«Il 19 febbraio pubblicheremo un libro bianco sull’intelligenza artificiale e una strategia sulla protezione dei dati, per rassicurare i cittadini sulla privacy e per puntare all’eccellenza». L'annuncio è arrivato in queste ore per voce del commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager, che ha spiegato anche come questo libro bianco «sarà accompagnato da una relazione sulla sicurezza e le responsabilità nell’intelligenza artificiale (AI)».
Cosa significa tutto questo? Che probabilmente il GDPR, da solo, non basta a controllare tecnologie sempre più invasive. E la stessa Vestager non ne ha fatto mistero: «Dobbiamo capire se le normative già esistenti - ha detto - sono adeguate anche alle tecnologie di AI, se valutare standard più elevati per il riconoscimento facciale per l’utilizzo dei dati».
I dubbi sul riconoscimento facciale
Giova ricordare che pochi giorni fa, sempre da Bruxelles, erano trapelati pesanti dubbi sulla tecnologia del riconoscimento facciale. Tanto che si è fatta largo l'ipotesi che l'Europa potrebbe bandirla per almeno 5 anni, tempo necessario a capirne le evoluzioni e a garantire una giusta protezione della privacy dei cittadini.
Una posizione nettamente più prudente, rispetto a quella di Stati Uniti e Cina, leader del settore dell'IA e già ampiamente proiettati in dinamiche che prevedono l'impiego del riconoscimento facciale.
Secondo la Vestager, le tecnologie basate su Intelligenza Artificiale e utilizzate in ambito pubblico (il riconoscimento facciale è fra queste) devono rispettare «standard particolarmente elevati quando si tratta di trasparenza e accountability». La partita, insomma, è appena iniziata.