In questa pagina:

  • Cos'è e come funziona la Blockchain
  • Applicazioni Blockchain e Web3
  • Come funziona il sistema Blockchain
  • I progetti Blockchain nel mondo

Cos'è e come funziona la Blockchain

Oggi si fa un gran parlare della tecnologia Blockchain. Siamo in un momento storico in cui questa innovazione sta catalizzando moltissime attenzioni, ma troppo spesso si rimane incagliati in una confusione ancora abbastanza generalizzata, tra Criptovalute, Bitcoin, Piattaforme Blockchain, Smart Contracts e quant'altro. 

Questa guida nasce proprio con l'intento di provare a fare ordine e dare una spiegazione cos'è la Blockchain e a cosa serve questa tecnologia. Iniziamo, quindi, dando una netta definizione di Blockchain:

La Blockchain (letteralmente "catena di blocchi") sfrutta le caratteristiche di una rete informatica di nodi (ossia computer della rete aventi una copia del registro Blockchain) e consente di gestire e aggiornare, in modo univoco e sicuro, un registro contenente dati e informazioni in maniera aperta, condivisa e distribuita senza la necessità di un’entità centrale di controllo e verifica.

La Blockchain può essere introdotta per disintermediare interazioni di varia natura, consentendo potenzialmente, di fare a meno di banche, notai, istituzioni finanziarie e così via. Altre modalità di utilizzo variano dalla creazione di processi sicuri all’introduzione di nuovi modelli di interazione.

La Blockchain è inclusa nella più ampia famiglia delle tecnologie di Distributed Ledger, ossia sistemi che si basano su un registro distribuito (che può essere letto e modificato da più nodi di una rete). La rivoluzione digitale della Blockchain, però, è nata dal Bitcoin, la prima criptovaluta. Da allora la tecnologia si è evoluta e ha dimostrato il proprio potenziale in diversi settori oltre a quello finanziario. Oggi i principali ambiti di applicazione della tecnologia Blockchain possono essere divisi in tre macroaree, quali Internet of Value, Blockchain for business e Decentralized web.

Molte sono quindi le tematiche da affrontare, trasversali a diversi ambiti e applicazioni. Compito di questa guida sarà quello di spiegare la Blockchain in maniera semplice, mettendo comunque a fuoco le opportunità per il business e i benefici da cogliere. Il tutto con l'aiuto dell'Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano, che da sempre si pone l’obiettivo di produrre conoscenza e far ordine e chiarezza su questi temi.

Storia della Blockchain

Nonostante la tecnologia dei registri distribuiti (DLT) fosse già in circolazione da molto tempo, la Blockchain nasce il 3 Gennaio 2009 con l’invenzione di Bitcoin. Dalla nascita della prima criptovaluta sono state condotte numerose sperimentazioni e studi sulle piattaforme esistenti e sui casi d'uso.

che cos'è blockchain, storia e applicazioni

Il 2016 è caratterizzato da un grande hype mediatico. La stampa inizia a parlarne e si diffonde l’idea che la Blockchain possa essere una delle tecnologie che rivoluzioneranno il digitale. Successivamente si assiste a un’esplosione dei progetti Blockchain, spesso accompagnati da delle ICO (Initial Coin Offering). Esaurito l’hype mediatico, avviene un drastico crollo delle criptovalute. Questo periodo passerà alla storia come “Cryptowinter”, in cui molti progetti falliscono e le ICO incontrano numerosi ostacoli normativi e difficoltà nello sviluppo di progetti.

Nel 2020 si assiste, invece, a delle iniziative da parte di banche centrali e governi. Accelerano le sperimentazioni per emettere delle Central Banks Digital Currencies (CBDC) e la commissione EU lavora nel Finance Digital Package su un regolamento per i crypto asset.

Nel 2021 cresce il mondo della finanza decentralizzata (DeFi), mentre i crypto-asset guadagnano rilevanza grazie all’adozione di alcuni istituti finanziari e alla riscoperta del fenomeno degli NFT.

Nel 2022 si assiste alla diffusione del termine Web3 e alla crescita delle applicazioni costruite su piattaforme pubbliche.

Nonostante i cicli di hype mediatico, possiamo notare una continua evoluzione della Blockchain. L'adozione di questa tecnologia è, infatti, in costante crescita e, anno dopo anno, attrae investimenti da ogni parte del globo.

Perché la Blockchain è sicura, le principali caratteristiche

Le Blockchain non sono dei comuni registri, incorporano, infatti, delle proprietà uniche in grado di offrire diverse opportunità in ambito business. I valori che stanno dietro alla tecnologia Blockchain rispecchiano in tutto e per tutto le motivazioni per le quali è stata creata.

La Blockchain nasce, infatti, in risposta alla crisi finanziaria del 2008, figlia di un sistema finanziario opaco, controllato da pochi attori. Allargando le vedute oltre al mondo finanziario, la Blockchain nasce per dare alle persone uno strumento digitale sicuro, trasparente, decentralizzato e disintermediato.

Il mondo della Blockchain è molto vario, ogni piattaforma ha i suoi vantaggi e le sue particolarità. Tuttavia, è possibile identificare sei caratteristiche comuni a molte delle Blockchain presenti oggi. La prima fa ovviamente riferimento alla digitalizzazione e alla trasformazione dei dati in formato digitale. Di seguito, le altre cinque caratteristiche della Blockchain e che rendono questa tecnologia molto sicura e affidabile:

Decentralizzazione

Le informazioni vengono registrate distribuendole tra più nodi per garantire sicurezza informatica e resilienza dei sistemi.

Disintermediazione

Le piattaforme consentono di gestire le transazioni senza intermediari, ossia senza la necessità di affidarsi a una terza parte.

Trasparenza e Verificabilità

Il contenuto del registro è trasparente e visibile a tutti ed è facilmente consultabile e verificabile.

Programmabilità dei Trasferimenti

Possibilità di programmare determinate azioni che vengono effettuate al verificarsi di certe condizioni.

Immutabilità del Registro

Una volta scritti sul registro, i dati non possono essere modificati senza il consenso della rete.

La Blockchain nel Web3

Con il termine Web3 si descrive una nuova versione del web basata sulla Blockchain e principi come la decentralizzazione, la componibilità delle applicazioni, l’accessibilità dei servizi, la privacy dei dati e la possibilità per gli utenti di possedere e scambiare asset digitali e gestire la propria identità online senza intermediari.

La parola “Web3” viene, quindi, usata per descrivere l’evoluzione del Web2 odierno, fortemente centralizzato e in cui i dati e le informazioni transitano attraverso pochi attori. Questa nuova forma di web offre la possibilità di creare applicazioni decentralizzate interoperabili (DApp), in cui diverse funzionalità possono essere combinate e integrate tra loro in modo modulare. Ciò permette agli sviluppatori di creare soluzioni personalizzate e innovative, ampliando le possibilità e le opportunità offerte dal Web3.

Un esempio di queste applicazioni del Web3 è dato dai protocolli di finanza decentralizzata (DeFi) di cui parleremo più avanti. Tutto questo è possibile grazie a tre componenti della tecnologia Blockchain: i token (fungibili e Non Fungible Tokens), gli smart contract e i wallet.

Mentre il Web3 rappresenta ancora una fase iniziale di sviluppo, le sue potenzialità sono ampie e promettenti. Gli utenti, le aziende e le istituzioni pubbliche stanno iniziando a esplorare e a adottare questa nuova era del web, spinti dalla ricerca di maggiore sicurezza, trasparenza e dalle nuove dinamiche di interazione abilitate dalla tecnologia Blockchain.

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Applicazioni Blockchain e Web3

La Blockchain e il Web3 stanno rivoluzionando il panorama tecnologico mondiale, introducendo una vasta gamma di applicazioni innovative. Queste tecnologie non si limitano più alla mera gestione delle transazioni finanziarie, ma si estendono in modo trasversale a diverse tipologie di applicazioni. Tali soluzioni innovative possono essere suddivise in tre categorie.

1. Internet of Value: costituita dalle applicazioni incentrate sugli scambi di valore, questa categoria comprende le criptovalute, che hanno aperto la strada a una nuova forma di moneta digitale, gli stablecoin, che offrono stabilità attraverso ancoraggi a riserve reali, e le monete virtuali proposte dalle banche centrali (CBDC).

2. Blockchain for Business: cluster che comprende applicazioni che sfruttano la tecnologia Blockchain per ottimizzare processi tradizionali aziendali. Include la tracciabilità della supply chain, la gestione dell'identità digitale, i titoli finanziari tokenizzati e molto altro ancora.

3. Decentralized Web: questa categoria incarna l'universo dei Non-Fungible Token e dei collectibles e delle applicazioni decentralizzate (DApps).

Nei prossimi paragrafi, esploreremo dettagliatamente ciascuno di questi cluster, gettando luce sulle loro applicazioni, impatti e potenziali futuri.

Internet of Value

Quando si parla di Internet of Value si fa riferimento ad applicazioni incentrate sullo scambio del valore, che spesso si concretizzano attraverso criptovalute, stablecoin e valute virtuali supportate dalle banche centrali, note come CBDC. Queste applicazioni introducono un nuovo paradigma nell'amministrazione degli scambi di beni di valore, in quanto eliminano la necessità di intermediari.

L'Internet of Value potrebbe, dunque, segnare una svolta epocale nel modo in cui le imprese e i singoli utenti conservano e trasferiscono valore tra di loro, rendendo superflui i tradizionali circuiti di pagamento privati.

La tecnologia Blockchain apre le porte a una nuova forma di moneta. Che siano criptovalute, stablecoin o CBDC, le monete digitali introducono nuove caratteristiche, come la programmabilità e la trasferibilità globale, a tempi e costi inferiori rispetto agli standard di oggi.

Bitcoin e le criptovalute

Come abbiamo già detto Bitcoin è la prima criptovaluta, ma non è più l’unica. Negli ultimi anni il mondo delle criptovalute è letteralmente esploso, tanto che oggi se ne contano almeno un migliaio. Ma esattamente cosa sono le criptovalute? Sono strumenti finanziari alternativi? Valute vere e proprie?

Definizione alla mano, le criptovalute sono monete digitali decentralizzate che utilizzano tecniche crittografiche per garantire la sicurezza degli scambi tra gli utenti. Tante sono le differenze dalle valute tradizionali e tante sono anche le nuove piattaforme che si sono guadagnate le luci della ribalta. Parliamo di Ethereum, Litecoin, Polkadot, Algorand, Cosmos, nomi ormai noti non soltanto agli addetti ai lavori.

Molti i punti di forza, diversi anche quelli di debolezza. Una cosa è certa: la rivoluzione digitale delle criptovalute continua!

Cripto significato, che cosa è la criptovaluta

Stablecoin

Le stesse proprietà “rivoluzionarie” delle criptovalute unite alla stabilità della moneta a corso legale, come l’euro e il dollaro. In una parola sola: stablecoin. Essi rappresentano, infatti, l’incontro di due mondi e potrebbero offrire i vantaggi di due sistemi monetari: la versatilità e la programmabilità delle criptovalute da un lato e le garanzie delle monete garantite dai meccanismi istituzionali dall'altro.

Non a caso, però, la criticità principale delle criptovalute è la volatilità. L’andamento schizofrenico di questo mercato negli ultimi anni ha rappresentato infatti il limite più grande alla loro adozione. Il funzionamento degli stablecoin permette di superare proprio questo limite.

Le CBDC (Central Bank Digital Currencies)

L’emergenza sanitaria ha indirettamente accelerato diversi trend relativi ai pagamenti digitali già in forte sviluppo nell’ultimo decennio. Uno di questi riguarda l’adozione delle criptovalute sia da parte dei privati che da aziende e istituzioni.

Inoltre, la pandemia ha fornito anche un forte impulso ai progetti delle banche centrali in vari Paesi, spingendole a esplorare le potenzialità della tecnologia alla base delle criptovalute per creare le versioni digitali delle loro valute nazionali, note come CBDC (Central Bank Digital Currency).

Le CBDC rappresentano una forma digitale delle valute fiat nazionali, ossia le valute legali emesse e gestite da istituzioni sovrane come le banche centrali. A differenza delle criptovalute, le CBDC non sono decentralizzate, ma sono supportate da un governo e costituiscono una passività della banca centrale.

Di conseguenza, godono dello stesso status legale delle valute tradizionali emesse dalle banche centrali. Mentre nei metodi attuali di pagamenti elettronici, come carte prepagate, dispositivi elettronici e bonifici, le transazioni avvengono attraverso intermediari, le Central Bank Digital Currency consentono trasferimenti digitali diretti senza dover ricorrere ai circuiti di pagamento tradizionali.

Tuttavia, nonostante i numerosi vantaggi legati all'introduzione delle CBDC, sorgono anche diverse sfide in questo nuovo panorama dei pagamenti digitali. Tra queste, vi sono questioni legate alla privacy dei cittadini, la necessità di garantire l'interoperabilità con i sistemi legacy e le altre valute digitali globali, nonché l'importanza di evitare stravolgimenti eccessivi nell'attuale settore finanziario.

A livello globale sono numerosi i progetti di CBDC in corso, ma pochi sono quelli che hanno già preso forma. In Europa, ad esempio, si sta discutendo del Digital Euro, una proposta di valuta digitale emessa dalla Banca Centrale Europea che coesisterebbe con il contante. Incluso nella proposta di regolamento Single Currency Package, il Digital Euro rappresenterebbe un'alternativa sicura, economica e ampiamente accettata per i pagamenti digitali.

Blockchain for Business

Tra le diverse applicazioni della tecnologia Blockchain, quelle rientranti nella categoria “Blockchain for Business” si focalizzano su progetti che mirano a efficientare i processi aziendali tradizionali. Questo particolare utilizzo della tecnologia a registro distribuito trova applicazione in vari settori, dalla logistica alla moda, all'agricoltura, al mondo finanziario.

I progetti “Blockchain for Business” possono essere ulteriormente suddivisi in due categorie: la prima riguarda i progetti di ecosistema, che implicano la partecipazione di più attori all'interno di un settore. Per tale motivo, i progetti spesso prevedono la creazione di piattaforme per la gestione sicura di documenti e flussi di informazioni. La seconda categoria riguarda, invece, i progetti indipendenti, proposti e sviluppati da singole aziende. Questi progetti costituiscono iniziative a sé e non coinvolgono necessariamente altri attori all'interno dello stesso settore.

Tra le diverse tipologie di applicazioni presenti nella Blockchain for Business, forniamo un approfondimento sull'uso della Blockchain nelle Supply Chain e sulla tokenizzazione nel settore finanziario.

La Blockchain nella Supply Chain, utilizzi e vantaggi

All’interno delle Supply Chain – ovvero nei processi di produzione e distribuzione di beni e servizi, dalla loro origine fino al consumatore finale – si possono trovare usi della Blockchain molto diversi. Le principali aree di applicazione di questa tecnologia presenti nella “catena di approvvigionamento” sono:

  • gestione sicura di dati condivisi tra diverse funzioni aziendali o aziende dello stesso gruppo;
  • tracciabilità di prodotti e merci lungo la catena di approvvigionamento per garantire la trasparenza dell'origine dei beni e certificare i diversi passaggi avvenuti lungo la filiera;
  • scambio di documenti in formato digitale, come ordini e Documenti di Trasporto (DdT);
  • automazione del portale fornitori tramite l’utilizzo delle Verifiable Crendentials (VC);
  • automazione di contratti e pagamenti lungo la filiera.

Oltre all’applicazione della tecnologia Blockchain nei processi di Supply Chain in azienda, ci sono infine applicazioni in ambito Supply Chain Finance che combinano diversi casi d’uso tra quelli presentati per efficientare sinergicamente sia i flussi finanziari che quelli informativi all’interno della filiera.

Tokenization, significato e utilizzo per i processi tradizionali

I token possono essere utilizzati per rappresentare una vasta gamma di cose, tra cui certificati, prodotti, diritti di accesso o appartenenza a un'organizzazione. A oggi l’applicazione più diffusa riguarda l'utilizzo dei token per rappresentare asset sulla Blockchain, soprattutto asset finanziari.

Numerose iniziative di rilevanza internazionale stanno esplorando la tokenizzazione di asset come immobili, crediti di carbonio e orologi di lusso, ma le iniziative più significative riguardano la tokenizzazione di azioni e obbligazioni. Tra i progetti più celebri si possono citare il Six Digital Exchange (SDX) in Svizzera e il progetto del London Stock Digital Exchange (LSEG) in Inghilterra.

La tokenizzazione degli asset finanziari può aprire la strada a una rivoluzione nel mondo finanziario globale, consentendo l'introduzione di logiche di programmabilità, migliorando l'efficienza dei processi e stabilendo nuovi standard di sicurezza e trasparenza nei mercati finanziari.

Decentralized Web e Blockchain

Come abbiamo visto, tra i vari utilizzi della tecnologia Blockchain spicca la sua figura come pilastro fondante di una nuova versione di Internet, nota come web decentralizzato o Decentralized Web.

A oggi, Internet è amministrato principalmente da un ridotto numero di aziende, responsabili sia dell'infrastruttura che dei servizi. Non solo, però. Queste aziende, infatti, gestiscono anche i dati degli utenti – spesso, infatti, le nostre identità online sono affidate ad aziende come Google e Meta –.

Questa nuova versione del web, che si baserà sulla tecnologia Blockchain, propone una gestione disintermediata dell'identità, ma non solo. Introduce, infatti, anche il concetto di possesso di oggetti "virtuali" su Internet e la possibilità di interagire con applicazioni decentralizzate e molto altro. Tutto ciò permette di offrire un'esperienza utente nuova e avanzata.

da web1 a web 3

Evoluzione di internet, dal Web1 al Web3

In questa sezione della guida digitale dedicata alla Blockchain, forniremo un'introduzione dettagliata ai concetti chiave del Web3. Tra di questi, le applicazioni decentralizzate (DApp), le organizzazioni decentralizzate (DAO), gli asset rappresentati sotto forma di token non fungibili (NFT), i collectibles e un nuovo paradigma di identità digitale noto come Self-Sovereign Identity (SSI).

Che cosa è una DApp: gaming DeFi e molto altro

Le DApp (acronimo di "Decentralized Applications", che letteralmente significa "applicazioni decentralizzate") costituiscono una rivoluzione nell'ambito delle applicazioni online: a differenza delle app tradizionali, le DApp sfruttano le piattaforme Blockchain e la loro rete distribuita anziché affidarsi a server centralizzati.

Tramite l’appoggio alla Blockchain, le DApp consentono di introdurre servizi innovativi, impensabili nel Web2, come per esempio il lending peer-to-peer (ossia prestiti tra utenti senza intermediari). Un ulteriore elemento distintivo delle applicazioni decentralizzate è la gestione dei dati. Le app tradizionali richiedono l'accesso ai dati dell'utente, mentre le DApp permettono agli utenti di utilizzare la propria identità sulla Blockchain. Ciò consente un’interazione disintermediata con le applicazioni.

dapp blockchain

Numero di DApp nel mercato e distribuzione settoriale delle prime 100 applicazioni decentralizzate per numero di utenti

Le DApp sono varie e molto diverse tra loro, tra le categorie più diffuse ci sono:

  1. la DeFi (acronimo di “Decentralized Finance”, in italiano “finanza decentralizzata”);
  2. le DApp di gaming;
  3. i marketplace;
  4. i social network;
  5. le DApp di gambling.

Nel settore DeFi, le DApp sfruttano le piattaforme Blockchain, principalmente Ethereum, per creare nuovi prodotti e servizi finanziari. Le DApp DeFi possono essere a loro volta divise in diverse categorie, come gli exchange decentralizzati (es. Uniswap), le piattaforme di lending (es. Compound) e le soluzioni di tokenizzazione di asset finanziari (es. OndoFinance).

Le DApp, quindi, presentano vantaggi rilevanti nel risolvere alcune delle sfide tipiche delle applicazioni del Web2. La loro solidità deriva dall'assenza di un singolo punto di vulnerabilità, mentre l’immutabilità incorporata assicura l'integrità operativa dell'applicazione. Infine, agevolano interazioni sicure tra gli utenti, consentendo loro di mantenere un controllo diretto sui propri asset e dati.

Cos’è e come funziona una DAO

Le DAO (acronimo di "Decentralized Autonomous Organization", ovvero "Organizzazione Autonoma Decentralizzata"), rappresentano un innovativo modello di organizzazione basato sulla Blockchain.

L’Osservatorio Blockchain & Web3 stesso, però, da una definizione puntuale delle DAO. Seguendo questa spiegazione, si può dire che

Le DAO sono come una particolare tipologia di community online di proprietà collettiva degli stessi membri della community. La partecipazione a una DAO è gestita attraverso l’utilizzo di token, ciascun possessore del relativo token ha la possibilità di esprimere il proprio voto sulle questioni inerenti alla DAO stessa.

Le DAO, ovvero entità autonomamente gestite, permettono agli utenti di prendere decisioni democratiche attraverso votazioni decentralizzate, riducendo la necessità di intermediari fidati.

Le DAO, infine, sono utilizzate in vari contesti, tra cui la finanza decentralizzata (DeFi), la gestione di progetti open source e organizzazioni senza scopo di lucro. Un esempio di successo è l'uso dei DAO nelle piattaforme DeFi per votare su modifiche di protocollo o per decidere su proposte di finanziamento. Negli Stati Uniti si è invece assistito all’acquisto di un campo da golf da parte di un gruppo di utenti privati, riunitosi sottoforma di DAO (“LinksDao”).

Cosa sono gli NFT: il mondo dei collectibles nella Blockchain

Gli NFT, o Non-Fungible Tokens ("token non fungibili"), rappresentano un'innovazione dirompente con impatti significativi nella rappresentazione della proprietà di qualsiasi asset digitale (e non). Basati sulla tecnologia Blockchain, offrono tracciabilità e autenticità attraverso un codice unico.

I primi NFT hanno iniziato a diffondersi nel 2017 con il gioco Cryptokitties, permettendo agli utenti di acquistare, collezionare e scambiare gattini virtuali unici sulla Blockchain di Ethereum. Nel tempo, gli NFT hanno ampliato la loro portata, guadagnando popolarità nel mondo dell'arte, della finanza, della musica e dei giochi online.

Il primissimo e più popolare utilizzo degli NFT in ambito retail riguarda la creazione e la vendita di immagini collezionabili, oggetti digitali che oggi vengono definiti “collectibles”. A partire dal 2017 si è verificata un’esplosione del numero di collectibles, trend sicuramente facilitato dalla semplicità di realizzazione degli NFT.

La creazione di un token non fungibile è, infatti, accessibile anche a chi non ha competenze di programmazione, attraverso servizi e piattaforme. Nonostante l'hype attorno al mondo dei collectibles sia calato da allora, la tecnologia offre possibilità d’innovazione in diversi ambiti. La tokenizzazione potrebbe, infatti, trasformare beni illiquidi in asset rapidamente negoziabili, con potenziali applicazioni nel settore immobiliare, finanziario e non solo.

Gli NFT, quindi, rappresentano una tecnologia innovativa con molteplici applicazioni, dalla musica ai giochi, alla finanza. Mentre il mercato potrebbe subire cicli di hype e raffreddamento, la loro natura unica e la loro potenziale evoluzione sembrano indicare un futuro florido per questa tecnologia.

SSI e Blockchain

Il termine "Self-Sovereign Identity" (SSI) è stato coniato nel 2016 da Christopher Allen, esperto di sicurezza e identità online. Indica un modello di identità digitale decentralizzato basato sulla tecnologia Blockchain, che restituisce agli utenti il controllo sulle proprie informazioni personali.

Il modello SSI mira a superare i limiti dei sistemi di identificazione digitale centralizzati, come quelli basati sugli Identity Provider (di cui il caso italiano di SPID è un esempio). La Self-Sovereign Identity consente infatti agli utenti di generare un identificativo univoco, controllato attraverso meccanismi crittografici simili a quelli utilizzati nelle transazioni su Blockchain come Bitcoin o Ethereum.

Il funzionamento tecnico della SSI si basa su tre elementi principali: i Decentralized Identifiers (DID), le Verifiable Credentials (VC), e i DID Document. I DID sono identificativi univoci basati su chiavi crittografiche, le VC sono attributi collegati a un'entità e i DID Document forniscono informazioni aggiuntive a un DID.

La tecnologia Blockchain fornisce la base per la SSI, con vantaggi come il controllo dell'utente sulle informazioni personali, la flessibilità nella creazione di certificati, la riduzione del rischio di frodi e duplicazioni dei documenti e costi infrastrutturali inferiori.

Alcuni esempi internazionali di implementazione della SSI includono progetti come Verified.me in Canada, uPort in Svizzera, DIZME in Europa, e l'iniziativa europea ESSIF.

Come funziona il sistema Blockchain

La Blockchain è alla base degli utilizzi illustrati nei precendeti paragrafi, in quanto è una struttura dati che contiene una sequenza di transazioni solitamente raggruppate in blocchi concatenati. La transazioni da includere e il loro ordine nel blocco vengono stabilite tramite un meccanismo di consenso. Questo si basa tipicamente su incentivi e disincentivi economici, attuati tramite asset contabilizzati nella Blockchain stessa, e al suo interno può partecipare chiunque (piattaforme permissionless). Per aggiungere una transazione alla Blockchain, questa deve essere firmata dall’emittente tramite un dispositivo di firma, comunemente chiamato wallet.

La Blockchain, però, è molto di più che un insieme di transazioni. Con Ethereum sono, infatti, state introdotte anche le virtual machines (VM), in particolare l’Ethereum Virtual Machine (EVM), una componente software specializzata che gestisce lo stato della Blockchain e permette l’esecuzione di smart contracts.

In questo paragrafo della guida sulla Blockchain, approfondiremo alcuni aspetti tecnici che pongono le fondamenta per la realizzazione di tutte le applicazioni discusse fino a questo momento.

Cosa sono gli smart contracts

Sebbene il concetto di smart contract , a livello informatico, esista da prima dell’avvento di questa tecnologia, è proprio la Blockchain ad aver “esaltato” caratteristiche e potenzialità dei cosiddetti “contratti intelligenti”. Per comprendere cosa sono gli smart contract è, dunque, fondamentale approfondirli all’interno del più ampio scenario della tecnologia Blockchain.

Nonostante si chiamino contratti intelligenti, gli smart contracts non sono dei documenti, bensì dei programmi che garantiscono agli attori coinvolti la certezza di una corretta esecuzione delle condizioni a cui si ha acconsentito. L'inserimento degli smart contract in una Blockchain conferisce loro l’immutabilità del codice, la trasparenza e la non interrompibilità dell’esecuzione.

Tuttavia, esistono ancora alcuni limiti e criticità. Le difficoltà principali includono la gestione di contratti complessi, il riconoscimento e la trattazione giuridica di questi strumenti. La realizzazione di contratti troppo complessi potrebbe infatti aumentare il rischio della presenza di errori nel codice dello smart contract. Alcune problematiche di tipo giuridico derivano invece della natura globale della Blockchain.

Cosa sono i token

L’Osservatorio Blockchain & Web3 ha definito i token come:

strumento utilizzato per la gestione di asset digitali non nativi all’interno di una piattaforma Blockchain. I token possono essere utilizzati come rappresentazioni di altri beni digitali o fisici o di un diritto, come la proprietà di un asset o l’accesso a un servizio.

Messa in parole semplici, quindi, un token è un’unità digitale che può essere scambiata senza intermediari, e che può rappresentare qualsiasi cosa: il diritto di voto, un’opera d’arte, un biglietto, un abbonamento, oppure la proprietà di una casa.

Non tutto nasce nativamente sotto forma di token. Anzi, la maggior parte del mondo oggi ancora si basa su processi cartacei o garantiti da intermediari. Alcune aziende, però, stanno iniziando a sfruttare i token e il processo di rappresentazione di un bene o un diritto sotto forma di token prende il nome di “tokenizzazione”.

Cosa sono i wallet

I wallet Blockchain sono essenzialmente dei “dispositivi di firma” che permettono agli utenti di custodire token e criptovalute ed effettuare operazioni sulla Blockchain.

Che si tratti di aziende o utenti, i wallet conservano le chiavi private degli utenti. Gli account degli utenti sulla Blockchain sono infatti costituiti da una chiave pubblica (il corrispettivo di un indirizzo IBAN), una chiave privata (il corrispettivo della password), e una seed phrase (o frase di recupero). Per effettuare una transazione sulla Blockchain l’utente o l’azienda utilizza il wallet per firmare le transazioni con la propria chiave privata.

Esistono diverse tipologie di wallet e diverse possibili configurazioni. La distinzione principale si articola tra wallet custodial e wallet non-custodial.

  • Wallet custodial: le chiavi del wallet sono gestite da una terza parte. L’utente utilizza il wallet fidandosi del provider, senza però dover conservare autonomamente le chiavi private.
  • Wallet non custodial: questi wallet sono gestiti direttamente dagli utenti, che diventano quindi i soli possessori e responsabili del proprio wallet.

La differenza maggiore tra questi due approcci risiede nell’effettivo controllo degli asset. Il concetto può essere brevemente riassunto dal mantra “not your keys, not your coins”. Questa frase, spesso utilizzata nel mondo Blockchain, esprime come nel caso di un wallet custodial l’utente non si possa definire direttamente proprietario degli asset, in quanto gestiti da terze parti.

I progetti Blockchain nel mondo

La diffusione della Blockchain nel mondo in ambito aziendale è in costante crescita. Le imprese continuano a guardare la Blockchain come uno dei grandi paradigmi innovativi del prossimo futuro.

In particolare, il 2023 ha evidenziato importanti segnali di consolidamento per il settore. È stata promossa un’evoluzione più consapevole della tecnologia Blockchain, dando una maggiore attenzione agli aspetti etici e sostenibili. Inoltre, si sono registrati numeri di mercato incoraggianti. Infine, le autorità di tutto il mondo si sono mosse verso una maggiore attenzione alla regolamentazione del settore. L’Europa, in particolare, ha dimostrato una certa sensibilità nei confronti delle crypto-attività. Con l'entrata in vigore del MiCAr (acronimo di Market in Crypto Asset regulation) nel 2024 le aziende europee avranno dunque una normativa di riferimento nell'approcciarsi a questa tecnologia.

In questo contesto aziende e PA di tutto il mondo hanno proseguito lo sviluppo di progetti Blockchain: l’Osservatorio Blockchain e Web3 ha identificato 297 nuovi casi, +19% rispetto al 2022.

Nello specifico, i nuovi progetti legati all’Internet of Value rilevati sono 95, ossia il 32% del totale, in continuità con quanto registrato nel 2022. Tali progetti coinvolgono servizi di custodia e investimento in criptovalute, l’utilizzo di stablecoin e CBDC. In questo ambito si trova il già citato Digital Euro, che potrebbe rappresentare una potenziale rivoluzione dei pagamenti nel panorama finanziario europeo.

Il settore Blockchain for business continua a riguardare il maggior numero di iniziative sviluppate dalle aziende. Nel 2023 sono 106 in tutto i casi (36% del totale), con una crescita del +58% rispetto all’anno precedente. Tale crescita è principalmente attribuibile alle numerose aziende che hanno sviluppato progetti di tokenizzazione per innovare i propri processi aziendali. Il settore finanziario, in particolare, è quello che ha dimostrato più di tutti l’impatto dei token nel proprio ambito. Crédit Agricole Italia e Mediobanca, ad esempio, hanno introdotto fondi tokenizzati per migliorare i propri processi.

Infine, anche il Decentralized web continua a evolversi, con 96 nuovi casi (32%), in linea con il precedente anno. In questi progetti la Blockchain funge da piattaforma tecnologica per sviluppare servizi innovativi più vicini al paradigma Web3, come le applicazioni decentralizzate (DApp) o i progetti legati agli NFT.

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