Le persone sono al centro delle aziende, perché solo con dipendenti di talento e motivati si può pensare di raggiungere obiettivi e sviluppare progetti di successo. E se è vero che le aziende puntano ai candidati migliori, questa scelta vale anche al contrario: l’azienda deve riuscire a farsi scegliere dalle persone in gamba, convincendole che la loro offerta è la migliore fra tutte. Per raggiungere questo obiettivo l'Employer Branding è, ora più che mai, indispensabile per le organizzazioni.
Nell’era post pandemica il mercato del lavoro vive un momento di forte disequilibrio e instabilità: il Covid ha acuito alcuni fenomeni già noti in economia e alle Istituzioni, in parte derivanti dalla Trasformazione Digitale, come ad esempio il disequilibrio tra le competenze richieste e quelle effettivamente presenti sul mercato, in parte da fenomeni pressoché nuovi, come ad esempio il Great Resignation o Big Quit (ossia "Grandi dimissioni"), che identifica l'abbandono “in massa” e volontario da parte delle persone del proprio lavoro sorto negli USA nel 2021.
Accanto alla difficoltà nel trattenere i talenti, le organizzazioni lamentano sempre più spesso anche criticità nella loro attrazione sul mercato del lavoro. Come far fronte, dunque, alle nuove sfide per la Direzione HR? A questo punto viene in aiuto LinkedIn, utile non solo per trovare lavoro o fare branding, ma anche per condurre una strategia di Employer Branding che attragga nuovi candidati e coinvolga i dipendenti.
Cosa si intende per Employer Branding?
Fare Employer Branding raccoglie un insieme di processi per promuovere un’azienda (o un’organizzazione) come datore di lavoro ideale per uno specifico target che l’azienda intende attirare, assumere e trattenere. In questo modo è possibile essere un “great place to work”, ossia avere l’immagine di un ambiente di lavoro collaborativo, stimolante e dove è possibile raggiungere gli obiettivi aziendali grazie ad una visione comune – un ambiente da cui possano dunque trarre benefici i collaboratori e il management.
In altre parole, fare Employer Branding significa distinguersi rispetto alle altre aziende, offrendo un’esperienza professionale unica a candidati e dipendenti, e rendersi attrattivi agli occhi dei talenti più in linea con i propri valori aziendali.
I vantaggi dell’Employer Branding
Definito cosa si intende per Employer Branding, è necessario comprendere perché fare branding attraverso i propri dipendenti. I 4 motivi principali sono:
- un talent brand forte può ridurre fino al 50% i costi per le assunzioni e ridurre del 28%il tasso di rotazione dei dipendenti.
- si attraggono più candidati qualificati (e quindi migliora la qualità delle assunzioni)
- i dipendenti sono più coinvolti ed entusiasti del proprio lavoro, perciò anche la produttività è maggiore;
- si guadagna anche un notevole vantaggio competitivo rispetto ai competitor, grazie all’intelligenza collettiva e alla creatività.
In breve, attraverso l’Employer Branding un’azienda spende meno per le assunzioni, aumenta la fedeltà dei dipendenti e monitora l’andamento della sua reputazione come datore di lavoro.
Come costruire una strategia di Employer Branding su LinkedIn
Ogni datore di lavoro ha un Employer Brand, a prescindere dal fatto che lo abbia pianificato o meno. Infatti, la reputazione di un brand come datore di lavoro si fonda sulla percezione delle persone. Se, invece, si decide di investire attivamente nell’Employer Branding, ecco da dove cominciare:
- individuare i propri obiettivi di business e i talenti necessari per raggiungerli;
- valutare la propria immagine attuale come datore di lavoro, osservando la percezione di dipendenti e delle persone esterne all’azienda;
- individuare gli elementi distintivi che rendono l’azienda un luogo ideale in cui lavorare.
Più nel dettaglio, portare avanti questo approccio su LinkedIn richiede:
- creare una Pagina LinkedIn dedicata all’Employer Branding, dove raccontare i valori, la cultura e la mission dell’azienda, pubblicare annunci di lavoro e dare voce ai dipendenti;
- definire il candidato ideale che si vuole raggiungere (es. dati demografici, competenze, interessi);
- costruire un piano editoriale che includa:
- testimonianze dei dipendenti in merito alla loro esperienza in azienda, a una tipica giornata di lavoro o alle innovazioni;
- video-interviste o podcast a cui partecipano CEO o esperti;
- news in merito a premi, riconoscimenti o traguardi raggiunti;
- news in merito all’impegno sociale;
- recensioni o contenuti originali sui trend di settore, a sostegno della Thought Leadership.
- ottimizzare i company update con elementi visivi (immagini, video, infografici) per aumentare il tasso di commenti, messaggi mirati e semplici, domande/sondaggi per coinvolgere il pubblico.
- coinvolgere i dipendenti incoraggiandoli a postare foto o video della loro vita in ufficio o presso eventi aziendali e conferenze, a creare contenuti originali che mostrino la loro expertise, a commentare i trend di settore, in modo che diventino brand ambassador per l’azienda.
Misurare l'Employer Branding
È chiaro che le azioni di Employer Branding implementate devono essere monitorate, in modo da individuare best practice e applicare eventuali correzioni. Infine, per misurare l’efficacia dell’Employer Branding, è possibile utilizzare parametri come:
- Reach: quanto è conosciuta l’azienda (brand awareness);
- Engagement: quante interazioni ricevono i contenuti;
- Job interest: quanto interesse suscitano le offerte di lavoro e quante application vengono ricevute;
- New hire staying power: quanto rimangono i nuovi assunti (e quanto è basso il turnover).
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Consulente e Formatore di Marketing Digitale. Fondatore di LinkedInForBusiness.it, Autore di "Come usare LinkedIn per il tuo Business" e di altri libri su Social Selling e Adv.
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