Passaporti di immunità: Torneremo a volare… grazie all’identità digitale

29 gennaio 2021 / Di Giorgia Dragoni / 0 Comments

Si rincorrono in questi giorni le notizie che raccontano di progetti pilota orientati allo sviluppo dei cosiddetti passaporti di immunità.

Il passaporto di immunità, o passaporto sanitario, non è altro che un set di credenziali digitali che, se combinate con la verifica dell'identità, consentono alle persone di attestare il proprio stato di salute, provando la propria negatività ai test Covid-19 o dimostrando di essere già stati sottoposti alla vaccinazione.

Lo scopo del passaporto sanitario è quello di garantire ai cittadini la possibilità di spostarsi sul territorio in modo sicuro o tornare a frequentare luoghi affollati, accelerando il più possibile il ritorno alla normalità post-pandemia.

 

Passaporti di immunità: i progetti più interessanti

Sono molte le iniziative che si stanno muovendo in questa direzione, promosse da compagnie aree, Governi o associazioni internazionali. I diversi progetti hanno in comune tra loro l’utilizzo di soluzioni di riconoscimento certo dell’individuo, che permettono di evitare eventuali frodi e attestazioni fasulle dello stato di salute, e la messa in campo di sistemi di sicurezza, volti a garantire la massima protezione dei dati sanitari – estremamente sensibili – che potrebbero essere inclusi nei passaporti di immunità.

Tra le iniziative più interessanti rese note nell’ultimo periodo, c’è quella dell’International Air Transport Association. L’associazione – che solo per il 2020 stima una perdita nel settore del trasporto aereo pari a 118 miliardi di dollari – ha sviluppato l’applicazione IATA Travel Pass, che dà la possibilità ai passeggeri di memorizzare digitalmente documenti di identità verificati, come il passaporto elettronico, e di associarli ai risultati dei test Covid-19. Per utilizzare il servizio, sarà sufficiente scaricare l’app sul proprio smartphone, scansionare i dati dal passaporto con il proprio dispositivo NFC e inserire un selfie per verificare la propria identità. Alcune compagnie aree, tra cui Emirates e Etihad, hanno già aderito al programma e renderanno disponibile l’app ai passeggeri entro il primo trimestre del 2021.

Un altro progetto degno di nota è attualmente in fase di sperimentazione nel Regno Unito. Il passaporto digitale è in questo caso promosso da Mvine, azienda che si occupa di sicurezza informatica, e da iProov, realtà innovativa che ha sviluppato una soluzione in grado di provare la “genuina presenza” degli utenti grazie a una sofisticata tecnologia di riconoscimento facciale. Anche in questo caso si tratta di un’app mobile, direttamente collegata con l'infrastruttura esistente del NHS, il servizio sanitario nazionale inglese.

Le iniziative dei passaporti di immunità sono solo l’ultimo tassello di una più ampia trasformazione del settore dei viaggi e del turismo abilitata dai sistemi di identità digitale: negli ultimi mesi i principali scali aeroportuali nazionali e internazionali hanno avviato l’installazione di soluzioni di riconoscimento facciale ai gate, in grado di automatizzare le fasi di check-in e imbarco, riducendo il più possibile il contatto tra passeggeri e operatori.

 

Non solo Travel: le potenzialità dell’identità digitale per accelerare la ripresa

Ma non c’è solo il travel. Sono molteplici gli ambiti che, a causa della pandemia, stanno profondamente ripensando i loro processi e le relazioni con i clienti. In questa fase di trasformazione, l’identità digitale assume il ruolo di tecnologia abilitante per la continuità di business e per il supporto alle nuove modalità di gestione delle interazioni digitali dei clienti.

Tra i settori che hanno visto uno slancio maggiore in questo percorso di trasformazione ci sono evidentemente quello finanziario, quello governativo e quello sanitario. In tutti e tre i campi citati, infatti, i servizi offerti a consumatori e cittadini hanno un livello di criticità medio-alto, ed è necessario un sistema di riconoscimento certo dell’utente per poterne abilitare l’accesso e le transazioni.

Alcune tra le iniziative messe in campo in queste aree riguardano per esempio la gestione dell’onboarding dei clienti da remoto, il rilascio di carte di credito biometriche a supporto dei pagamenti touchless nei negozi fisici, i sistemi di identificazione biometrica abbinata a misurazione della temperatura per garantire il tracciamento dei contagi, l’accesso a distanza a servizi – come la consultazione di esiti di esami medici tramite il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) – per ridurre la necessità di recarsi fisicamente presso gli uffici preposti.

Già da prima del Covid-19, l’identità digitale stava imponendo un ripensamento delle interazioni digitali tra gli utenti e i fornitori di servizi. L’emergenza sanitaria ha accelerato e reso più urgente questa trasformazione, travolgendo in modo trasversale tutti i settori e tutte le fasce di utenti, dai più “digitali” a quelli meno avvezzi all’uso di questi strumenti.

Quello che intravediamo per l’identità digitale nei prossimi mesi – e forse anni – è un ruolo sempre più centrale per l’utente finale, per gli ecosistemi di attori in ambito business e, più in generale, per l’intero sistema Paese.

 

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  • Autore

Direttore dell'Osservatorio Digital Identity e Ricercatrice dell'Osservatorio Cyber Security & Data Protection