EdTech in Italia: trend e tecnologie per l’apprendimento

Aggiornato il / Creato il / Di Martina Mauri

L’EdTech (Educational Technology) rappresenta l’insieme delle soluzioni tecnologiche a supporto del processo educativo, con l’obiettivo di ottimizzare la qualità dell’apprendimento. Durante l’emergenza sanitaria ha permesso di garantire continuità nella formazione attraverso l’apprendimento in modalità e-Learning (Electronic Learning), portando a una crescita della domanda e dell’offerta del settore.

Tuttavia, sono state fatte pesanti critiche riguardanti il ricorso a strumenti digitali durante la pandemia, come avvenuto in particolare nel report “An EdTech tragedy?” pubblicato dall’UNESCO. A questo si aggiunge un calo globale registrato nel 2022 degli investimenti dei Venture Capitalist rispetto al biennio precedente.

L'EdTech ha dunque già perso la sua risonanza? Proviamo a rispondere all’interno di questo articolo, attraverso la Ricerca dell’Osservatorio EdTech del Politecnico di Milano.

EdTech in Italia: il contesto di riferimento

Partiamo subito con un presupposto: il calo degli investimenti nell’EdTech non significa necessariamente un calo anche per l’interesse nel settore. In Italia, infatti, nell’ultimo anno vi sono stati molti finanziamenti pubblici per favorire la digitalizzazione delle scuole.

Il Piano Scuola 4.0, previsto dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ha stanziato 2,1 miliardi di euro per adattare 100.000 aule a una didattica immersiva e per la realizzazione di laboratori didattici dedicati alla formazione di nuove professioni digitali. Questa spinta sta accelerando l’adozione di tecnologie innovative, che possono diversificare e migliorare i processi di apprendimento. Ad esempio la realtà virtuale/aumentata potrebbe essere utilizzata per simulare situazioni in cui poter sviluppare attività manuali specifiche, oppure l’intelligenza artificiale può essere impiegata per sviluppare algoritmi a supporto della personalizzazione del percorso formativo. Questi casi non rappresentano, dunque, un'alternativa alla formazione in presenza (come avvenuto durante l’emergenza sanitaria), ma piuttosto un’integrazione alla stessa.

L’EdTech, però, non rappresenta un settore di un interesse solo per le scuole. Gli strumenti tecnologici vengono impiegati sempre di più anche per la formazione corporate, integrandosi alle modalità di apprendimento tradizionale. Nelle aziende e nelle scuole si sta delineando un’“omincanalità educativa”, ossia un utilizzo sinergico, pianificato e integrato di diverse modalità di insegnamento online e offline. Questo nuovo approccio può portare a una maggiore enfasi sulla progettazione della didattica per tutti quegli attori che si occupano dell’erogazione della formazione.

Il settore dell'EdTech, e anche quello della formazione, stanno sperimentando un significativo periodo di trasformazione e cambiamento. Ma qual è lo stato attuale dell’adozione di soluzioni di EdTech all’interno di aziende, scuole e università? Quali sono i principali benefici dei nuovi processi formativi? Quali le barriere maggiormente riscontrate?

EdTech e formazione aziendale

La formazione aziendale, o formazione corporate, è percepita sempre più come un tema di grande importanza, soprattutto nell'ultimo anno. La riqualificazione della forza lavoro è una delle principali sfide della Direzione HR, soprattutto a seguito della crescita di fenomeni come il Talent Shortage (letteralmente “scarsità di talento”) e lo Skill Mismatch (“disallineamento delle competenze” dei lavoratori rispetto alle necessità delle aziende). In questo contesto, la formazione aziendale è essenziale per adempiere ad attività di apprendimento in ottica di:

  • Upskilling, volto al miglioramento delle abilità e delle competenze dei lavoratori, puntando a un vero e proprio upgrade per permettere ai dipendenti di crescere di ruolo;
  • Reskilling, con cui si intende una “conversione professionale”, con l’obiettivo di formare una persona per svolgere mansioni diverse da quella attuali

Sebbene la necessità di investire nella formazione dei propri dipendenti sia percepita elemento fondamentale, questa spesso non è integrata in modo sufficiente all’interno dei piani strategici aziendali. È evidente che il digitale rappresenta un ruolo chiave nella formazione delle figure professionali. Tuttavia, spesso si tende a formare le persone per necessità di breve termine, senza, però, ottenere soluzioni efficaci e lungimiranti, che si potrebbero ottenere con una visione strategica a medio-lungo termine.

Secondo la Ricerca dell’Osservatorio EdTech nel 2022 il 40% del budget della formazione è stato dedicato a forme di digital learning, equivalente a circa 480mila euro per azienda. Il trend di investimento in digitale per il 2023 è previsto dalle aziende in crescita del 4,9%. Il digitale viene utilizzato principalmente a supporto della formazione obbligatoria, inclusi i temi legati alla sicurezza sul lavoro, e della formazione linguistica.

Il digitale, inoltre, si rivela particolarmente efficace, anche se meno diffuso, per lo sviluppo di competenze hard. Queste spaziano dal saper utilizzare applicativi tecnologici specifici come o particolari macchinari. Il digitale è invece più diffuso per lo sviluppo di competenze soft e manageriali. Tuttavia, secondo le aziende intervistate, in questi casi l’efficacia è inferiore.

Un motivo è attribuibile alla componente relazionale, di fondamentale importanza per lo sviluppo delle competenze soft e manageriali. Per ottenere maggiori risultati in tale ambito occorrerebbe ripensare l’intera modalità di erogazione in digitale del corso. Ad esempio, potrebbe essere utile creare situazioni di conflitto in realtà virtuale, simulando momenti critici e fornendo agli individui un ambiente di allenamento per migliorare la gestione di tali situazioni. A causa dei costi elevati, però, queste soluzioni sono ancora poco diffuse nella formazione corporate.

Sempre nel contesto della formazione aziendale vi sono anche altre tecnologie, più diffuse, che sono strettamente connesse ai benefici maggiormente riscontrati dalle aziende nell’adozione di tecnologie digitali. Tra queste segnaliamo:

  • Piattaforme LMS (Learning Management System), che permettono l’erogazione dei corsi in modalità e Learning, contribuendo a garantire le finalità del progetto educativo dell’istituzione proponente attraverso il monitoraggio delle attività;
  • Sistemi di HCM (Human Capital Management), ossia software per la gestione dei processi HR dal recruiting alla gestione delle performance dei dipendenti, fino alla formazione, comprese le app per il microlearning (che prevedono una serie di contenuti di breve durata in formato digitale).

LMS e HCM consentono di ottenere una maggiore flessibilità nell’erogare e fruire dei corsi di formazione, di coinvolgere un numero più alto di utenti e di contenere costi e ottimizzare i tempi. Nonostante ciò, permane la resistenza culturale delle aziende nei confronti del digitale. Come affermato da Tommaso Agasisti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio EdTech “La principale sfida da vincere è, invece, culturale e legata alla scarsa cultura digitale dell’organizzazione e la resistenza da parte delle persone. Per rendere la formazione più efficace grazie alla leva del digitale è necessario riprogettare in maniera strategica l’intero processo, sperimentare gli strumenti più adatti per l’apprendimento dello specifico contenuto formativo e coinvolgere le persone, in primis i formatori, in questo cambiamento”.

EdTech e didattica scolastica

Come già accennato all’inizio di questo articolo, la capacità di spesa degli istituti in ambito EdTech è aumentata molto negli ultimi anni.

Secondo la Ricerca dell'Osservatorio EdTech , il 97% delle scuole intervistate ha dichiarato di aver presentato una o più progettualità negli ultimi 3 anni per la ricezione di finanziamenti volti a favorire l’innovazione tecnologica (in particolare nell’ambito del PNRR). Tuttavia, molte di loro hanno riscontrato difficoltà nell’accesso ai fondi, prima su tutte, la complessità burocratica legata alla comprensione dei requisiti richiesti e le competenze per la loro corretta gestione (72%). Seguono le tempistiche ristrette (59%) e la scarsità di personale per seguire il progetto (51%). Solamente il 10% delle scuole non ha riscontrato criticità.

Anche in questo caso, però, i “soli” finanziamenti non bastano ed è necessario un cambiamento culturale. Come sottolineato da Martina Mauri, direttrice dell’Osservatorio EdTech “la sfida principale è quella di procedere velocemente nell’attuazione dei percorsi formativi. Per il 59% delle scuole coinvolte nell'indagine, almeno la metà dei docenti non si sente a proprio agio nell'utilizzo delle nuove tecnologie. Eppure, il 90% degli istituti ha già attivato percorsi di formazione ai docenti per l’utilizzo degli strumenti digitali a disposizione della scuola”. Questo significa che, seppure vengano svolte attività di formazione per il personale scolastico, questo non sempre risulta efficace. Mauri afferma inoltre che “Le decisioni in merito sono demandate alle singole scuole, senza coordinamento regionale e linee guida che indichino le priorità formative. Appare urgente, in questa direzione, che il Ministero dell’Istruzione e del Merito (anche attraverso il nuovo Piano Nazionale Scuola Digitale) fornisca suggerimenti metodologici ed operativi alle istituzioni scolastiche”.

La linea di investimento “Didattica digitale integrata e formazione alla transizione digitale per il personale scolastico” costituisce un’opportunità unica per sfruttare al meglio le risorse per la formazione ai docenti, che può a sua volta portare a maggiori benefici per l’insegnamento e per gli studenti.

EdTech e università

L’EdTech è di grande interesse anche all’interno delle università italiane.

In media, il 5,6% del budget di Ateneo è destinato alla trasformazione digitale, e il 57% delle università ha aumentato gli investimenti in queste iniziative rispetto al 2022.

Sebbene sia fondamentale la presenza fisica, il 96% delle università offre diversi corsi di studio supportati da strumenti digitali o registrazioni delle lezioni. Il 58% degli atenei, inoltre, utilizza open badge, micro-attestato digitale assegnati allo studente dall’ente contenete metadati che illustrano le competenze acquisiste. Si tratta di soluzioni particolarmente utili per avvicinare il mondo universitario a quello lavorativo e favorire gli scambi internazionali degli studenti.

I benefici riscontrati da queste soluzioni di EdTech sono notevoli: si va dalla flessibilità nell’erogazione e fruizione della formazione all’efficacia della formazione stessa. Come per gli istituiti scolastici, però, la digitalizzazione è spesso ostacolata dalle poche competenze digitali dei docenti. Anche in questo caso, il motivo non risiede nella mancanza di formazione su queste figure, ma nella poca efficacia delle iniziative a supporto.

Le prospettive future dell’Educational Technology

L'Intelligenza Artificiale, e soprattutto l’AI generativa, impatteranno significativamente la formazione, sia per la progettazione dei contenuti formativi sia per la costruzione di elementi didattici personalizzati per i discenti. Questo, però, è solo uno dei molteplici scenari che si potrebbero verificare grazie all’utilizzo del digitale in ambito formativo.

È indubbio che il digitale ricoprirà un ruolo sempre più importante, con una prospettiva complementare alla didattica in presenza. Per raggiungere questi obiettivi, è di primaria importanza formare efficacemente i docenti per cogliere le opportunità della Trasformazione Digitale.

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  • Autore

Ricercatrice dell'Osservatorio HR Innovation Practice e dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano