European Digital Identity Wallet: ipotesi e implicazioni per gli attori nel mercato dell’identità digitale

15 marzo 2023 / Di Clarissa Falcone / 0 Comments

Ormai è chiaro che l’European Digital Identity Wallet (o EUDI) sia il prossimo passo per l’identità digitale in Italia e in Europa.

Il wallet è stato prefigurato per la prima volta nella proposta di revisione dell’eIDAS, il regolamento comunitario per l’identificazione elettronica, pubblicata a giugno 2021. Secondo quanto emerge dalle prime ipotesi, all’interno dell’EUDI si potranno trovare diverse identità digitali, come la versione dematerializzata di documenti d’identità (una cosa simile sta già accadendo in alcuni stati americani, dove la patente di guida è stata digitalizzata in alcuni wallet di attori privati), ma anche diverse attestazioni certificate e non-certificate.

Il piano della Commissione è quello di permettere a tutti i cittadini e a tutte le imprese all’interno del territorio comunitario di accedere a un sistema di riconoscimento pienamente interoperabile, che dia la possibilità di archiviare e utilizzare i dati legati all’identità digitale per l’accesso a un set di servizi ampio e diversificato. La versione definitiva del Regolamento eIDAS aggiornata è attesa nel 2023, gli Stati Membri avranno poi un anno di tempo per fornire l’EUDI wallet a tutti i propri cittadini.

Un’app pensata per gli utenti finali

Nella prospettiva degli utenti finali, l’obiettivo è la creazione di un’app che permetta all’utente di avere il pieno controllo dei propri dati, decidendo quali informazioni condividere e con quali soggetti. L’app dovrà inoltre garantire la sicurezza delle informazioni nel momento di utilizzo del wallet (considerando che i dispositivi possono essere smarriti o rubati), e la chiarezza dei processi di condivisione e utilizzo dei dati, così che gli utenti possano prendere decisioni consapevoli e informate su ciascuna interazione nel mondo digitale.

A questo proposito, la Commissione ha ipotizzato la seguente interfaccia, che consentirà di visualizzare in maniera chiara quali dati o attributi sono obbligatori o facoltativi per l’accesso a uno specifico servizio, lasciando all’utente la facoltà di decidere quali tra questi condividere con il Service Provider.

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Le implicazioni per l’ecosistema

Il framework pubblicato dalla Commissione europea identifica diversi ruoli all’interno dell’ecosistema, ma per ora non dà indicazioni rispetto a quali aziende presidieranno questi ruoli. Su questo tema, quindi, gli attori attualmente coinvolti nel mercato dei servizi di identificazione elettronica (fornitori di servizi fiduciari, banche, enti governativi, per esempio), si stanno interrogando sul ruolo che potranno giocare in questa evoluzione strategica.

Ecco, di seguito, una rielaborazione della configurazione dell’ecosistema a cura dell’Osservatorio Digital Identity della School of Management del Politecnico di Milano.

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Oltre a ruoli più tradizionali, come il provider dell’identità, assimilabile per esempio ai dieci Identity Provider coinvolti nel sistema SPID, i documenti della Commissione europea introducono nuove figure, che contribuiranno a costruire e arricchire questo wallet.

Tra i ruoli più interessanti c’è sicuramente il Provider del wallet, che si occuperà di fornire il supporto tecnologico per la distribuzione del sistema e per l’aggregazione di diversi certificati. Proprio questo ruolo ha destato l’attenzione di molteplici aziende, rimaste finora ai margini dei sistemi di identità digitali certificati senza avere possibilità di entrare appieno in questo mercato: le BigTech come Apple, Samsung o Google.

Un ulteriore ruolo chiave è quello assegnato ai Provider delle attestazioni (certificate e non) che contribuiranno ad arricchire la proposta di valore dell’EUDI e a moltiplicarne le potenzialità di valorizzazione, emettendo certificati che comprovino alcuni attributi dell’utente. Questi potranno essere di natura certificata, come il possesso di un titolo di studio emesso dalla propria università, ma anche non certificata, includendo potenzialmente qualsiasi badge o card che abbiamo nel nostro portafoglio, come la tessera dei trasporti o le carte fedeltà.

Il prossimo step: i test pilota 

Il prossimo passo nella roadmap definita dalla Commissione europea sono i test pilota sulle diverse funzionalità del wallet in molteplici casi d’uso, con l’obiettivo di identificare le best practice per costruire, a livello comunitario, uno strumento per abilitare le interazioni online e offline dei cittadini europei.

I test pilota sono stati banditi per 37 milioni di euro e richiedono la collaborazione di almeno tre Stati Membri. Questo ha portato alla nascita di 4 consorzi, tutti comprendenti l'Italia, che hanno vinto la gara a fine 2022:

  1. Potential [1]: si tratta di sperimentazioni molto diversificate, che spaziano dalla gestione dei dati sanitari all’apertura di una nuova utenza telco o di un conto bancario. Attualmente questo progetto include oltre 20 Stati membri UE, per un totale di 148 organizzazioni pubbliche e private;
  2. Nobid [2]: nato dalla collaborazione di Danimarca, Germania, Italia, Islanda, Lettonia e Norvegia, si focalizza principalmente sui pagamenti digitali;
  3. European Digital Identity wallet [3]: il focus di questo progetto riguarda l’identità digitale negli ambiti viaggi e turismo, i pagamenti digitali e l'identità digitale per organizzazioni. Coinvolge più di trenta Stati, inclusi anche Paesi extra-UE quali Regno Unito, Norvegia, Svizzera e Ucraina;
  4. Digital Credentials for Europe [4]: l'obiettivo di questo progetto è la creazione di credenziali di identità digitale valorizzabili nell’ambito della formazione universitaria. Attualmente vi stanno collaborando più di venti Stati membri.

I test pilota partiranno nel corso del 2023. L’obiettivo è quello di portare l’EUDI wallet nelle mani dei cittadini dal 2024.

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Scopri il Programma

[1] Per maggiori informazioni: https://www.digital-identity-wallet.eu/

[2] Per maggiori informazioni: https://www.nobidconsortium.com/

[3] Per maggiori informazioni: https://eudiwalletconsortium.org/

[4] Per maggiori informazioni: https://www.dc4eu.eu/


Giorgia Dragoni, Clarissa Falcone e Diletta Villa - Osservatorio Digital Identity

  • Autore

Ricercatrice dell'Osservatorio Digital Identity