I servizi al centro del mercato Internet of Things

26 aprile 2018 / Di Angela Tumino / 0 Comments

Internet of Things sempre più motore del nuovo mondo digitale. Gli oggetti connessi continuano a crescere, e nei prossimi anni sono destinati a recitare un ruolo di primo piano all’interno di una rivoluzione che cambierà per sempre anche le nostre abitudini. Secondo i dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano nel 2017 il mercato Internet of Things (IoT) in Italia è arrivato a toccare i 3,7 miliardi di euro, con una crescita del 32% rispetto al 2016 spinta sia dalle applicazioni più consolidate che sfruttano la “tradizionale” connettività cellulare (2,2 miliardi di euro, +29%), sia da quelle che utilizzano altre tecnologie di comunicazione (1,5 miliardi di euro, +36%). Questi numeri confermano la rilevanza dell’Internet of Things nello sviluppo del mercato digitale in Italia, che nel suo complesso ha fatto registrare - secondo gli ultimi dati Assinform - un +2,3% nello stesso anno, raggiungendo i 67,6 miliardi di euro.

Un elemento interessante rispetto al passato è dato dalla componente legata ai servizi, che gioca sempre più un ruolo di primo piano, raggiungendo ben il 34% del valore del mercato (1,25 miliardi di euro), con un aumento del 52% rispetto al 2016, superiore quindi rispetto alla crescita complessiva del mercato. Se da un lato si tratta prevalentemente ancora di servizi “semplici” come l’installazione di oggetti smart, l’invio di notifiche push in caso di eventi avversi o la gestione dei dati in cloud, dall’altro affiorano le prime applicazioni più evolute. È possibile trovare esempi in questa direzione in quasi tutti gli ambiti dell’Internet of Things.

In ambito Smart Car, ad esempio, nonostante l’entrata in vigore (lo scorso 31 marzo) dell’obbligo normativo legato all’eCall, già oggi osserviamo un’offerta sempre più ampia di servizi abilitati dalla connettività che vanno ben al di là della sola chiamata di emergenza, come ad esempio la manutenzione predittiva basata sul monitoraggio del funzionamento dei componenti, o la fornitura di consigli per ridurre il consumo di carburante. Al contempo le case automobilistiche si preparano al lancio di nuovi piani tariffari con prezzo variabile a seconda dell’utilizzo, in una logica “pay per use”.

Un altro esempio riguarda la fabbrica (Smart Factory): grazie all’IoT è oggi possibile monitorare in tempo reale il funzionamento di un impianto produttivo, raccogliendo dati utili a introdurre nuovi servizi di manutenzione predittiva che consentano di limitare i fermi in produzione; qualora si verifichi un guasto, inoltre, potranno essere garantiti interventi più tempestivi grazie alla migliore diagnosi resa possibile dai dati raccolti. In alcuni casi il monitoraggio di una macchina può servire anche per supportare processi di vendita e distribuzione: è il caso ad esempio di Kaeser Compressori che, monitorando il funzionamento dei compressori connessi, è in grado di ottimizzare il processo di manutenzione del parco macchine e di abilitare al contempo nuovi modelli di pricing che prevedono l’acquisto di macchinari senza costi iniziali e il pagamento di un canone mensile correlato alla quantità di aria compressa prodotta ogni mese.

Servizi sempre più innovativi affollano anche le nostre case (Smart Home), non ancora in Italia dove si sta lavorando sulla corretta definizione dell’offerta, ma ad esempio già negli Stati Uniti è possibile trovare offerte di grandi colossi internazionali che fanno del servizio la componente principale. Un esempio in questo senso è la strategia di espansione messa in atto da Amazon, che ha lanciato il servizio Key e acquisito le startup Blink (90 milioni di dollari) e Ring (1 miliardo di dollari) per lanciare un nuovo modello di business sempre più integrato e ricco di servizi in grado di superare una delle principali problematiche legate degli acquisti online: la consegna del pacco nel caso in cui non sia presente qualcuno a ritirarlo.

Ci aspettiamo nei prossimi anni il proliferare di nuovi servizi che integreranno sempre di più Internet of Things e Intelligenza Artificiale. Le applicazioni immaginabili sono innumerevoli e avranno un impatto radicale su aziende, pubbliche amministrazioni e consumatori. Si pensi ai camerini dei negozi dotati di display trasparenti e touch (Smart Retail), in grado non solo di fornire in tempo reale tutte le informazioni richieste dall’utente, ma anche – grazie ad algoritmi sempre più evoluti – di comprenderne nel tempo le preferenze e mostrare i prodotti di maggiore interesse. Un altro esempio riguarda la possibilità che dispositivi indossabili (Wearable) applicati in ambito industriale, ad esempio all’interno di una fabbrica, possano raccogliere informazioni sull’ambiente di lavoro e, in maniera del tutto autonoma, comprendere se il lavoratore si sta esponendo a una situazione di pericolo, allertandolo tempestivamente.

Lo scenario, insomma, è ricco. E i tempi sono ormai maturi.


Angela Tumino e Giulio Salvadori, Direttori Osservatorio Internet of Things

  • Autore

Responsabile Scientifico degli Osservatori Connected Car & Mobility e Smart City e Direttore dell'Osservatorio Internet of Things