dell’Industria di quarta generazione
In che modo dispositivi e applicazioni IoT possono efficientare e migliorare i processi produttivi all’interno delle fabbriche? Le tecnologie di questo tipo sono funzionali all’integrazione hardware/software e uniscono ai modelli produttivi tradizionali il supporto fondamentale di oggetti dotati di una propria "intelligenza".
L’IoT for industrial rappresenta, inoltre, una delle sei tecnologie alla base della cosiddetta Industria 4.0 (anche nota come Smart Manufacturing). Secondo tale principio, che trova collocazione all’interno di una più ampia quarta rivoluzione industriale, le tecnologie digitali - dispositivi IoT, ma anche sensoristica, Cloud, Machine Learning, robotica collaborativa, stampa 3D - sarebbero in grado di aumentare l’efficienza e il valore della produzione stimolando interconnessione e cooperazione tra tutte le risorse, interne e dentro l’impresa.
La diffusione delle applicazioni IIoT in Italia
Nonostante l’instabilità economico-politica e la carenza di materie prime e di semiconduttori, l’evoluzione dell’Industrial IIoT in Italia non si arresta. Il 2022, inoltre, è stato caratterizzato anche da una progressiva diminuzione del divario tra grandi aziende e PMI in termini di progetti avviati e di conoscenza del tema.
Attraverso un’indagine condotta dall’ Osservatorio Internet of Things è emerso che nel 2022 la quasi totalità di grandi aziende che ormai conosce le soluzioni IIoT risulta essere il 98%, mentre la quota di piccole e medie imprese è salita all’87%, diminuendo del 41% il gap registrato nel 2021. Coerentemente, anche il divario sul livello di diffusione dei progetti di Industrial IoT è diminuito: il 77% delle grandi imprese ha avviato almeno un progetto, con il 58% delle PMI che ha fatto altrettanto (mentre era il 27% nel 2021).
Nonostante questa riduzione del gap, rimangono ancora troppo poco valorizzati i dati raccolti dai dispositivi IoT, a prescindere dalla dimensione delle aziende: infatti, il 48% delle grandi imprese e il 70% delle PMI utilizza poco i dati raccolti, o non li utilizza affatto, o addirittura non sa di poterlo fare. Il valore dei dati raccolti non è ancora pienamente percepito dalle imprese a causa soprattutto della mancanza di competenze e di figure specifiche idonee per svolgere tale attività, criticità rilevate dal 50% delle grandi aziende e dal 30% delle PMI.
IoT Industry e servitizzazione
All’interno della Ricerca l’Osservatorio ha anche individuato tre livelli di servitizzazione verso cui le aziende possono tendere:
- un primo livello riguarda tutte quelle realtà che sfruttano le tecnologie IoT per l’attivazione di servizi di notifica e/o servizi basati sulla conoscenza delle condizioni dell’oggetto intelligente, come ad esempio un macchinario;
- un secondo livello riguarda il potenziale beneficio economico legato all’utilizzo di macchinari o impianti connessi attraverso logiche pay-per-use e/o pay-per-performance;
- il terzo livello, infine, guarda un po’ più al futuro e quindi ai concetti di Manufacturing as a Service e di Platform Economy. Soluzioni che includono pagamenti innovativi Machine-to-Machine ne costituiscono un esempio.
Piano Transizione 4.0 e PNRR: un’opportunità per l’IIoT
Anche per le applicazioni di Internet of Things Industriale, vi sono molte iniziative e progetti dedicati con fondi specifici derivanti dal PNRR.
Infatti, i numerosi incentivi del Piano Transizione 4.0, insieme ad altri fattori, hanno permesso, infatti, alle PMI di ridurre il divario con le grandi imprese. Tuttavia, a partire dal 1° gennaio 2023 i crediti d’imposta sono stati drasticamente ridimensionati: la Legge di Bilancio per il 2023 non ha confermato le percentuali agevolative del 2022 e non ha rinnovato l’agevolazione introdotta dal primo Decreto Aiuti per i beni immateriali 4.0.
Però, attraverso nuove iniziative, tra cui il rifinanziamento della misura Beni strumentali, conosciuta anche come “Nuova Sabatini”, il governo mira a facilitare l’accesso al credito delle microimprese e PMI e aumentare la competitività del sistema produttivo italiano. Per questa iniziativa il Ministero delle Imprese e del Made in Italy prevede di stanziare da qui al 2026 un totale di 70 milioni di euro per sostenere investimenti e acquisti in leasing delle aziende.
Se da un lato, tuttavia, la nuova Sabatini difficilmente riuscirà a colmare il vuoto lasciato dal ridimensionamento del Piano Transizione 4.0, dall’altro il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) comprende un ambizioso progetto di riforme per sostenere l’innovazione dei sistemi produttivi. All’interno della Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) le risorse stanziate per la Smart Factory ammontano a circa 14 miliardi di euro.
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Direttore dell'Osservatorio Internet of Things e dell'Osservatorio Connected Car & Mobility del Politecnico di Milano
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