Quali effetti sul Fintech dal Coronavirus?

30 marzo 2020 / Di Filippo Renga / 0 Comments

In questo periodo molti giornalisti, ma anche imprenditori Fintech e manager di istituti finanziari, ci chiedono quale sarà l’impatto del Coronavirus sul Fintech. Provo allora a porre sul tavolo di questa valutazione non semplice qualche riflessione raccolta dall’esperienza vissuta con le precedenti crisi, la bolla internet del 2000 e la crisi Lehman del 2008.

 

Fintech e Coronavirus: "l'eredità" della crisi Lehman

Nei momenti di discontinuità, ed in particolare durante le crisi, le strutture più agili e veloci riescono a muoversi meglio per cogliere le nuove opportunità. È il darwinismo, un concetto oramai applicabile al mondo delle imprese e di cui le startup beneficiano più di tutti. Lo stesso “fenomeno delle startup Fintech” è nato in buona parte come conseguenza della crisi finanziaria iniziata nel 2008 con il fallimento di Lehman. In quel periodo sono venuti a mancare alcuni servizi base del mondo finanziario e in molti hanno quindi pensato di creare delle alternative, dando vita a startup Fintech.

In questa crisi indotta dal Coronavirus il settore finanziario è certamente impattato in modo rilevante, lo vediamo negli andamenti di borsa, ma alcune conseguenze possono ampliare gli investimenti in innovazioni digitali. Va ricordato anche che l’agilità e la velocità non sono appannaggio solo delle piccole aziende, come ha ben dimostrato Marchionne con FIAT e l’acquisizione di Chrysler durante la crisi finanziaria del 2009.

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Startup Fintech, un canale alternativo in tempi di Coronavirus

In primo luogo, il coronavirus sta incentivando direttamente le relazioni e i servizi digitali. Lo stiamo vedendo con l’eCommerce, che i nostri ultimi dati danno in fortissima crescita in questi giorni.

Lo Smart Working è stato forzato in tutti gli Istituti finanziari. Nel mondo bancario in particolare, la momentanea mancanza dei canali fisici bancari e la necessità per i clienti di fruire di servizi remoto spingono molti consumatori e aziende a valutare canali alternativi. Lo si è visto per le PMI nelle necessità più a breve legate al capitale circolante o ai sistemi di pagamento.

Mi giungono domande del tipo: “come faccio a farmi pagare da chi mi portava gli assegni?”, “come attivo il factoring su queste fatture?”. Recentemente una startup ospitata al PoliHUB che opera nei servizi di crowdtesting, e una PMI Agrifood, mi hanno esplicitato la stessa situazione “la nostra banca non ci risponde, ma ho visto che ci sono alcuni servizi online simili. Secondo voi vale la pena provarli? Sono affidabili?”. Se la crisi perdura, queste esperienze lasceranno il segno: la storia insegna che tutte le volte che un’azienda o un consumatore sperimentano un servizio innovativo efficace, anche per un periodo di tempo limitato, difficilmente tornano indietro.

 

Big Data e AI per la gestione del rischio

In secondo luogo, le crisi generano mutazioni nella gestione del rischio, e la gestione del rischio è per definizione un tema gestito dagli istituti finanziari di qualsiasi tipo (Banche, Assicurazioni, Mercati finanziari, Gestori di risparmi e di sistemi di pagamento, …).

Lo stesso rischio sanitario è strettamente correlato con la finanza (l’Insurance, il Wealth & Asset management, i Payments, …). Tecnologie come i Big Data Analytics, il Machine Learning e l’IoT possono aiutare a gestire questi nuovi rischi. A questo proposito i nostri dati evidenziano chiaramente che una larga parte delle startup Fintech basano il proprio vantaggio competitivo proprio su Big Data Analytics e Artificial Intelligence (rispettivamente il 55% e il 50%), e conseguentemente potranno beneficiare più di altri di questa situazione.

 

I rischi per le startup Fintech

Per contro, un importante rischio per le startup Fintech è che molte aziende si fermino per troppo tempo, anche solo per prudenza, e facciano mancare la prima fonte di sostentamento finanziario di questi attori innovativi: i clienti e i nuovi contratti. Questo “ucciderebbe” anche le startup che fino ad oggi hanno dimostrato di offrire servizi efficaci sul mercato.

Le startup sono infatti tipicamente in forte crescita e hanno perciò una struttura finanziaria naturalmente “tirata” che li porterebbe a soffrire più di altri questa situazione. Si può sperare che almeno l’origine del problema sia momentanea se vedremo replicati i tempi di risoluzione riscontrati in Cina.


In sintesi, l’attuale crisi indotta dalla pandemia COVID-19 metterà alla prova il mondo Fintech e l’innovazione digitale nel mondo finanziario, soprattutto se perdurerà la chiusura di molte attività produttive. Ma chi opera in questi ambiti potrebbe anche cogliere delle importanti opportunità se è in grado di gestire con intelligenza e lungimiranza questi momenti al fine di migliorarsi e porre le basi per ripartire più velocemente quando l’emergenza sarà superata.

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  • Autore

Co-Fondatore degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano. È inoltre Direttore degli Osservatori Innovazione Digitale nel Turismo, Fintech & Insurtech e Smart Agrifood.