Il modello del wallet, e nello specifico del Digital Identity Wallet, sta diventando uno dei trend più rilevanti nella trasformazione del mercato dell'identità digitale. Un trend sia per enti pubblici, sia per aziende private. In questo articolo, a cura dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, risponderemo ad alcune domande:
- Cos’è esattamente un wallet?
- Perché il wallet è così importante a livello internazionale?
- Quali sono le ultime evoluzioni nel panorama attuale e quali le prospettive future?
Approfondiamo questi molti altri aspetti all’interno di questo articolo.
Wallet, cos’è e come funziona
Partiamo dal principio, cercando di comprendere, innanzitutto, cosa si intende con la parola wallet:
Il wallet è un’applicazione mobile che offre agli utenti la possibilità di memorizzare in modo sicuro e protetto una vasta gamma di credenziali, certificate e no.
Il Digital Identity Wallet rappresenta una tipologia di portafoglio digitale, che abilita un nuovo modello di gestione dell'identità digitale. L'Osservatorio Digital Identity ha identificato le caratteristiche fondamentali, che sono relative alla possibilità di:
- poter conservare e memorizzare documenti di identità (come la patente di guida o la tessera sanitaria). Così come conservare, credenziali afferenti ad ambiti diversificati, per esempio biglietti per eventi o carte d'imbarco;
- poter abilitare transazioni nel mondo digitale, ma anche fisico;
- poter gestire in autonomia le informazioni memorizzate all'interno del wallet. In questo modo l’utente ha il controllo delle proprie credenziali ed è libero di richiederle, condividerle per l’accesso ai servizi o eliminarle.
Il wallet nel panorama internazionale
In Europa, il paradigma del wallet per la gestione dell’identità digitale è stato introdotto a giugno 2021. Questo, tramite la proposta di revisione del Regolamento eIDAS, con l’European Digital Identity (EUDI) Wallet. Questo progetto si pone l’ambizioso obiettivo di ridurre la frammentazione delle identità digitali negli Stati membri.
Così facendo, si semplificherebbe il processo di accesso ai servizi online – anche transfrontalieri – e non solo. Si migliorerebbe la sicurezza, grazie a uno strumento standardizzato da cui l’utente può gestire i propri dati direttamente.
Oltre all'iniziativa europea, diverse tendenze globali stanno indirizzando il mercato dell’identità digitale verso il modello del wallet. L’Osservatorio ha condotto, a tal proposito, una ricerca basata sul censimento di oltre cento soluzioni di portafogli digitali a livello internazionale. Con questa ricerca si è, poi, identificato quattro cluster principali di Digital Identity Wallet attualmente attivi:
- Generalisti, che integrano credenziali appartenenti a settori diversi, per una valorizzazione trasversale dell’identità, come il Google Wallet;
- Professionali, che supportano credenziali legate all'ambito educativo e professionale, per la creazione di un CV digitale, come la soluzione indiana AsliID;
- Di Pagamento, che contengono principalmente carte di pagamento e carte fedeltà e si rivolgono all’utente in veste di consumatore, tra cui si trova l’applicazione francese Lyf;
- Dedicati all'Identità, che raccolgono la versione digitalizzata di documenti fisici (come carta d'identità e patente) principalmente per l’accesso a servizi governativi. Un esempio è quello canadese della provincia di Ontario.
Tra i casi di maggiore intesse si evidenziano:
- le soluzioni delle BigTech, wallet generalisti che stanno stringendo collaborazioni con diversi Stati americani per la memorizzazione della patente di guida;
- il caso di WeChat, super-app asiatica che integra al suo interno credenziali e servizi per i cittadini, come l’acquisto di biglietti per il trasporto pubblico;
- l’EUDI Wallet che, a inizio 2024, è in fase di sperimentazione grazie alla formazione di quattro progetti pilota co-finanziati dalla Commissione europea per testare le funzionalità di questo nuovo strumento.
Di pari passo con il settore privato, anche i sistemi di identità digitale nazionali hanno cominciato una transizione verso il modello del wallet. Ciò ha permesso di anticipare la rivoluzione prospettata dall’entrata in vigore del nuovo Regolamento eIDAS.
Per esempio, in Francia è stata lanciata l’app France Identité, che consente di memorizzare la versione digitale dei documenti di riconoscimento. In Grecia, l’app Gov.gr Wallet consente di dematerializzare la carta di identità e la patente per l’accesso online a servizi di banche e aziende delle telecomunicazioni, oltre che per il riconoscimento in luoghi fisici, come gli aeroporti.
Anche l’Italia si sta muovendo in questa direzione, progettando la convergenza dei sistemi nazionali, SPID e CIE, nell’IT Wallet, che sarà basato sull’app IO.
Wallet e interrogativi futuri
Il panorama attuale vede una proliferazione del wallet, con proposizioni di valore distinte e indirizzati a bisogni specifici. Tuttavia, la partecipazione a questo mercato di attori innovativi porterà alla definizione di nuovi equilibri di mercato. Attori come, ad esempio, le BigTech, affiancati da attori più tradizionali, governi e istituti finanziari.
Questi nuovi equilibri saranno, poi, caratterizzati da un dualismo tra competizione e cooperazione tra aziende private e anche attori istituzionali. Valido esempio della ricerca di questo nuovo equilibrio sono i progetti pilota sull’EUDI Wallet. In questi progetti, aziende della domanda e dell’offerta lavorano insieme per definire il nuovo assetto tecnologico e organizzativo di questo nuovo strumento di gestione dell’identità digitale.
Nonostante le opportunità legate allo sviluppo di un nuovo modello, però, rimangono molti interrogativi aperti per il futuro nell’ambito del wallet. Interrogativi come:
- la gestione dell'interoperabilità;
- il business model;
- il ruolo di aziende private nell'ambito delle identità digitali.
Queste sono solo alcune delle sfide che dovranno essere affrontate per arrivare ad avere un progetto basato sul Portafoglio Digitale.
In conclusione, l'evoluzione dei Digital Identity Wallet rappresenta un passo significativo verso un futuro in cui l'identità digitale sarà gestita in modo più efficace e sicuro. Questo, con impatti sia nell'ambito pubblico sia in quello privato.
- Autore
Ricercatrice dell'Osservatorio Digital Identity.
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