La maturità digitale nelle PMI: un quadro d’insieme

03 marzo 2020 / Di Redazione Osservatori Digital Innovation / 0 Comments

Le PMI, vale a dire le realtà imprenditoriali dai 10 ai 249 addetti e un fatturato annuo che non supera i 50 milioni di euro, occupano un ruolo centrale all’interno del tessuto economico nazionale.

In termini di produttività e fatturato, le PMI italiane ben figurano anche nel quadro europeo. Tuttavia, le nostre piccole e medie imprese devono ancora crescere in materia di innovazione. Il gap digitale rispetto alle PMI “cugine” degli altri Stati membri come Germania, Francia e Regno Unito è dei più marcati.

Un modello per misurare la maturità digitale delle PMI

Abbiamo già parlato di digitalizzazione e PMI, indicando le quattro strade da percorrere in tal senso: visione strategica del top management, figure dedicate e cultura digitale dell’organizzazione, processi aziendali interni e processi esterni di interfaccia con fornitori, partner e clienti. Intersecando queste quattro dimensioni è possibile individuare un quadro puntuale di quella che è la maturità digitale delle PMI italiane. In che modo esattamente?

L’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI - a partire da una rilevazione che ha coinvolto un campione di 1538 aziende, rappresentative delle piccole-medie imprese italiane - ha messo a punto un modello di classificazione che distingue 4 profili di PMI. A ognuno di questi profili è quindi associabile un punteggio, o meglio un Digital Maturity Score, calcolato in base alle dimensioni prima citate.

Come funziona il modello dell’Osservatorio

Il modello si pone l’obiettivo di descrivere e meglio comprendere l’approccio delle PMI italiane alla digital transformation. Per fare questo, è stata svolta un’analisi econometrica che, partendo da 14 variabili osservate relative ai quattro assi di analisi (interesse del vertice, organizzazione e cultura, processi interni, relazioni esterne), ha permesso di ricostruire quelli che possiamo definire come quattro classi o profili d’impresa.

L’analisi permette anche di capire quali siano i fattori che determinano l’appartenenza a una specifica classe, cioè di comprendere l’impatto di alcune variabili, quali settore, orientamento (prodotto o servizio), classe di addetti, mercato di riferimento (B2b o B2c) e localizzazione geografica.

Come è assegnato il punteggio ai diversi profili

Per ogni classe è stato poi calcolato un Digital Maturity Score (DMS), con valore tra 0 e 1, dato dalla media aritmetica dei punteggi relativi a tre delle quattro dimensioni analizzate (visione strategica, processi interni, processi esterni). La scelta di non tenere conto della presenza di figure interne dedicate ai fini del DMS deriva dalla considerazione del fatto che la scelta di non prevedere figure interne focalizzate sul digitale nelle PMI non implica di per sé un livello di maturità inferiore. Le imprese potrebbero infatti ritenere più efficiente ed efficace avvalersi di competenze e figure esterne all’azienda che possano accelerare meglio la trasformazione digitale dell’organizzazione e del business.

Va sottolineato che sono state prese in considerazione per lo più tecnologie di base. Un DMS vicino ad 1 indica quindi non un livello di digitalizzazione avanzato ed evoluto, ma il possesso di caratteristiche fondamentali per poter sfruttare il digitale in maniera strategica a favore del business aziendale.

Quali sono i profili individuati dal modello

  1. PMI digitally mature (DMS=88%): imprese che mostrano un buon orientamento al digitale in tutte e tre le dimensioni analizzate, mostrando di possedere le caratteristiche necessarie per sviluppare il proprio business alla luce della digital transformation e, di conseguenza, rimanere competitive sul mercato. Fa parte di questo gruppo il 26% del totale delle PMI.
  2. PMI inward-oriented (DMS: 69%): imprese che traducono la loro vision digitale principalmente nello sfruttare le tecnologie per migliorare i processi interni, quali ad esempio contabilità, monitoraggio del magazzino e delle vendite e supporto al lavoro in mobilità. Fa parte di questo gruppo il 28% delle piccole-medie imprese.
  3. PMI outward-oriented (DMS: 63%): imprese che traducono la propria propensione al digitale primariamente nell’applicare le tecnologie per aumentare le vendite, migliorando i processi rivolti all’esterno dell’organizzazione. Le PMI appartenenti a questo gruppo valgono il 20% del totale ecosistema di riferimento.
  4. PMI digitally immature (DMS: 38%): imprese che, seppur consapevoli del ruolo chiave del digitale nel mercato, non hanno intrapreso alcun percorso di trasformazione digitale. Fa parte di questo gruppo il 26% delle piccole-medie imprese.

 

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  • Autore

Gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano sono un punto di riferimento qualificato sull’Innovazione Digitale in Italia.