Digital Transformation e Sostenibilità: Il segno dei tempi Covid-19

16 ottobre 2020 / Di Alessandra Luksch / 0 Comments

Nasce in Italia il nuovo contratto per i riders, e prevede un compenso minimo per ogni ora lavorata, e indennità per il lavoro notturno, le festività e il maltempo. Considerati l’anello più debole della gigeconomy, i riders si sono rivelati ancora di salvataggio per molti settori, durante l’emergenza Covid-19, diventando una parte essenziale dell’economia.

Oltre il 68% delle aziende intervistate da Aidp, l’Associazione italiana dei direttori del personale, ha dichiarato che prolungherà le attività di smart working, imposte dal lockdown, anche nella fase di ritorno alla “nuova normalità”.

Secondo i dati dell’Osservatorio eCommerce B2c, nel 2020 l'eCommerce ha rappresentato il principale motore di generazione dei consumi. Anche a causa del lockdown, gli acquisti online di prodotto dei consumatori italiani cresceranno del +26%.

In Italia si registra un interesse crescente verso le attività locali, una tendenza che si è evidenziata durante i mesi di lockdown ed è proseguita nei mesi successivi: il 57% dei consumatori italiani, infatti, ha iniziato ad acquistare da nuove piccole imprese locali o presenti sul territorio nazionale, secondo lo studio Facebook.

 

Fronteggiare l'emergenza con un approccio sostenibile

Riders, ecommerce, smart working, attività locali: la pandemia, insomma, sembra aver lasciato il segno sui nostri modelli di vita, forse più di altri tragici eventi. E non è un caso che spesso sia stata definita come la peggiore crisi di sempre. Ma qualcosa ha funzionato nella nostra capacità di reagire. È interessante notare come le notizie riportate – ma si tratta di una selezione - tocchino ambiti verso i quali i regolatori stanno orientando da tempo le proprie azioni, soprattutto nell’ottica della sostenibilità: modelli per il lavoro, digitalizzazione, territorio e mobilità.

Riflettendo, si tratta di tre assi fortemente legati ai Sustainable Development Goals.

Se i modelli per il lavoro diventeranno infatti più inclusivi e flessibili, ma nel contempo tutelanti, si potrà favorire l’occupazione della più ampia parte della popolazione, per ridurre la povertà, la fame, le disparità di genere e consentire un lavoro dignitoso.

Nel contempo, la digitalizzazione favorirà la diffusione di benessere, aumentando la scelta e l’accessibilità a beni e servizi, al di là dei limiti geografici, tra cui anche l’educazione e la sanità. Anche questo potrà ridurre le disuguaglianze. Ma aiuterà anche le imprese a svilupparsi aprendo nuovi mercati.

Un nuovo sfruttamento del territorio, che indirizza verso la fruizione locale, con mobilità ridotta e meno pressione sulle grandi città, potrà aiutare nel contrastare gli effetti sul pianeta relativi a inquinamento di acqua e aria e uso delle energie. Ma potrà anche migliorare lo stile di vita e il senso di comunità, spingere al recupero del patrimonio sul territorio creando nuove fonti di valore, rendere le produzioni e i consumi più connesse riducendo gli sprechi.

In qualche modo, dunque, la capacità umana è stata in grado di fronteggiare la drammatica emergenza Covid-19 cercando di orientare, quando possibile, le azioni verso un processo di revisione dei modelli di vita in linea con i principi della sostenibilità, verso un modello di benessere collettivo diffuso, verso il ritorno alla comunità. Se anche fosse stato un approccio involontario, ci auguriamo che questo orientamento nelle azioni sia un benefico segno dei tempi.

 

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  • Autore

Direttore degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy