E-commerce e PMI: cambio di strategie all'orizzonte?

Aggiornato il / Creato il / Di Redazione Osservatori Digital Innovation

La pandemia ha portato le PMI ad un uso maggiore delle piattaforme e-commerce, con una crescita del +50% rispetto al 2019. Nell'articolo approfondiamo i numeri e trend chiave nell'innovazione PMI in ambito e-commerce.

L’esplosione della pandemia ha rappresentato una forte cesura nella crescita e sviluppo delle imprese italiane, soprattutto delle PMI, finite in balia di una congiuntura economica inaspettata e, spesso, senza mezzi e strumenti per poterla affrontare. Sia il drastico calo del potere di spesa dei cittadini, sia le limitazioni alla mobilità, hanno comportato uno shock negativo sulla domanda e conseguentemente una riduzione considerevole della redditività per le imprese.

In un ecosistema economico come quello italiano, in cui le PMI rivestono un ruolo chiave, generando il 41% del fatturato italiano totale, il 38% del valore aggiunto, e dando lavoro al 34% della forza lavoro nel comparto privato, la crisi ha comportato cicatrici che difficilmente si rimargineranno nel breve periodo; non sono rosee, infatti, le stime di redditività delle PMI, con una riduzione attesa per il 2020 del fatturato superiore al 16% in termini reali.

 

L’ e-commerce: un canale a sostegno del fatturato delle PMI

Nell’arco dei primi tre trimestri del 2020, durante i quali il settore del commercio ha registrato nel complesso una flessione rispetto al 2019, l’e-commerce ha invece registrato una crescita del 29,2%.

In Italia sono 29 milioni i consumatori online: rispetto al 2019 vi sono 2 milioni di consumatori online in più, di cui oltre 1,3 milioni si sono trasformati in consumatori digitali in conseguenza dell’emergenza sanitaria e delle relative restrizioni. Non è aumentato solo il numero di eShopper, ma anche l’intensità degli acquisti: eBay.it ha visto nel pieno dell’emergenza pandemica un aumento del 56% degli accessi tramite app e smartphone, mentre Amazon ha osservato un aumento del 33% di prodotti acquistati.

Le piccole e medie imprese hanno cavalcato questo fenomeno, con l’obiettivo principale di sostenere le vendite ed i ricavi affiancando al canale tradizionale quello online. L’Osservatorio Innovazione Digitale nella PMI ha infatti stimato che le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria abbiano portato ad un aumento di oltre il 50% delle PMI attive con canali e-commerce; sono oltre 70.000 le PMI che dispongono di mezzi e strumenti per il commercio elettronico, circa un terzo dell’intero comparto di piccole-medie imprese.

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Le soluzioni e-commerce adottate dalle PMI

Il trend non è stato quello di sviluppare piattaforme proprietarie, per la cui creazione mancano risorse economiche, competenze digitali interne e capacità di adattamento delle strutture e dei processi aziendali, bensì di rivolgersi a piattaforme terze. eBay.it e Amazon hanno riscontrato una forte crescita, e in termini di nuovi venditori e in termini di fatturato per venditore (eBay.it ha registrato da marzo 2020 un incremento dei venditori professionali italiani del 53% rispetto allo stesso periodo 2019, mentre Amazon ha riscontrato un aumento delle vendite medie per singolo attore del 15%.). Se da un lato la soluzione presenta un risparmio in termini di investimenti strutturali e la possibilità di aprirsi a nuovi clienti e segmenti di mercato, dall’altro non permette all’azienda di poter sfruttare la base dati dei clienti in maniera funzionale, non disponendo di un sistema proprietario di raccolta dei dati.

In un paese in cui permane un gap in termini di penetrazione dell'e-commerce rispetto alla media europea e alle grandi potenze industriali del continente, questi dati offrono una nota positiva: si fa strada un approccio nuovo da parte delle PMI italiane, in cui l’e-commerce possa ingaggiare nuovi clienti e aprire le porte a nuovi segmenti di mercato, a cui la rete di vendita fisica non sarebbe in grado di accedere.

 

E-commerce e PMI: servono le competenze

Le competenze digitali costituiscono un vulnus del sistema paese Italia, creando così una barriera alle scelte strategiche delle PMI.

In un momento storico in cui la digitalizzazione si trasforma da scelta per lo sviluppo a vincolo di sopravvivenza, emergono le lacune esistenti nel mercato italiano, non sempre in grado di offrire lavoratori con adeguate competenze digitali, ed emerge come le PMI, rispetto alle grandi imprese, siano manchevoli nelle strategie di investimento in capitale umano con formazione digitale, o non riescano ad essere sufficientemente attrattive sul mercato.

D’altro canto in Italia, già ultima nell’Indice DESI (Digital Economy and Society Index), nell’ambito Capitale Umano, e con performance inferiori alla media europea per quanto riguarda le competenze digitali sia dei cittadini (solo il 42% dei cittadini possiede competenze digitali considerate di base) sia dei lavoratori (<50%), gli specialisti ICT costituiscono solo una minima parte (3,5%) degli occupati e ancora minore (1,3%) è la percentuale di laureati con corsi aventi un indirizzo basato su information technology.

 

La digitalizzazione delle PMI... oltre l'e-commerce

La digitalizzazione: è necessario un cambiamento culturale ed il rafforzamento degli ecosistemi economici. La digitalizzazione delle PMI, di cui l’e-commerce rappresenta solo un aspetto, è un driver importante per la crescita del PIL, e dalle ricerche dell’Osservatorio, questo fenomeno è già stato osservato in ambito europeo. In questo contesto si inserisce positivamente l’iniziativa del Ministero per lo Sviluppo Economico di allocare 100 milioni di finanziamenti alle PMI che investano in progetti di digitalizzazione (Bando Trasformazione Digitale per le PMI).

Se da un lato però il processo di “digitalizzazione forzata” che ha portato le PMI ad approcciare maggiormente le strategie di e-commerce è significativo e ha portato ad una crescita dell’interesse verso questi temi, dall’altro lato si corre il rischio che la digitalizzazione non sia ancora intesa come una prospettiva di sviluppo del business, connaturata all’interno della filosofia aziendale, ma solamente come uno strumento di reazione ad eventi specifici.

Per far sì che la digitalizzazione possa diventare un pilastro strategico delle PMI sono necessari due aspetti. Innanzitutto deve avvenire una trasformazione culturale (sia sul piano operativo sia sul piano manageriale), tramite un processo di promozione e sviluppo ad ampio spettro delle competenze digitali. È inoltre necessario che la digitalizzazione coinvolga tutti gli attori del mercato, quali le Pubbliche Amministrazioni e le grandi imprese, affinché i singoli attori e l’intero mercato possano beneficiarne appieno.

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Gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano sono un punto di riferimento qualificato sull’Innovazione Digitale in Italia.