È passato un anno da quando il primo lockdown ha imposto ai cittadini un periodo “forzato” di chiusura nelle proprie case. Sappiamo che questo ha generato un profondo cambiamento nelle abitudini e negli stili di vita dei consumatori. Ma oggi, dopo quasi 12 mesi, cosa possiamo dire sugli effetti che ha avuto il Covid sul settore agricolo e agroalimentare in Italia?
I principali impatti della pandemia sul settore Agrifood
L’Osservatorio Smart AgriFood ha intervistato gli attori della propria Community – circa 40 tra aziende agricole, alimentari e distributori – per comprendere innanzitutto quali siano stati gli impatti maggiormente avvertiti e, in secondo luogo, in che misura l’innovazione digitale abbia contribuito e possa contribuire nell’aiutare ad affrontare il momento così complesso.
Ne è emerso in primis che, seppure in misura inferiore rispetto ad altri comparti, senza dubbio la pandemia ha messo alla prova il settore. Oltre al tema, ben noto, delle difficoltà sperimentate nella logistica distributiva, gli impatti principali riportati dagli attori del settore si sono avuti in particolare sui seguenti fronti:
- le mancate vendite nel canale Ho.Re.Ca (si pensi, ad esempio, al settore vitivinicolo), identificato come principale effetto della pandemia dal 75% dei rispondenti;
- la ridotta disponibilità di manodopera nel settore agricolo (in particolare nei primissimi mesi di lockdown) e i rallentamenti, in particolare nella produzione, dovuti alla necessità di operare in sicurezza (per necessità di turnazione, distanziamenti, ecc.);
- le limitazioni alla circolazione dei beni sui mercati esteri;
- le oscillazioni nei prezzi delle materie prime (e di alcune in particolare, ad esempio il latte), peraltro non sempre “razionalmente” giustificabili, secondo gli attori coinvolti;
- ultimo, ma non meno importante, la necessità di rassicurazione da parte dei consumatori.
La pandemia ha riportato ancora una volta al centro dell’attenzione il tema fondamentale della trasparenza e tracciabilità, con i consumatori che chiedono non solo di conoscere il percorso e la storia del cibo che stanno acquistando, ma anche di instaurare un rapporto one-to-one con i produttori, ancora di più in un momento in cui la mancanza di contatto fisico con i fornitori di cibo viene a mancare.
L'importanza dell'Innovazione Digitale per la filiera
È in questo scenario complesso e incerto che l’innovazione digitale ha evidenziato, ancor più che negli anni passati, il suo potenziale. E lo ha fatto su diversi fronti, garantendo maggiore flessibilità, controllo, integrazione e sicurezza della filiera.
Facciamo alcuni esempi concreti. Il 94% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver potuto continuare a svolgere il proprio lavoro proprio grazie al digitale, che ha consentito di mantenere le relazioni con clienti e fornitori attraverso meeting in modalità remota. Per il 61%, le tecnologie hanno reso più “smart” il lavoro nel complesso, consentendo di gestire le attività a distanza, nelle svariate funzioni aziendali. In agricoltura, ad esempio, sono emersi una volta di più i benefici dell’utilizzo di sistemi di monitoraggio delle colture e dei terreni da remoto, al fine di gestire al meglio il flusso di lavoro e di operatori in campo.
E, sempre nel settore primario, gli operatori hanno evidenziato il grande beneficio apportato dall’utilizzo – incentivato proprio in questo periodo dalla Pubblica Amministrazione - di sistemi digitali per gestire da remoto le numerose pratiche burocratiche che caratterizzano l’attività agricola.
Un altro aspetto di interesse è l’assistenza da remoto per i macchinari agricoli che, in questi mesi, ha visto un’impennata e che sembra avere un potenziale di crescita piuttosto elevato. Si tratta di un fattore strettamente legato al digitale, grazie ai sistemi di agricoltura di precisione e telemetria applicati sulle macchine.
Nuovi approcci all'Agroalimentare
Secondo le aziende la situazione che stiamo vivendo ha accelerato il cambiamento verso nuovi approcci e modalità di lavoro, rendendolo più agile e più collaborativo, e questo nel settore agrifood – che storicamente è spesso stato visto come legato fortemente alla tradizione e poco incline all’innovazione - è ancora più evidente. Diverse aziende agricole, ad esempio, hanno evidenziato come, durante questo periodo, abbiano intensificato la formazione dei propri dipendenti usufruendo di corsi di aggiornamento online, webinar, ecc., cogliendo tutte le opportunità di scambio e interazione con gli stakeholder connesse a tali eventi.
Sta cambiando anche il modo di approcciare fornitori e clienti: secondo una ricerca internazionale, è in crescita la quota di agricoltori che utilizzerebbe i canali online per l’approvvigionamento di input e attrezzature; e, d’altra parte, le aziende stesse si sentono sempre più stimolate ad individuare nuove modalità di vendita, in particolare affidandosi a canali online, dalla semplice acquisizione dell’ordine (ad esempio tramite servizi di messaggistica istantanea e social network) fino alla gestione completa della vendita e della consegna, attraverso un eCommerce proprietario o l’utilizzo di piattaforme. Un fenomeno, quest’ultimo, cresciuto - almeno inizialmente - per rispondere alle difficoltà riscontrate dalla distribuzione.
Ma oggi sarebbe riduttivo circoscriverlo a tale ambito, poiché è in realtà un segnale di crescente orientamento verso una filiera agroalimentare più corta e sostenibile. Ricordando che, con il termine “filiera corta”, si intende non solo la prossimità geografica, ma anche quella informativa; e da questo punto di vista, è innegabile come le soluzioni digitali possano contribuire a raccogliere e valorizzare i dati lungo la filiera, consentendo – tra l’altro – di ridurre la distanza con il consumatore finale trasmettendogli informazioni di valore sul prodotto e contribuendo, così, a rafforzare la fiducia nei confronti del brand. Un tema prioritario per il periodo che stiamo vivendo (ne ha parlato, ad esempio, Filippo Renga nel video "Più garanzie e sicurezza per gli alimenti con la tracciabilità in digitale").
Segnali positivi si riscontrano anche guardando al futuro: oltre la metà degli attori intervistati non ha infatti intenzione di ridurre gli investimenti in digitale nel 2021. Anzi: afferma che la pandemia darà un “boost” agli investimenti in tecnologie digitali, e solo il 13% ritiene che assisteremo, al contrario, a un rallentamento.
La pandemia, insomma, con tutti i suoi innegabili e drammatici risvolti, ha evidenziato come il digitale possa davvero contribuire a rendere il sistema agrifood più resiliente, dinamico e “smart”.
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- Autore
Direttrice dell’Osservatorio Smart AgriFood, all’interno del quale si occupa di studiare gli impatti dell’innovazione digitale sulle filiere agroalimentari.
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