Dal Trade Marketing al Digital Trade Marketing

01 marzo 2018 / Di Denise Ronconi / 0 Comments

Abbiamo parlato dei diversi formati pubblicitari online, all’interno del mondo Internet Media. Tra i “nuovi” formati che possono essere assimilabili al Native advertising rientrano lo Sponsored Commerce o in generale le attività di Digital Trade marketing. Ma cosa sono? Proviamo a scoprirlo velocemente.


Trade Marketing: una definizione valida per il digitale

Se è vero che per Trade Marketing si intende generalmente l'applicazione delle strategie di marketing indirizzate a distributore o consumatore finale, il discorso non cambia nello scenario digitale.

Il Digital Trade marketing consiste nell’applicare le leve di marketing alla politica distributiva del canale online per massimizzare il ROI (Return On Investment), ossia applicare il marketing anche all’interno delle attività eCommerce di un’azienda. Sul mercato Media questo si traduce nell’acquisto di posizioni privilegiate all’interno dei siti eCommerce da parte di brand e retailer, per migliorare la visibilità dei prodotti.

Le leve e gli strumenti del Digital Trade Marketing

Quello appena descritto rappresenta un trend di investimento in crescita, per un motivo sostanziale: l’esigenza di brand e retailer di ottenere maggiore visibilità sul canale online.

Infatti qualche anno fa, quando un brand o un retailer decideva di utilizzare il canale di vendita online, beneficiava di una visibilità aggiuntiva rispetto ai competitor di settore questo perché lo scenario risentiva di una competizione ridotta e si trattava di un mercato di nicchia.

Oggi, invece, lo scenario competitivo ha subito profondi cambiamenti: il canale online è diventato una commodity, un sistema di uso comune, e sempre più sono i consumatori che ricorrono all’acquisto via Internet. Infatti secondo l’Osservatorio Multicanalità, in Italia gli eShopper – ossia gli individui che utilizzano la rete in tutte le fasi del processo di acquisto – hanno raggiunto i 21 milioni, pari al 39% della popolazione over 14. Questa tendenza fa sì che per i retailer diventi obbligatorio essere presenti sul canale online per non perdere quote di mercato.

Sponsored Commerce: obiettivo visibilità

La competizione online diventa quindi molto spinta e nasce l’esigenza per i brand e i retailer di “distinguersi” dai competitor e di avere degli strumenti che permettano di controllare il canale distributivo. I formati “nativi” di Sponsored Commerce cercano di rispondere a questa esigenza di mercato, in quanto permettono di raggiungere il consumatore giusto nel momento giusto, ossia nell’istante in cui è propenso all’acquisto.

I brand e i retailer possono scegliere di ricorrere a questi formati con necessità diverse. In alcuni casi l’obiettivo può essere quello di promuovere l’intera gamma di prodotti. Ad esempio: un piccolo distributore di articoli casalinghi, con un solo store fisico in Italia, ha scelto di ricorrere a soluzioni di Sponsored Commerce per dare maggiore visibilità a tutti i suoi prodotti; questo si è tradotto in un’attività targetizzata per keyword sul portale eCommerce, e ogni volta che un utente inseriva determinate keyword di ricerca gli veniva presentato in posizione privilegiata un banner promozionale con il nome del venditore e una sua offerta di prodotti selezionati, banner da cui era possibile accedere a una pagina dedicata che mostrava l’intera offerta del distributore.

In altri casi sono i brand che, nonostante non vendano direttamente online, possono decidere di ricorrere a queste soluzioni di advertising per controllare il canale distributivo e privilegiare alcuni venditori presenti sul sito eCommerce. Una scelta di questo tipo può essere frutto di motivazioni diverse e principalmente strategiche: può trattarsi di distributori con cui sono stati siglati particolari accordi commerciali o di distributori che hanno una mission e/o una strategia aziendale più in linea con quella del brand.

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  • Autore

Direttore dell'Osservatori Internet Media e Senior Advisor dell'Osservatorio eCommerce B2c