eGovernment Benchmark, cos'è e come funziona

Aggiornato il / Di Alfredo De Meo

Nel suo rapporto annuale eGovernment Benchmark per il 2024, la Commissione Europea ha presentato il livello di digitalizzazione dei servizi pubblici in 37 Paesi europei. Nel complesso, il rapporto ha rilevato diversi miglioramenti nei diversi Stati, che hanno portato a un complessivo aumento dei servizi online. Tuttavia, rimangono disparità rilevanti tra i Paesi, tra le istituzioni e tra i servizi per le imprese e quelli per i cittadini. L’Italia, purtroppo, non si posiziona in cima alla classifica.

Prima di scoprire il livello di digitalizzazione dei servizi pubblici nel nostro Paese, però, è opportuno fare un passo indietro e comprendere cos’è l’eGovernment Benchmark, come funziona e quali sono le principali novità introdotte nell’edizione 2024. Di tutto ciò parleremo in questo articolo, realizzato dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, che da anni studia l’implementazione dell'Innovazione Digitale nel mondo della Politica, del Governo e della PA.

Cos’è l’eGovernment Benchmark e a cosa serve

Per capire che cosa si intende per eGovernment Benchmark è prima necessario chiarire che l’eGovernment consiste “nell’uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT, dall'inglese information and communications technology) per erogare in modo più efficace ed efficiente i servizi governativi ai cittadini e alle imprese”[1]. Definito cos'è l'eGovernment, introduciamo ora il significato di eGovernment Benchmark:

L’eGovernment Benchmark consiste in uno studio comparativo avente l’obiettivo di monitorare il livello di digitalizzazione dei servizi pubblici nei diversi Stati europei. Questa ricerca viene effettuata da Capgemini, Sogeti, IDC e Politecnico di Milano per conto della Commissione Europea.

L’eGovernment Benchmark analizza pertanto come i diversi governi europei gestiscono e abilitano servizi pubblici digitali. All’interno della ricerca vengono prese in considerazione le piattaforme per cittadini, aziende, espatriati e turisti, con l’obiettivo di monitorarne i progressi, promuoverne la digitalizzazione e pubblicare informazioni dettagliate sulle prestazioni dell'eGovernment. Benchmarking eGovernment: le 4 dimensioni chiave per la valutazione

All’interno dell’analisi svolta nell’eGovernment Benchmark vengono valutate quattro dimensioni fondamentali, quali centralità per l’utente, trasparenza, abilitatori chiave e servizi transfrontalieri. Di seguito illustriamo più nel dettaglio ciascuna dimensione:

  • centralità per l’utente, che consiste nel misurare la disponibilità di servizi e informazioni online e la loro compatibilità con i device mobili;
  • trasparenza, che rappresenta i livelli di trasparenza dei servizi, di coinvolgimento degli utenti nella relativa progettazione e di gestione dei propri dati personali;
  • abilitatori chiave, che misurano i fattori per l’identificazione e la comunicazione tra utenti e servizi pubblici mediante strumenti digitali, come l’identificazione elettronica (eID) e la precompilazione dei moduli online;
  • servizi transfrontalieri, che indicano il livello in cui cittadini e organizzazioni pubbliche e private possono accedere a servizi online e informazioni di altri Stati europei, attraverso eID e/o documenti elettronici.

Nell’eGovernment Benchmark ogni Paese riceve un punteggio di maturità digitale, su una scala da 0 a 100, che tiene conto delle quattro dimensioni sopraelencate e di quattordici indicatori che le compongono. Un punteggio alto denota un risultato performante, mentre i punteggi più bassi indicano gli ambiti su cui è necessario investire per migliorare il proprio livello di digitalizzazione.

Il rapporto eGovernment Benchmark 2024: cosa cambia?

Il rapporto eGovernment Benchmark 2024, rispetto alle edizioni passate, è caratterizzato da alcune novità. Una di queste è rappresentata dall’indirizzo strategico, incentrato sull’analisi della Trasformazione Digitale dei Governi, che tiene conto del programma strategico Decennio digitale europeo. L’obiettivo di questo programma è quello di trasformare digitalmente l'Europa entro il 2030, promuovendo infrastrutture digitali resilienti e che riflettano i valori europei. Il rapporto eGovernment Benchmark 2024, inoltre, non solo valuta il livello di Trasformazione Digitale dei diversi Stati europei nel 2022 e nel 2023, ma illustra anche le principali tendenze che si sono sviluppati a partire dal 2020.

Da un punto di vista metodologico, emerge nella 21° edizione dell’eGovernment Benchmark l’utilizzo di nuovi indicatori basati sull’Intelligenza Artificiale (IA), che includono ad esempio i chatbot dei portali web governativi, e indicatori pilota. Tra questi ultimi spiccano il Mobile Service Delivery, che misura il livello di usabilità di servizi pubblici chiave mediante dispositivi mobili, e l’Accessibilità Foundations, che misura l’accessibilità dei siti web governativi per diverse tipologie di utenti, tra cui quelli con disabilità.

Le novità introdotte con l’eGovernment Benchmark 2024 mostrano dunque un ruolo sempre più centrale dell’Intelligenza Artificiale. Allo stesso tempo, i risultati rivelano come i valori europei debbano riflettersi anche nel design e nell’accessibilità ai servizi. Dall’analisi effettuata mediante l’indicatore Accessibilità Foundations, infatti, è emerso che il 65% dei siti internet presenti nell'UE presenta importanti barriere per utenti con disabilità visive.

L’Italia nell’eGovernment Benchmark 2024

Nel rapporto eGovernment Benchmark 2024 l’Italia ha ottenuto un punteggio di 62, inferiore di ben 14 punti rispetto alla media europea di 76. Inoltre, a differenza di Paesi come Francia, Spagna e Germania, il Bel Paese risulta in ritardo sugli aspetti che riguardano le prestazioni complessive.

Di seguito illustriamo le performance dell'Italia nelle quattro dimensioni chiave dell'eGovernment Benchmark 2024:

  • nella centralità per l’utente l’Italia ha compiuto numerosi progressi per quanto riguarda la disponibilità e la compatibilità di servizi e informazioni con i dispositivi mobili; tuttavia altrettanto non si può dire del supporto agli utenti e dell'accessibilità per persone con disabilità, ambiti in cui sono ancora necessari miglioramenti;
  • sul fronte della trasparenza i progressi dell’Italia sono in linea con la media UE; vi sono comunque margini di miglioramento in materia di chiarezza e accessibilità delle informazioni riguardanti le strategie di governo digitale, i processi di erogazione dei servizi e l'elaborazione dei dati personali;
  • gli abilitatori chiave rappresentano una delle dimensioni di maggiore ritardo del Paese (il punteggio è infatti di 42 punti, 36 in meno rispetto alla media UE), dimostrando come sia di primaria importanza l'implementazione di tecnologie abilitanti essenziali, come l'identità digitale (eID), la firma elettronica e la precompilazione dei moduli online;
  • i servizi transfrontalieri rappresentano un altro importante margine di miglioramento; risulta infatti necessario potenziare l'accesso e l’utilizzo di servizi online per i cittadini e le imprese di altri Paesi europei, ad esempio semplificando la presentazione di documenti elettronici e l'autenticazione tramite eID straniera.

L’eGovernment Benchmark 2024 ha dunque evidenziato importanti lacune nella digitalizzazione dei servizi pubblici in Italia, specialmente per quelli riguardanti i servizi transfrontalieri e gli abilitatori chiave per l’identificazione e la comunicazione digitale tra utenti e servizi pubblici. Tuttavia, è indispensabile ora più che mai colmare i gap digitali che ci separano dal resto dell’Europa. Solo in questo modo sarà possibile raggiungere gli obiettivi della Digital Decade UE entro il 2030 e garantire così servizi digitali resilienti, inclusivi e incentrati sull'utente.

1. eGovernment KnowledgeBase 

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  • Autore

Alfredo De Meo, Ricercatore Osservatorio Agenda Digitale Politecnico di Milano

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