In un’ottica di Open Innovation, sono tante le imprese italiane interessate a collaborare con le startup innovative come fonte alternativa per lo sviluppo di innovazione digitale. L’Innovazione “Aperta”, basata sulla condivisione di risorse e competenze per favorire il progresso tecnologico, si concretizza così in diverse tipologie di collaborazione di durata variabile. In questo articolo, grazie alla Ricerca dell’Osservatorio Startup Thinking, approfondiamola diffusione, le caratteristiche e i vantaggi della collaborazione tra organizzazioni e startup.
Le grandi imprese puntano sulle startup
Affinché un progetto di Open Innovation abbia successo è necessario che startup e impresa siano in grado di comunicare e di comprendere le esigenze l’una dell’altra, in modo da creare una sinergia tra i rispettivi approcci e metodologie. Lavorare insieme comporta non poche difficoltà, ma una collaborazione gestita correttamente può generare numerosi benefici economici e strategici. Con il declino degli investimenti nelle startup in Italia (così come in gran parte del mondo), è opportuno sottolineare quanto la collaborazione tra le aziende e queste giovani imprese innovative possa portare benefici tangibili a entrambe le parti.
I risultati di Ricerca dell’Osservatorio Startup Thinking confermano un trend positivo rispetto a questo paradigma. Nel 2023, infatti, le Grandi e le Grandissime imprese italiane che collaborano con le startup risultano essere il 58% del campione preso in esame. Questo dato che sale all’80% nel caso in cui si considera anche la quota delle realtà che ancora non collaborano, ma ha in programma di farlo.
Identikit delle collaborazioni startup-imprese
Dalla Ricerca emergono otto tipologie di relazione praticate fra startup e imprese distinte per durata e valore strategico, mirate allo sviluppo di Innovazione Digitale:
- fornitura spot
- partnership R&D per la co-creazione di prodotti/servizi
- fornitura di lungo termine
- partnership commerciale
- programmi di incubazione/accelerazione di proprietà dell’impresa o di un esterno con cui essa collabora
- partnership per la co-creazione e innovazione del modello di business complessivo
- partecipazione all’equity della startup
- acquisizione della startup
Le imprese che intraprendono collaborazioni spot solitamente sono alla scoperta delle opportunità con le start up. Tuttavia, quando il risultato è positivo, la collaborazione può diventare di lungo periodo. Se l’impresa partecipa all’equity della startup o sviluppa programmi di incubazione è perché entrambe le realtà hanno strategie simili o, al contrario, possiedono differenze che rappresentano un’opportunità di diversificazione. Le imprese che acquisiscono direttamente le startup corrono il rischio maggiore. Il loro contesto, talvolta rigido e strutturato, potrebbe ostacolarne la crescita, impedendo così di raggiungere risultati efficaci.
Per quanto riguarda la diffusione di queste modalità, l’Osservatorio Startup Thinking ha rilevato che le startup si affiancano alle imprese principalmente mediante collaborazioni spot e di lungo termine, in forma di Venture Clienting. In questo modello le imprese non prendono equity, ma diventano clienti delle startup. In questo modo portano valore sotto forma di validazione industriale e fatturato. Risulta frequente anche l’affiancamento alle imprese in qualità di partener per la co-creazione di prodotti o servizi. Sono meno frequenti, invece, le collaborazioni con prospettiva strategica o con un rischio di investimento maggiore.
Perché adottare l’Open Innovation: tutti i vantaggi
Attivare una collaborazione in un’ottica di Open Innovation è una scelta vantaggiosa per entrambe le parti. Difatti, sia le imprese che le start up possono ottenere numerosi benefici in termini di risorse, competenze e opportunità.
Nello specifico, le startup possono non solo accedere a una maggiore disponibilità di capitale e di tecnologie, ma anche entrare più facilmente nel mercato (grazie alla condivisione della strategia commerciale con l’impresa, che ha una maggiore conoscenza del business). Inoltre, possono acquisire referenze e connessioni grazie alla reputazione dell’impresa.
Per quanto riguarda le imprese, esternalizzando l’attività di R&D, possono diversificare il business e la gamma di prodotti/servizi grazie alle innovazioni delle startup, che sono anche più agili nell’attività di testing dei prodotti prima dell’immissione sul mercato. Inoltre, le imprese hanno la possibilità di entrare in contatto con un nuovo modello organizzativo, più lean e open, e di scoprire nuove figure professionali e competenze.
Come gestire la collaborazione con le startup
Trattandosi di due contesti con metodologie e approcci completamente diversi, nella collaborazione fra imprese e startup è naturale che sorgano alcuni problemi. Il più comune è rappresentato dai tempi di sviluppo prolungati rispetto alle aspettative iniziali, spesso a causa della scarsa flessibilità delle imprese. Seguono il mancato coinvolgimento delle Funzioni di Business che devono occuparsi della fase di industrializzazione della soluzione e il disallineamento degli obiettivi tra startup e aziende, poiché queste ultime tendono a gestire le prime come mere consulenti.
Per superare gli ostacoli è necessario che entrambe le parti si facciano carico di alcuni accorgimenti. Da un lato le imprese devono allineare il proprio contesto organizzativo per lavorare con le startup in termini di processi e tempi. Dall’altro le startup devono imparare a comprendere il business e il linguaggio delle imprese e dei loro interlocutori, dato che spesso non ne conoscono né la complessità organizzativa né i processi.
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- Autore
Ricercatrice dell'Osservatorio Digital Content e dell’Osservatorio Startup Hi-tech
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