Come evidenziato da un recente report di Cribis, nel quarto trimestre del 2020 i ritardi gravi sono aumentati del 21,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo ha avuto come diretta conseguenza che molte imprese, specialmente le Piccole, Medie e Micro Imprese hanno visto aumentare le esigenze in termini di finanziamento del capitale circolante.
Tuttavia, questo segmento di mercato rimane ancora molto legato alle soluzioni tradizionali.
Secondo una recente rilevazione dell’Osservatorio Fintech & Insurtech, le PMI prediligono ancora l’anticipo fattura, con una PMI su tre (32%) che ha dichiarato di farne uso nel 2020. Molto più limitato, invece, è l’utilizzo del Factoring, utilizzato soltanto dal 9% delle PMI.
PMI e Factoring: 3 ostacoli
Ci siamo dunque chiesti come mai il Factoring non abbia ancora raggiunto la maturità per le PMI in Italia:
- Il primo motivo è riconducibile alla bassa digitalizzazione delle PMI. Tutte, o quasi, le soluzioni di Factoring presenti sul mercato prevedono la gestione delle fatture e delle comunicazioni tramite piattaforme accessibili via web. Tuttavia, il telefono è ancora ampiamente utilizzato come mezzo di comunicazione con la società di Factoring, con il 37% delle PMI che ha dichiarato di utilizzarlo come canale principale.
- Il secondo motivo è il divieto della cessione del credito da parte dei loro clienti. Questi ultimi, per non modificare i propri flussi (e le proprie abitudini) di pagamento, non permettono ai propri fornitori di cedere le fatture a terze parti, non comprendendo come il Factoring possa essere fondamentale per PMI particolarmente esposte a lunghi tempi di pagamento.
- Il terzo motivo è di natura dimensionale. Le PMI hanno in media delle esposizioni verso i propri clienti che vanno da qualche centinaia di migliaia fino a un massimo di qualche decina di milioni di euro. In aggiunta a ciò, alcune filiere sono caratterizzate da un’elevata frammentazione del portafoglio clienti, rendendo molto difficile l’introduzione di soluzioni di Factoring strutturate.
PMI e Factoring: 3 requisiti
Come può dunque l’industria del Factoring provare a superare questi ostacoli?
Secondo Eleonora Grippaldi, Responsabile per l’Italia del team vendite della divisione Grenke Factoring del gruppo tedesco Grenke, ci sono tre requisiti fondamentali che un operatore di Supply Chain Finance deve avere per potere approcciare in maniera efficace il mercato delle PMI:
- Il primo requisito è la personalizzazione dell’offerta. In un mercato come quello delle PMI, offrire un prodotto standardizzato rischia di essere poco efficace. Ogni casistica deve essere gestita in maniera differente, per comprendere quale tipologia di prodotto si adatti meglio alla situazione.
- Il secondo requisito è la flessibilità della soluzione. Il Factoring deve permettere alle PMI che lo richiedono di cedere le fatture in maniera discrezionale, venendo incontro alle necessità puntuali di liquidità, che possono essere causate da stagionalità o particolari contingenze.
- Il terzo requisito è l’approccio consulenziale. “Le PMI (e maggiormente le piccole e le micro imprese) necessitano di essere accompagnate perché sono ancora impreparate alla transizione digitale e hanno poca conoscenza delle soluzioni finanziarie”, prosegue Grippaldi, con questo che molto spesso si tramuta in un allungamento dei tempi per l’attivazione della soluzione. In questo caso, è fondamentale che il Factor si ponga come guida e mentore della PMI per supportarla in ogni fase del processo. “Questa attività”, conclude Grippaldi “specialmente nell’attuale periodo storico, mitiga notevolmente l’impegno degli uffici amministrativi a vantaggio dell’intera filiera di appartenenza”.
Grenke Factoring è Sponsor dell’edizione 2020-2021 dell’Osservatorio Supply Chain Finance, e sarà presente al convegno finale del 17 marzo.
"Crisi, liquidità e filiere: il vaccino si chiama Supply Chain Finance"