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Aggiornato il 28 luglio 2025 /
Creato il 11 marzo 2022
Fenomeno Holiday Working: che cos’è e quanto è diffuso in Italia
Eleonora LorenziniDirettrice degli Osservatori Travel Innovation, Business Travel e Innovazione Digitale per la Cultura
Il fenomeno dell’Holiday Working, conosciuto anche come Workation, è una formula che unisce vacanza e lavoro. Questo trend, sempre più in crescita, è stato fortemente spinto dalla pandemia e dal fatto che molti di noi si sono trovati a fare i conti con lo Smart Working – spesso per la prima volta. Da una parte è quindi cambiato il modo di lavorare, ma dall’altra sta anche cambiando il concetto di turismo tradizionale e il modo di essere turisti. I viaggi non sono più limitati ai periodi di ferie, perché lavorando da remoto non siamo più vincolati e lavorare necessariamente da casa.
In questo articolo, realizzato dall’Osservatorio Travel Innovation della POLIMI School of Management, entreremo nel dettaglio del fenomeno dell’Holiday Working, approfondendo il suo impatto sul mondo del turismo.
Cosa si intende per Holiday Working
L’Holiday Working si è sviluppato molto a seguito dell’emergenza sanitaria. Le restrizioni imposte hanno provocato un forte desiderio di evasione, soprattutto per chi è stato a lungo costretto a lavorare esclusivamente da casa. Ma in che cosa consiste, esattamente, l’Holiday Working?
L’Holiday Working è un fenomeno che, coniugando Smart Working e vacanza, vede i lavoratori agili lavorare in località diverse dalla propria abitazione o dal proprio ufficio, anche lontane dal tradizionale afflusso turistico. D’altronde è sufficiente una connessione internet stabile e veloce per rivoluzionare il proprio equilibrio vita-lavoro.
La diffusione dell’Holiday Working
Prima della pandemia la commistione tra lavoro e vita privata si manifestava principalmente nel bleisure (termine che deriva dalle parole “business” e “leisure” e che indica la possibilità di estendere il soggiorno del viaggio di lavoro anche al fine settimana per motivi ricreativi). L’Holiday Working ha iniziato a diffondersi nell’immediato post-Covid, a seguito della normalizzazione dello Smart Working. Già nella primavera 2020 l’Holiday Working attraeva numerosi turisti, mentre in estate si è verificato un vero e proprio boom: dei circa 1,8 milioni di smart worker, il 23,6% ha dichiarato di aver scelto di lavorare in una località turistica per l’estate.
Negli anni l’Holiday Working poi ha subito un leggero (e fisiologico) calo. Ciò nonostante, continua a essere una pratica diffusa.
Secondo la Ricerca dell’Osservatorio Travel Innovation, nel 2024 il 15% dei viaggiatori italiani ha lavorato da un posto di vacanza.
Guardando alle aziende, invece, emerge dalla Ricerca dell’Osservatorio Business Travel che il 70% delle aziende consente iniziative di blended travel, che comprendono appunto l’Holiday Working e altre iniziative che uniscono lavoro e vita privata – come il Work From Anywhere, che permette alle persone di lavorare risiedendo in altri Paesi per periodi di tempo indefiniti.
I benefici dell’Holiday Working: destagionalizzazione e benessere
Quali sono i benefici dell’Holiday Working? Per rispondere a questa domanda è bene differenziare i vantaggi per i turisti, località ospitanti e operatori turistici:
- per i viaggiatori, con l’Holiday Working è possibile lavorare in serenità in una località rilassante (con la possibilità di organizzare attività ricreative fuori dai momenti dedicati al lavoro), coniugare le esigenze lavorative dei genitori con il bisogno di svago dei più piccoli, nonché avere un “allungamento” del periodo di vacanza, la quale non è più vincolata da un numero di giorni di ferie limitato;
- per le destinazioni, invece, l’Holiday Working significa accogliere un maggior numero di visitatori in località turistiche tradizionalmente considerate meno importanti, con possibili impatti positivi in termini di destagionalizzazione e riduzione dell’overtourism;
- per gli operatori turistici, che hanno una grande opportunità di rinnovare la propria offerta.
Turismo con l’Holiday Working: un binomio possibile?
Dopo la crisi che ha destabilizzato l’industria turistica, gli operatori del mondo dei viaggi hanno dovuto adattarsi e riorganizzarsi. Chi ha resistito sta cavalcando l’onda dei fenomeni turistici attualmente in atto che, insieme all’Holiday Working, includono il già citato Bleisure, il Neverending Tourism, il turismo sostenibile, le attività all’aria aperta, il turismo di Prossimità e lo Smart Tourism.
Nel caso dell’Holiday Working, se ipotizzassimo un regolare afflusso di lavoratori da remoto italiani e stranieri, certamente cambierebbero le sorti di numerose destinazioni. Per esempio, le località balneari potrebbero attrarre i lavoratori dei Paesi freddi – anche in bassa stagione, quando il nostro clima è comunque più mite rispetto al loro –, mentre la ricchezza culturale e ambientale potrebbero attrarre anche numerosi smart worker americani o asiatici.
Alla luce di queste considerazioni, sebbene sia chiaro che lo Smart Working possa sicuramente intrecciarsi positivamente con il turismo, le destinazioni italiane hanno ancora molto da imparare per essere realmente in grado di attrarre un afflusso regolare di persone. Servono azioni ben definite, e servizi come una connessione internet (stabile e veloce), oltre che un vero e proprio piano di attrazione che proponga l’Holiday Working come nuovo concetto di turismo.
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