Il termine Metaverso fino a qualche anno fa era conosciuto solo addetti ai lavori del mondo della tecnologia, del gaming o delle criptovalute. Tutto ciò è però cambiato rapidamente a partire da ottobre 2021, con il rebranding di Facebook in Meta e con l’annuncio ufficiale del Presidente e CEO Mark Zuckerberg dei suoi piani per la società, sempre più orientati alla costruzione del Metaverso. Da quel momento l’attenzione attorno al tema è cresciuta notevolmente. Tuttavia, sia nella letteratura che nella realtà il concetto di Metaverso risale a molto tempo prima dell'annuncio di Zuckerberg.
Nel corso degli ultimi trent'anni, infatti, questo concetto è stato affrontato svariate volte. Ma, a oggi, che cosa si intende per Metaverso? Come funziona e quali sono le sue principali applicazioni? Quali sono le opportunità per individui e aziende nel Metaverso? All’interno di questa guida risponderemo a tutte queste domande con l’aiuto delle ricerche effettuate dall’Osservatorio Extended Reality & Metaverse della School of Management del Politecnico di Milano.
In questa pagina:
- Cosa si intende per Metaverso
- Come nasce il Metaverso
- Come funziona il Metaverso: le tecnologie immersive
- Cosa si può fare nel Metaverso: le applicazioni delle tecnologie
- Metaverso, la tecnologia Blockchain e il Web3 al servizio dell’utente
- Metaverso e Mondi Virtuali, alcuni esempi
Che cosa si intende per Metaverso
Il Metaverso rappresenta un ecosistema immersivo, persistente, interattivo e interoperabile, composto da molteplici mondi virtuali interconnessi in cui gli utenti possono socializzare, lavorare, effettuare transazioni, giocare e creare asset, accedendo anche tramite dispositivi immersivi.
Questa definizione è stata elaborata dall’Osservatorio Extended Reality & Metaverse che, dopo aver analizzato molte definizioni di Metaverso – alcune riportate da grandi società internazionali di ricerca e consulenza – ha ripreso tutti gli elementi chiave per fornirne una propria.
Il Metaverso rappresenta, dunque, la prossima grande evoluzione dell’interazione online, caratterizzato dal passaggio da siti Web basati su testo e da ecosistemi chiusi, a spazi condivisi e interconnessi, detti mondi virtuali, in cui gli utenti interagiscono tramite avatar. Queste nuove piattaforme, ricreano dei mondi persistenti, all’interno dei quali gli utenti possono muoversi liberamente e incontrare altri avatar. Ogni mondo è costruito per ospitare le proprie comunità virtuali e i propri contenuti, questo perché tutti possiedono un modello di business e delle regole specifiche.
Quali sono le caratteristiche distintive del Metaverso?
Attraverso la definizione fornita dall’Osservatorio è possibile identificare alcune caratteristiche distintive del Metaverso. Per definirsi tale, il Metaverso deve essere:
- interoperabile, permettendo quindi l’interconnessione di dati, oggetti, risorse digitali e identità tra i diversi mondi virtuali;
- in grado di garantire l’ownership (proprietà) degli asset, in modo tale che l’utente sia proprietario dei propri asset digitali;
- modulabile, così che si abbia la possibilità di creare gli asset e/o di personalizzare gli spazi
- liberamente accessibile, consentendo agli utenti di entrare a far parte del Metaverso partecipando a eventi, luoghi e attività specifiche in modo sincrono;
- abitato e rappresentativo, con la possibilità per gli utenti di essere rappresentati tramite la creazione di avatar personalizzabili;
- persistente, ossia in grado di continuare a esistere indefinitamente e in maniera indipendente dalla presenza o meno di un soggetto;
- economicamente pieno di funzioni, vale a dire in grado di permettere a individui e aziende di creare, possedere, investire, vendere ed essere ricompensati per un’ampia gamma di “lavori” che producono valore riconosciuto dalla community;
- immersivo, cioè, il Metaverso, sarà capace di fornire un’esperienza che unisce il mondo reale e il mondo virtuale, mettendo a disposizione strumenti creativi.
Dalle caratteristiche del Metaverso possiamo evincere che non consiste in un singolo mondo virtuale, come spesso viene erroneamente identificato. Rappresenta invece un concetto generale che prevede la presenza di più mondi virtuali interoperabili e interconnessi tra di loro (permettendo all’utente, ad esempio, di passare da Horizon Labs di Meta a Roblox o Fortnite per il mondo gaming).
Le principali soluzioni per ottenere l’interoperabilità sono basate sul concetto di Web3 e su soluzioni tecnologiche come la Blockchain e gli NFT (Non Fungible Token). Il Web3 abilita un’esperienza utente trasversale attraverso i vari servizi, grazie alla possibilità di utilizzare un’unica identità per accedervi e alla possibilità di dimostrare facilmente il possesso di determinati asset o attributi.
Come nasce il Metaverso
Come abbiamo già avuto modo di accennare, il concetto di Metaverso è stato in realtà affrontato svariate volte nel corso degli ultimi decenni. Analizziamo queste fasi più nel dettaglio.
Chi ha coniato il termine Metaverso?
Nel 1992 lo scrittore statunitense Neal Stephenson pubblicò il romanzo fantascientifico Snow Crash, all’interno del quale coniò il termine Metaverso, indicando un mondo capace di andare oltre (meta) l’universo (verse). Nel romanzo di Stevenson, ambientato in un’America anarco-capitalista in cui predominano catene di franchising, esiste uno spazio virtuale, il Metaverso, accessibile mediante una propria rappresentazione in 3D, detta proprio Avatar. All’interno di questo mondo, rappresentato come un’enorme sfera nera, gli utenti possono svolgere innumerevoli attività, come interagire tra loro, frequentare locali e fare acquisti.
L’evoluzione dei mondi virtuali
Nel 2003 la società statunitense Linden Lab realizza uno dei primi mondi virtuali, Second Life, tuttora esistente. In questo mondo è possibile creare una propria rappresentazione virtuale all’interno di uno spazio condiviso con altri utenti. Proprio come nel romanzo di Stephenson, anche all’interno di Second Life, è possibile socializzare con altri avatar, svolgere attività, assistere a spettacoli, fare acquisti, scambiare beni e molto altro, costituendo una vera e propria seconda vita.
Dopo Linden Lab, diverse altre aziende si sono adoperate per la creazione di mondi virtuali, come Microsoft ed Epic Games, fino ai più recenti Meta e Apple. Numerose sono anche le piattaforme realizzate, partendo da Decentraland, The Sandbox, Fortnite e Roblox, fino al più recente Horizon Labs.
Nel 2011, inoltre, è stato pubblicato Player One, un romanzo di fantascienza parzialmente ambientato in una realtà virtuale, chiamata OASIS. L’autore, Ernest Cline, racconta di un futuro distopico non troppo lontano, sovrappopolato e impoverito, in cui i personaggi possono accedere a un mondo virtuale per svolgere attività mediante il proprio avatar. Dal libro è stato poi tratto l’adattamento cinematografico, dal titolo Ready Player One, diretto da Steven Spielberg e uscito nelle sale nel 2018.
Oggi il Metaverso esiste realmente?
Il Metaverso, però, non si riassume all’interno di romanzi, né consiste unicamente in piattaforme virtuali. Si tratta, infatti, di un ecosistema complesso e articolato, molto più di quanto si possa pensare.
A oggi esistono svariati mondi virtuali in cui è possibile "entrare". Tuttavia molti di essi sono ancora lontani dal diventare realmente interoperabili (caratteristica imprescindibile per il Metaverso). Le aziende menzionate in precedenza, come ad esempio Epic Games, Roblox o Meta, non hanno ancora “aperto” i propri mondi virtuali. Non solo non sono interconnesse tra loro, ma alcuni sono ancora nelle fasi inziali di realizzazione.
Non essendo interoperabili, il “vero” Metaverso rimane ancora un concetto che, di fatto, non esiste.
Ci sono, tuttavia, già delle prime realtà che iniziano a incorporare alcune delle caratteristiche descritte. The Sandbox e Decentraland sono tra le principali piattaforme su cui si stanno concentrando molti dei diversi progetti aziendali da parte di realtà internazionali come JP Morgan, Adidas, Walmart, Nike, Benetton o Gucci.
In questi mondi virtuali è possibile accedere senza nemmeno dover creare un account, basta semplicemente autenticarsi con il proprio wallet Blockchain, a cui poi vengono associati gli eventuali NFT compatibili e utilizzabili dall’avatar dell’utente (anche se sviluppati da creatori terzi e non obbligatoriamente forniti dalla piattaforma). Nel caso in cui non si dispone di un avatar proprio è possibile utilizzarne uno base, che è possibile personalizzare, ma non è unico e non è direttamente posseduto dall’utente.
Come funziona il Metaverso: le tecnologie immersive
Un’altra caratteristica del Metaverso è l’immersività, che consente di fornire all’utente un’esperienza che coniughi il mondo reale e il mondo virtuale. Le tecnologie di Extended Reality, che permettono e permetteranno in un futuro al Metaverso una più profonda interazione e che sono abilitanti di nuove esperienze immersive, sono:
- Realtà Aumentata: sovrappone oggetti/informazioni digitali agli elementi del mondo reale, il quale rimane al centro dell’esperienza. Gli elementi digitali possono essere solo visualizzati, con l’obiettivo di potenziare il campo visivo dell’utente.
- Realtà Mista: dà all’utente la possibilità non solo di visualizzare, ma anche di interagire con oggetti ed elementi digitali che sono inseriti nel mondo reale.
- Realtà Virtuale: crea un ambiente interamente digitale e tridimensionale in cui l'utente si immerge, tramite l’utilizzo di visori, isolandosi dal contesto reale. In tale ambiente è possibile ricreare tutte le azioni dell'utente.
Come entrare nel Metaverso?
Compreso il significato di Metaverso, le sue caratteristiche, la sua origine e le tecnologie utilizzabili, sorge spontanea una domanda. Nella pratica, come si fa ad entrare nel Metaverso? La risposta non è univoca, poiché non esiste un'unica via di accesso definita. Tuttavia, possiamo affermare che in generale basta avere a disposizione un computer o uno smartphone, una connessione Internet stabile e un account sulla piattaforma del mondo virtuale a cui si vuole accedere.
Per entrare nel Metaverso non è dunque sempre necessario indossare un visore per la realtà virtuale. Sebbene possa amplificare l'esperienza e renderla più realistica, il visore VR non rappresenta un elemento indispensabile per accedere a tutte le piattaforme. Fa eccezione ad esempio Meta che, per l’accesso al suo mondo virtuale Horizon World, richiede l’utilizzo di un visore, come ad esempio il Meta Quest.
Nella maggior parte dei casi il Metaverso è dunque facilmente accessibile da chiunque. Ogni mondo virtuale, però, può stabilire delle proprie specifiche regole d'ingresso. Decentraland e Sandbox, per esempio, si basano su Blockchain.
Per tale motivo in questi mondi virtuali è possibile accedere senza nemmeno dover creare un account, ma è necessario autenticarsi con il proprio wallet Blockchain. A questo wallet vengono poi vengono associati gli eventuali NFT compatibili e utilizzabili dall’avatar dell’utente (anche se sviluppati da creatori terzi e non obbligatoriamente forniti dalla piattaforma). Nel caso in cui non si dispone di un avatar proprio è possibile utilizzarne uno standard, che è possibile personalizzare, ma non è unico e non è direttamente posseduto dall’utente.
A oggi, la stragrande maggioranza degli accessi ai mondi virtuali avviene tramite dispositivi quali PC e smartphone, sebbene ancora non permettano esperienze puramente immersive per l’utente. Secondo diversi report internazionali, nel breve termine, l’accesso principale avverrà ancora tramite questi dispositivi tradizionali, ma si stanno evolvendo e diffondendo sempre di più tecnologie, come visori o smart glasses, con cui avere un’esperienza ancora più immersiva.
In tutto ciò dobbiamo considerare che il Metaverso rappresenta un ambiente virtuale in mutamento, in cui tecnologia e creatività si fondono. Considerando che se a oggi l'accesso ai mondi virtuali non è standardizzato, è plausibile che in futuro si presentino ulteriori strade e requisiti per entrare in essi.
Cosa si può fare nel Metaverso: le applicazioni delle tecnologie
Molto spesso il Metaverso è erroneamente associato al mondo del gaming. È facile pensare ad aziende (ad esempio Epic Games o Roblox) come le prime in grado di creare mondi virtuali largamente utilizzati, quali Fortnite e Roblox. Pur essendo soluzioni nate per il gaming, a oggi queste piattaforme possono essere luoghi di incontro e socializzazione (e non solo).
Un esempio “precursore” risale all’ottobre del 2020, con il concerto tenuto dal rapper Travis Scott all’interno del mondo virtuale del famoso videogioco Fortnite. In questa occasione erano presenti circa 12 milioni di persone contemporaneamente. Sulla piattaforma Roblox, invece, sono stati aperti diversi negozi virtuali da parte di famosi brand del calibro di Gucci, Nike, Benetton e Tommy Hilfiger.
In questo luogo virtuale gli utenti possono acquistare il corrispettivo virtuale di beni fisici con anche la possibilità di poterli scambiare con oggetti fisici o sconti guadagnati all’interno del mondo virtuale.
Il gaming è una delle principali applicazioni del Metaverso, ma in realtà all’interno dei mondi virtuali si può fare molto di più e il numero di attività cresce in modo esponenziale. Già oggi stanno nascendo nuove economie all’interno delle piattaforme esistenti.
È possibile, ad esempio, acquistare oggetti, avatar, appezzamenti di terreno (con la possibilità di affittarli in alcuni casi) e molto altro ancora. Risulta facilmente immaginabile, quindi, un prossimo futuro in cui vestire gli avatar con gli stessi brand da noi utilizzati, oppure con nuovi marchi nativi digitali ed espandibili poi al mondo fisico.
Il Metaverso non sarà, dunque, solo uno spazio virtuale da esplorare per fini ludici, ma anche un luogo per effettuare transazioni relative sia a oggetti digitali che fisici.
I mondi virtuali, inoltre, possono diventare una naturale estensione dei nostri ambienti di lavoro. Nello Smart Working e nel lavoro da remoto, ad esempio, si potranno vivere le stesse dinamiche da ufficio altrimenti difficilmente recuperabili.
L’incontro di un collega nel corridoio (virtuale), la pausa collettiva, le chiacchierate informali singole o di gruppo, sono tutte azioni che potranno avvenire all’interno dei mondi virtuali. È in questa direzione, ad esempio, che si sta muovendo l’azienda di servizi finanziari JP Morgan, che intende creare un ufficio nel Metaverso per ospitare i propri dipendenti e per poter in futuro aprire le porte anche ai suoi clienti.
Il Metaverso è, dunque, una tecnologia trasversale che potrà trovare sviluppi in molti ambiti applicativi differenti, quali networking, lavoro, formazione, customer experience e molti altri ancora.
Metaverso, la tecnologia Blockchain e il Web3 al servizio dell’utente
Anche se i grandi player del Web2 stanno investendo molto in queste tecnologie per evolvere l’esperienza dei propri utenti, nuovi attori stanno sfruttando il Web3 e le tecnologie Blockchain per accelerare lo sviluppo del Metaverso. In quest’ultimo caso, le tecnologie Blockchain decentralizzate alla base di questi modelli potrebbero consentire nuovi paradigmi: un esempio è la possibilità di utilizzare gli NFT per certificare l’unicità e la proprietà di asset digitali in maniera decentralizzata, superando la centralizzazione dei sistemi attuali di Web2.
Oltre a rappresentare la proprietà, gli NFT e i token potranno dare accesso a servizi ed esperienze esclusive nel Metaverso, come la partecipazione a concerti, aree riservate, giochi esclusivi e uffici virtuali. Altro concetto legato al mondo della Blockchain è quello delle criptovalute. Alcuni mondi virtuali, infatti, utilizzano le monete digitali per creare un’economia interna dinamica e in alcuni casi fornire poteri di governance ai possessori dei token nativi delle piattaforme. Ne è un esempio MANA, valuta proprietaria di Decentraland, che viene utilizzata per acquistare terreni e asset digitali, ma anche per fornire poteri decisionali agli utenti attraverso un sistema di governance decentralizzata.
Grazie alla Blockchain anche nel Metaverso è dunque possibile consentire agli utenti di poter disporre di un’identità gestita da loro stessi, certificare istantaneamente il possesso di asset digitali e altri attributi unici e potenzialmente non trasferibili.
Metaverso e Mondi Virtuali, alcuni esempi
Il Metaverso, come spiegato in precedenza, ha una serie di caratteristiche che lo definiscono in modo netto e, a oggi, ancora non esistono mondi virtuali che possano essere considerati tali. Ciò nonostante, esistono diverse tipologie di piattaforme che si avvicinano per tecnologia o per concetto a esemplificazioni del Metaverso, mentre altre sono ben lontani dal poterlo essere. Queste categorie di mondi virtuali possono essere divise in: Metaverse Ready, Open World, Focused World e Showrooming World.
Mondi Virtuali Metaverse Ready: The Sandbox e Decentraland
I mondi virtuali che più si avvicinano all'esperienza immersiva del Metaverso vengono detti Metaverse Ready. Questi sono dotati di token nativi, hanno un'economia interna, assicurano l’ownership degli asset e la modulabilità e, soprattutto, sono interoperabili. Alcuni esempi di questa categoria sono The Sandbox e Decentraland che, grazie alla tecnologia Blockchain e all'utilizzo di NFT, consentono di integrare alcune componenti di interoperabilità, che in questo momento rappresenta l’effettivo spartiacque.
The Sandbox
The Sandbox è una piattaforma online che ricrea un mondo virtuale popolato da utenti con i propri avatar. Al suo interno, si possono acquistare terreni, visitare luoghi e collezionare oggetti. Essendo basato sulla tecnologia Blockchain ogni utente ha la possibilità di creare, acquistare e scambiare asset digitali sottoforma di NFT. Tali asset, digitali e unici, sono utilizzati per costruire e monetizzare esperienze e contenuti digitali attraverso una piattaforma di costruzione chiamata game maker. Il Token nativo di The Sandbox, chiamato SAND, è utilizzato al suo interno per comprare terreni (LAND), effettuare acquisti in-game, creare asset ed esperienze e interagire con quelle generate da altri utenti.
Decentraland
Decentraland è anch'esso un mondo virtuale basato su tecnologia Blockchain e consente agli utenti di creare, sperimentare e monetizzare contenuti e applicazioni digitali. Gli utenti possono acquistare terreni virtuali su cui costruire successivamente esperienze e creare una vasta gamma di servizi, inclusi giochi interattivi, rappresentazioni 3D ed esperienze interattive. Il tutto è reso possibile grazie all'utilizzo del token nativo MANA, che fornisce anche il diritto di voto nelle decisioni di governance che riguardano lo sviluppo del progetto.
Gli Open World: Horizon e Roblox
I mondi virtuali Open World dispongono di componenti che li rendono simili alle piattaforme Metaverse Ready, ma a oggi non utilizzano tecnologie che possano renderli interoperabili. Horizon Worlds e Roblox rappresentano due esempi di mondi Open World che, se in futuro decidessero di integrare gli NFT, diventerebbero pronti per il Metaverso e, dunque, Metaverse Ready.
Horizon Worlds
Horizon Worlds è una piattaforma social VR lanciata da Meta Platforms nel dicembre 2021. Al suo interno, gli utenti possono esplorare uno spazio virtuale e interagire tra di loro, ma possono anche esplorare mondi virtuali generati dagli utenti stessi, attraverso il sistema di creazione di giochi integrato. La piattaforma è accessibile in Realtà Virtuale e permette alle persone di incontrarsi, tramite l’utilizzo del proprio avatar, per lavorare, socializzare, giocare e assistere ad eventi interattivi.
Roblox
Roblox è una piattaforma di gaming di genere MMO (Massive Multiplayer Online) sviluppato nel 2006. Questo mondo virtuale consente a utenti di tutte le età di immaginare e creare mondi 3D immersivi. I giochi e le esperienze sono creati dalla comunità globale di sviluppatori e dagli stessi giocatori, che possono acquistare, vendere e creare oggetti virtuali e monetizzare, con le loro creazioni, per guadagnare "Robux" (la valuta virtuale). Questa può essere utilizzata per acquistare accessori o abilità aggiuntive all'interno delle esperienze disponibili.
Focused World: l’esperienza parziale del Metaverso
Fortnite
Un esempio di mondo virtuale Focused World è la piattaforma di gaming sviluppata da Epic Games: Fortnite. Creato nel 2017, Fortnite permette agli utenti di realizzare contenuti e partecipare ad esperienze interattive fruibili in cross-device (tramite visori, console, PC e smartphone). Consente di eseguire sessioni di gioco multigiocatore e di personalizzare il proprio avatar attraverso le skin (costumi) acquistabili e guadagnabili sulla piattaforma.
Fortnite rientra nella categoria Focused Worlds, in quanto è "focalizzato" su una specifica area di interesse (in questo caso il gaming) e non possiede elementi di interoperabilità. Infine, gli eventi realizzati al suo interno non sono persistenti nel tempo.
Show-rooming World: il caso di Musee Dezentral
Come ultimo esempio troviamo l'esposizione virtuale Musee Dezentral. Si tratta di un esempio facente parte della categoria Show-rooming World, ossia vetrine virtuali aventi come fine unico quello di esporre opere d'arte, servizi, prodotti, ecc. All'interno di Musee Dezentral gli utenti possono esporre i propri NFT, accedendo alle mostre virtuali sia con il proprio smartphone che attraverso tecnologie VR.
Così come altri Showrooming World, Musee Dezentral, non permette all'utente di creare esperienze, o anche solo opere d'arte, al suo interno. Infatti, pur potendo esporre NFT non è una piattaforma interoperabile e, inoltre, non disponde di un'economia interna.