La convergenza tra il settore auto e quello hi-tech procede spedita, e sembra che sia quest’ultimo a dettare il passo. Infatti, nonostante da ormai diversi anni i produttori di automobili siano riluttanti a condividere lo spazio dei loro cruscotti con Google, Apple e altre società tecnologiche della Silicon Valley, principalmente per il timore di perdere il controllo di dati e di vedere i loro brand eclissati dai marchi hi-tech statunitensi, questa barriera sembra pian piano sgretolarsi davanti alle evidenze del mercato. E i consumatori in primis stanno costringendo le case automobilistiche a cambiare marcia.
I big dell'hi-tech a servizio dell'auto connessa
Il collegamento di smartphone e app alle auto e la possibilità di interagire, a bordo, con gli assistenti vocali integrati, sta divenendo sempre più una necessità per gli utenti, che desiderano avere un’esperienza quanto più semplice e fluida, con la possibilità di utilizzare la voce per impartire comandi o chiedere consigli nel modo più naturale possibile. E oggi tutto questo è realtà grazie all’integrazione delle funzionalità dell’auto con i sistemi operativi offerti da grandi Over-The-Top (OTT) come Google, Apple e Amazon.
Non a caso, iniziano a proliferare le partnership tra produttori auto e big tecnologici. L’ultima, in ordine cronologico, è quella tra General Motors e Google per lo sviluppo congiunto dei sistemi di infotainment del futuro. La casa automobilistica ha annunciato che utilizzerà la tecnologia Google integrata per i sistemi di navigazione (Map), i comandi vocali (Assistant) e le altre funzioni di infotainment dei suoi veicoli a partire dal 2021. Per Google si tratta della quarta grande partnership di questo tipo, dopo quelle con FCA, Renault-Nissan-Mitsubishi e Volvo.
Ma questo rappresenta solo l’ultimo esempio di una serie di alleanze e grandi manovre in atto, messe in campo dai big dell’hi-tech: altri casi di partnership sono, ad esempio, quelli tra Ford e Amazon, Volkswagen e Microsoft, Porsche e Apple.
Connected Car: rischi e opportunità per i produttori
Tutto questo porterà i produttori di automobili a giocare un ruolo di secondo piano sul mercato? Dare una risposta categorica è sicuramente azzardato. Il rischio, sul lungo termine, è sicuramente quello di presidiare solo la componente hardware di questo business, con tutta la parte di app, dati e servizi saldamente in mano agli OTT, come è successo anche ai produttori di telefoni che hanno contribuito alla diffusione mondiale del mobile per poi trovarsi esclusi dai ricavi delle app e della pubblicità.
Ma sarà importante capire anche quali sono gli accordi presi all’interno di queste partnership. Ad esempio, nel caso dell’accordo fra General Motors e Google, il colosso di Mountain View non avrà accesso ai dati sullo stile di guida degli utenti o sui parametri di funzionamento deI veicoli per comprenderne le esigenze di manutenzione. E questo è un punto molto rilevante a vantaggio della casa automobilistica, se si pensa a tutti i possibili servizi abilitati dalla connettività che potranno essere offerti dai produttori come differenziale competitivo. Un dettaglio non di poco conto, in un mercato ormai molto maturo come quello dell’auto.
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