È di questi giorni la notizia del rinnovo della collaborazione per lo sviluppo di nuovi prodotti finanziari tra Invoice Bazaar, fintech che offre soluzioni di Supply Chain Finance negli Emirati Arabi Uniti, e la National Bank of Ras Al Khaimah (RAKBANK), tra i principali istituti finanziari focalizzati sul credito alle PMI. La notizia di per sé può sembrare quella di una collaborazione, come ce ne sono tante, ma diventa più interessante da analizzare, andandone a rivedere un po’ di storia.
Una collaborazione nel segno del Supply Chain Finance
Fondata nel 2015 a Dubai, Invoice Bazaar nasce come “classico” marketplace in cui le PMI possono cedere le proprie fatture su una piattaforma online, e dove alcuni investitori istituzionali competono in un’asta al ribasso per offrire il prezzo più competitivo per l’acquisto della fattura, nel meccanismo noto come Invoice Trading.
Il modello di business rimane pressoché inalterato per i primi anni, fino al 2017, in cui per la prima volta incrocia il percorso con RAKBANK, andando a svilupparne la piattaforma di Supply Chain Finance in white label.
La collaborazione tra le due società è proseguita anche negli anni successivi, fino al recente annuncio in cui sono stati lanciati alcuni nuovi prodotti:
- Il primo si chiama “Marketplace Seller Finance”, e consiste in una linea di credito, garantita dalle vendite che le PMI fanno sul canale di Amazon. Anche se il prodotto a livello globale non è una completa novità, è la prima società che offre questo servizio negli Emirati Arabi Uniti ed è un ulteriore segnale di legame tra Supply Chain Finance e mondo dell’e-Commerce nonché dell’utilizzo di aspetti di economia reale come garanzia alle proprie linee di credito.
- Il secondo, denominato “Restaurant Commerce Finance”, è invece una novità quasi assoluta. Il servizio permette ai ristoranti che vendono sulle principali piattaforme di e-Commerce specializzate (Deliveroo, Zomato, Talabat) di ottenere delle linee di credito basate sullo storico delle vendite online. La logica è molto simile, l’ambito di applicazione fortemente rivoluzionario.
eCommerce e Supply Chain Finance: i benefici di questo legame
Questo crescente legame tra Supply Chain Finance e e-Commerce è davvero molto attuale ed è un ulteriore esempio di come il Supply Chain Finance si stia rivelando una leva innovativa per la gestione della liquidità in modo creativo, usando canali e garanzie inaspettate, collegato al reale business dei soggetti finanziati.
Per far sì che queste soluzioni potessero vedere la luce, è importante sottolienare il ruolo fondamentale giocato dall’ingaggio delle piattaforme di e-Commerce. Prima di tutto, hanno permesso alle piccole e medie imprese di accelerare il percorso di digitalizzazione e di aumentarne la visibilità. Successivamente, hanno agito come stabilizzatore delle vendite contribuendo alla crescita delle attività: soprattutto per il mondo della ristorazione, particolarmente colpito dalla crisi del Covid, queste piattaforme hanno rappresentato in alcune nazioni l’unico canale di sbocco. Infine, sono diventati degli abilitatori di nuove soluzioni di finanziamento, utilizzando il patrimonio informativo relativo alle vendite e ai pagamenti dei diversi seller, e stringendo delle partnership con degli operatori locali, quali ad esempio Invoice Bazaar.
Verso un Supply Chain Finance più democratico?
Seppur si tratti di un mercato ancora molto acerbo, le soluzioni sono interessanti, ma rimangono alcuni punti di attenzione, che andranno monitorati nel tempo.
- La prima considerazione evidenzia come queste forme di finanziamento si stiano riducendo sempre più in termini di taglio medio, andando a raggiungere livelli quasi da microcredito. Sarà da capire come i finanziatori potranno gestire dinamiche e rischiosità connesse con questo approccio al credito molto particolare.
- A questo si lega, anche, la dimensione della platea dei potenziali utilizzatori del servizio: è ipotizzabile che la soluzione, per essere sostenibile, richieda dei volumi minimi e stabili nel tempo che possono essere non trascurabili.
- L’ultimo punto riguarda la sostenibilità finanziaria della soluzione per il provider. I costi in gioco, relativi all’integrazione con le piattaforme di e-Commerce, con il provider di soluzioni di pagamento, e con il finanziatore stesso, rischiano di rendere l’operazione finanziariamente sconveniente.
Sono tutti aspetti rilevanti, da monitorare nel corso dei prossimi mesi, per capire se è solo un approccio passeggero o se stiamo assistendo sempre più ad una democratizzazione delle soluzioni di supply chain finance.
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- Autore
Ricercatore dell’Osservatorio Supply Chain Finance
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