I progetti di digitalizzazione delle imprese italiane

Aggiornato il / Creato il / Di Riccardo Mangiaracina

La digitalizzazione delle imprese, ossia del settore B2b, è un fattore più che mai fondamentale per stimolare l'intero sistema Paese. Il come e il perché lo spiegheremo in quest'articolo.

Ma per capire a fondo il rapporto tra imprese e digitale è però necessario partire da alcune premesse. La prima relativa al tessuto economico italiano. La seconda riguarda invece il peso delle relazioni Business to business (B2b) all'interno del nostro mercato.

La digitalizzazione tra Micro Imprese e PMI

Il sistema economico italiano è costituito prevalentemente da micro realtà: delle oltre 5 milioni di Partite IVA attive, sono infatti circa 3,2 milioni le imprese individuali, 1,5 milioni le Micro Imprese, 250.000 le PMI e “solamente” 4.500 le grandi imprese. Una frammentazione enorme, che negli anni ha indotto sviluppo e crescita di vere e proprie “reti” di piccole imprese, nella maggior parte dei casi di origine artigiana, fortemente radicate alla produzione tradizionale di aree geografiche.

Ancora oggi, in Italia, ci sono oltre 140 distretti industriali, che rappresentano circa un quarto del sistema produttivo del Paese in termini di numero di addetti.

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Quanto vale il mercato B2b in Italia

Ma qual è il valore generato all'interno di questo sistema economico?

Il mercato italiano si sviluppa principalmente nelle relazioni tra imprese (B2b), con un valore generato di circa 2.200 miliardi di euro.

È questo, secondo le stime dell’Osservatorio Digital B2b il valore annuo degli scambi B2b che include gli scambi nazionali tra le imprese italiane e quelli verso le imprese estere.

Rispetto al fatturato totale delle imprese italiane (3.600 miliardi di euro), il B2b pesa per il 61%. Il restante è il valore dei consumi delle famiglie in Italia, ossia il B2c. È quindi di gran lunga maggiore il valore generato dalle transazioni tra imprese, rispetto a quello tra imprese e consumatori.

Le filiere che più contribuiscono alla creazione di questi scambi sono: il Largo Consumo, il Metalmeccanico, l’Automotive, le Utility, la Pubblica Amministrazione e il Tessile Abbigliamento.

Questi dati ci dicono che la Trasformazione Digitale italiana deve partire dal B2b. La digitalizzazione del B2b è oggi un elemento essenziale per una maggiore competitività delle imprese e, ancor più, dell’intero sistema Paese. Non solo agevola, ma in alcuni casi addirittura abilita la possibilità delle singole organizzazioni di integrarsi in reti e di aumentare la propria efficienza e la propria efficacia.

Il livello di digitalizzazione delle imprese italiane

La propensione delle aziende italiane verso il digitale non infonde grande entusiasmo. Anzi. Oggi, oltre la metà delle aziende italiane investe meno dell’1% del proprio fatturato in progetti di digitalizzazione e un’azienda su tre ha ancora tra le priorità la sola digitalizzazione dei processi interni.

Discorso diverso per le grandi aziende, i quali investimenti in progetti di digitalizzazione B2b e dematerializzazione ricoprono un ruolo di primo piano. Tali progetti risultano, invece, al quarto posto tra le priorità di investimento delle PMI, che preferiscono concentrarsi sullo sviluppo di nuovi prodotti e/o servizi, sul rafforzamento della forza vendita e sullo sviluppo di nuovi mercati.

I prinicipali progetti di digital B2b

Tra i progetti B2b prioritari per le aziende emerge la digitalizzazione dei processi interni (per esempio l’introduzione di soluzioni come la Gestione Elettronica Documentale, l’ERP o la Conservazione Digitale). Tale preferenza è spiegabile con la necessità crescente delle aziende di migliorare la gestione dei dati e delle informazioni, esigenza resa ancora più importante dall’obbligo di Fatturazione Elettronica tra privati, che impone di lavorare con flussi di dati e non più con documenti.

Alla digitalizzazione dei processi, seguono le soluzioni per la digitalizzazione del ciclo dell’ordine e lo sviluppo di soluzioni collaborative con fornitori o clienti. Questi ultimi progetti hanno una priorità inferiore per la loro maggiore complessità gestionale, che coinvolge non solamente la singola azienda ma parti dell’ecosistema di appartenenza.

Le leve e le barriere alla digitalizzazione delle imprese

Tra le leve che favoriscono la digitalizzazione delle imprese prevalgono la ricerca di efficienza e la facilità d’uso, mentre tra le barriere troviamo la resistenza al cambiamento e la carenza di competenze digitali.

Va detto, poi, che in funzione della dimensione aziendale variano le ragioni che spingono un’impresa a implementare progetti di digitalizzazione. Per esempio, per una grande azienda prevalgono motivazioni come:

  • la ricerca di efficienza a breve termine;
  • la necessità di restare competitivi sul mercato;
  • la necessità di risolvere problemi fortemente percepiti.

Per una PMI, caratterizzata da competenze digitali meno diffuse e budget più contenuti, al contrario diventano più importanti la facilità d’uso della soluzione e la spinta normativa.

Per quanto concerne le criticità per l’introduzione dei progetti di digitalizzazione, invece, la principale risiede nelle resistenze al cambiamento da parte del personale interno (problematica condivisa sia dalle grandi aziende che dalle PMI). Le grandi aziende lamentano, inoltre, una difficoltà dovuta all’eterogeneità delle procedure operative di clienti e/o fornitori.

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  • Autore

Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Digital B2b e Direttore dell'Osservatorio Export

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