Mappare il Customer Journey partendo dai dati
L'omnicanalità ha dunque messo in discussione i modelli di analisi più lineari e tradizionali del Customer Journey. Ma in un contesto in cui proliferano i punti di contatto tra azienda e consumatori, assume sempre più importanza il "dato". O meglio, la capacità di elaborare e sfruttare in maniera integrata la grande mole di dati generata dagli stessi utenti durante i loro percorsi online e offline.
Attività di raccolta, analisi ed elaborazione dei dati possono giocare in tal senso un ruolo fondamentale nella definizione del Customer Journey. Ogni azienda, oggi, ha la possibilità di raccoglierne una buona quantità. Il vero punto è l’utilizzo successivo di queste informazioni, anche in considerazione dei nuovi dettami normativi.
I dati disponibili in azienda possono e devono essere di grande supporto al processo di relazione con il consumatore. Parliamo di dati che provengono da diversi touchpoint (punto vendita, sito Internet, piattaforma eCommerce, contact center, mobile app, canali di direct marketing, advertising), dati immagazzinati in svariati sistemi informativi (Crm, sistemi di cassa/transazionali, Erp, Pim, ecc.) e dati che possono provenire non solo dall’interno o anche dall’esterno dell’azienda (ad esempio, acquistati da data provider terzi).
I dati di prima, seconda e terza parte
Nel dettaglio, i dati che possono essere raccolti dalle aziende per creare una vista unica sul cliente e aiutarci nell'opera di tracciamento del loro Customer Journey sono di diverse tipologie:
- dati di prima parte, ossia di proprietà dell’azienda, comprendono le informazioni sulla navigazione e sul comportamento dell’utente;
- dati di seconda parte, acquisiti da partner di filiera, appartengono a una terza parte che li condivide con l’azienda nell’ambito di un accordo di collaborazione;
- dati di terza parte, comprati da data provider esterni all’azienda (trattasi principalmente di dati socio-demografici, geolocal o geocomportamentali).
Volendo utilizzare ulteriore categorizzazioni, distinguiamo tipologie di dati:
- strutturati (organizzati in schemi e tabelle predefinite) o destrutturati (memorizzati senza uno schema ordinato, non salvabili e gestibili su database relazionali tradizionali);
- individuali (ossia riconducibili chiaramente ad uno specifico utente) o aggregati (cioè provenienti da un’analisi complessiva di un gruppo di clienti);
- dichiarati dall’utente stesso o dedotti dal suo comportamento (raccolti, ad esempio, attraverso strumenti di analytics relativamente ai punti di contatto e ai contenuti fruiti);
- storici o aggiornati in tempo reale.
Dati e privacy
In questo scenario, un occhio di riguardo va prestato anche alle evoluzioni della normativa e, in particolare, al GDPR del maggio 2018. Il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR, General Data Protection Regulation - Regolamento UE 2016/679), entrato in vigore il 25 maggio 2016, è un atto immediatamente applicabile in tutta l’Unione Europea senza bisogno di leggi nazionali di recepimento, che (dopo due anni concessi alle organizzazioni per adeguarsi) ha piena efficacia dal 25 maggio 2018. Con questo regolamento si intende garantire la libera circolazione dei dati personali, rafforzare la protezione dei diritti e delle libertà dei cittadini e dei residenti nell’Unione Europea, sia all’interno che all’esterno dei confini della stessa.
Le tecnologie a supporto
Detto di quanto sono importanti i dati anche a livello di Customer Journey Map, concludiamo con un focus sulle tecnologie a supporto di queste analisi. Forniremo in questo paragrafo solo un accenno alle principali soluzioni utili alla gestione dei dati, senza però entrare nel merito della tecnologia, già approfindita nel nostro articolo sul Customer Experience Management.
La base di partenza per l’unificazione dei dati sul consumatore è la creazione di un CRM unico che integri tutti i dati sull’anagrafica clienti, anche relativi a più prodotti/brand/canali. Uno step tecnologicamente più avanzato consiste nell’adozione di un Data Hub, che ha la funzione di integrare e armonizzare i dati provenienti da più fonti (Crm, Erp, Pim, ecc.), da diversi touchpoint e di diversa natura, mettendoli a disposizione di altre piattaforme.
L’obiettivo è la creazione, da un lato, di una vista unica sul cliente e, dall’altro, di segmenti di utenti su cui attivare comunicazioni differenziate. In generale le soluzioni presenti sul mercato che rispondono a questa esigenza possono differire notevolmente, pur essendo spesso accomunate da due caratteristiche chiave: un approccio “aperto” e la possibilità di dialogare con svariati sistemi legacy. Questo per rispondere alla necessità delle imprese di migliorare la customer experience, ma senza dover modificare tutto il parco informativo e applicativo esistente in azienda. Tale approccio consente, infatti, di abbattere le barriere spesso presenti tra i diversi silos aziendali, andando a centralizzare i dati e metterli a disposizione dei diversi touchpoint.
Quando si ha a che fare, in particolare, con i Big Data, vi è la possibilità di ricorrere al Data Lake, ossia un repository di grandi moli di dati non strutturati, da cui altri sistemi, ad esempio il Data Hub, possono raccogliere informazioni utili alla conoscenza dei clienti.
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