L’Agenda Digitale in Italia definisce le strategie di sviluppo, crescita e innovazione abilitate dalle tecnologie digitali sia a livello nazionale che locale. Mira a riformare la Pubblica Amministrazione e, a partire da questa, a promuovere l’utilizzo del digitale tra imprese e cittadini. Tra i diversi piani che si sono avvicendati sul tema, proviamo a capire obiettivi e ambiti di intervento dell’Agenda Digitale italiana. In questo articolo, attraverso la ricerca dell'Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, si spiegheranno gli obiettivi e gli ambiti di intervento dell'Agenda Digitale in Italia.
Indice dei Contenuti:
- Cos'è l'Agenda Digitale
- Agenda Digitale Italiana
- Gli obiettivi dell'Agenda Digitale Italiana
- L’importanza della PA nell’applicazione dell’Agenda Digitale in Italia
- Il ruolo dell’AgID
- Gli ambiti di intervento dell’Agenda Digitale Italiana: Il Piano Triennale e il Modello Strategico
Cos’è l’Agenda Digitale
L’ Agenda Digitale è il documento strategico-programmatico con il quale ogni Paese membro dell’Unione Europea si impegna a promuovere e incentivare l’innovazione digitale e lo sviluppo delle infrastrutture tecnologiche all’interno del proprio territorio nazionale.
L’Agenda Digitale nasce dunque a livello europeo, nell’ambito della più ampia strategia Europa 2020 che pone le fondamenta per la crescita e la creazione di occupazione da qui al 2020. In sintesi, l’obiettivo principale dell’Agenda Digitale Europea è quello di creare un mercato digitale unico e dinamico in grado di condurre le economie del vecchio continente verso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Fondamentali in questo quadro sono la valorizzazione delle tecnologie digitali e l’adeguamento tecnologico della Pubblica Amministrazione.
Agenda Digitale Italiana
Dall’Europa all’Italia il passo è breve. L’Agenda Digitale Italiana (ADI) non fa altro che adattare i principi e gli obiettivi tracciati a livello europeo alle necessità italiane. L’Italia ha elaborato così una propria strategia nazionale di digitalizzazione, individuando priorità e modalità di intervento in linea con quanto dettato dall’Agenda Europea.
Qual è lo stato di adozione dell’Agenda Digitale in Italia? In questa guida abbiamo già analizzato l’attuazione effettiva, finanziaria e normativa, approfondendo in particolar modo le principali iniziative adottate.
Di seguito ci soffermiamo invece sulle basi del piano strategico italiano, vale a dire sugli obiettivi e gli ambiti di intervento.
Gli obiettivi dell’Agenda Digitale Italiana
L’ Agenda Digitale è un’occasione di trasformazione essenziale per perseguire i grandi obiettivi della crescita, dell’occupazione, della qualità della vita e della rigenerazione democratica nel paese.
Così, la “Strategia Italiana per la crescita digitale 2014-2020”, definisce l’Agenda Digitale. Una definizione che calza a pennello con la situazione italiana. Superata la crisi, il PIL nazionale è in ripresa, ma troppo lentamente rispetto agli altri mercati europei. La trasformazione digitale può essere allora la chiave per colmare i gap che abbiamo con gli altri Stati dell’Unione Europa e stimolare la crescita della nostra economia.
Il documento, redatto nel 2015 e aggiornato nel 2016, oltre a ribadire l’importanza di un’Agenda Digitale per il nostro Paese, traccia il piano per il perseguimento degli obiettivi propri dell’Agenda Europea. Quali sono questi obiettivi? Cerchiamo di riassumerli:
- garantire l’accesso ai contenuti online;
- agevolare fatturazioni e pagamenti elettronici;
- unificare i servizi di telecomunicazione;
- aumentare l’interoperabilità tra banche dati, servizi e reti;
- consolidare la fiducia e la sicurezza online;
- garantire una rete internet superveloce e accessibile a tutti;
- innovare le tecnologie ICT, investendo nella ricerca e sviluppo;
- alfabetizzare cittadini e imprese nell’uso di queste tecnologie.
L’importanza della PA nell’applicazione dell’Agenda Digitale in Italia
Per raggiungere gli obiettivi indicati l’Agenda Digitale Italiana mira prima di tutto alla semplificazione dei servizi pubblici. Nella visione dell’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) la Pubblica Amministrazione dovrebbe diventare quella piattaforma abilitante in grado, da un lato, di promuovere la trasformazione digitale delle imprese italiane e, dall’altro, di sviluppare le competenze digitali dei cittadini. Si, ma come?
- fornendo servizi digitali in un’ottica centrata sull’utente;
- coordinando le diverse azioni a livello nazionale e locale;
- incentivando la diffusione della cultura digitale tra i cittadini;
- favorendo lo sviluppo di competenze digitali all’interno delle imprese;
- valorizzando gli investimenti pubblici nelle tecnologie ICT.
Tutte azioni che, messe assieme, garantirebbero quella crescita economica e sociale tanto auspicata dall’Agenda Digitale Europea.
Il ruolo dell’AgID
L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) gioca in questo scenario un ruolo fondamentale. Istituita nel giugno 2012 con il cosiddetto “Decreto Sviluppo”, l’Agenzia è infatti preposta alla realizzazione di tali obiettivi.
Tradotto in senso pratico, l’AgID deve:
- identificare le migliori soluzioni per la digitalizzazione della PA;
- vigilare sulla qualità dei servizi forniti ai cittadini;
- promuovere l’alfabetizzazione digitale tra lavoratori dipendenti, liberi professionisti e cittadini;
- contribuire alla diffusione dell’utilizzo delle tecnologie digitali;
- verificare l’effettiva attuazione dei piani indicati nell’ADI.
Gli ambiti di intervento dell’Agenda Digitale Italiana
Si intuisce come quello della digitalizzazione della PA sia un tema molto trasversale, oltre che arduo, che va a toccare diverse aree di intervento: Amministrazione Digitale e Open Data, Sanità, Istruzione, Giustizia, Sicurezza, Fatturazione e Pagamenti Elettronici, Identità Digitale, Cloud e Banda Larga.
In uno scenario del genere è necessaria la piena sinergia tra enti nazionali e locali. Per questo motivo l’Agenda Digitale Italiana deve definire a sua volta le linee guida da adottare a livello territoriale, per ogni Amministrazione.
Dove va ad incidere l’Agenda Digitale sia a livello nazionale che locale?
Il Piano Triennale 2017-2019 dell’Informatica nella Pubblica Amministrazione, ultima iniziativa in ordine di tempo in questo processo di digitalizzazione, ci aiuta a distinguere i principali ambiti di intervento.
Il Piano Triennale e il Modello Strategico
Il Modello Strategico di evoluzione del sistema informativo della Pubblica Amministrazione (più semplicemente Modello Strategico) è stato formulato nel quadro del Piano Triennale ICT e rende operativo quanto richiesto dal documento di Crescita Digitale prima citato.
Se la semplificazione e la digitalizzazione dei servizi pubblici rappresentano degli aspetti chiave in questo processo di trasformazione, è allora necessario riformulare la Pubblica Amministrazione stessa.
Senza entrare troppo nei dettagli, il Modello Strategico assolve a questo cambiamento suddividendo gli ambiti di intervento in 5 grandi livelli:
- infrastrutture fisiche: si fa particolare riferimento all’adozione del Cloud, allo sviluppo della rete Internet nei luoghi pubblici e alla gestione dei Data Center per migliorare la qualità dei servizi software della PA stessa e ridurre i costi delle infrastrutture tecnologiche;
- infrastrutture immateriali: si fa riferimento alle piattaforme abilitanti (servizi di identificazione come SPID, servizi di pagamento come Pago PA o servizi anagrafici come ANPR) e alla valorizzazione del patrimonio informativo a disposizione delle PA (banche dati di interesse nazionale, Open Data e Vocabolari controllati);
- modello di interoperabilità: tutto l’insieme di linee guida e standard tecnologici che garantiscono la corretta interazione tra Pubbliche Amministrazioni, imprese e cittadine;
- ecosistemi verticali: più semplicemente i settori in cui si svolge l’azione della Pubblica Amministrazione (Sanità, Istruzione e Ricerca, Finanza, Agricoltura, Giustizia, Welfare, Mobilità, Beni Culturali, ecc.);
- strumenti per la generazione e diffusione dei servizi digitali: raggruppano le regole e le linee guida alla base della progettazione e realizzazione dei servizi pubblici digitali (interfacce, sviluppo software, contenuti, design).
Trasversalmente a queste 5 aree si distinguono quindi tutte le azioni relative a:
- sicurezza: regolamentazione della Cyber Security nella PA, affidabilità dei sistemi informativi e gestione della Privacy, ecc.;
- valorizzazione del patrimonio informativo pubblico: attraverso sistemi di gestione e analisi di Big Data;
- gestione del cambiamento: azione di coordinamento, gestione e monitoraggio di tutte le attività previste nel Piano triennale.
Vuoi essere sempre aggiornato sui temi dell’Osservatorio Agenda Digitale?
- Autore
Direttore dell’Osservatorio Agenda Digitale e dell’Osservatorio Design Thinking for Business, Ricercatore Senior l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità e l’Osservatorio Smart Working.
Gli ultimi articoli di Luca Gastaldi
-
Piano Triennale ICT: un modello per trasformare la PA 21 giugno 2019
-
Il Nuovo Codice dei Contratti Pubblici: le novità per la PA 12 ottobre 2018
Rimani aggiornato sui trend dell’Innovazione Digitale
Inserisci qui la tua email
Potrebbe interessarti
Come funziona il MePA: l’e-commerce per la PA
Articoli più letti