La chiamata all’innovazione del presidente Macron che lancia un fondo da 10 miliardi

19 giugno 2017 / Di Alessandra Luksch / 0 Comments

Il leader francese candida il suo Paese e l’intera Europa come investitore e incubatore di nuove imprese e nuove soluzioni per tutto il mondo. Un modo di fare da osservare e da cui trarre spunti. Anche in Italia e nelle imprese

“Venite in Francia, siete i benvenuti, è la vostra nazione. Noi amiamo l’innovazione. Noi vogliamo le persone innovative. Noi vogliamo le persone che lavorano sui cambiamenti climatici, sull’energia, sulle energie rinnovabili, e sulle nuove tecnologie. La Francia è la vostra nazione”. Parlava così Emmanuel Macron durante la campagna elettorale, in un video di 1’ 24” postato su Facebook. Ma non erano promesse elettorali, visto che il giovane presidente francese ha annunciato a VivaTech l’istituzione di un fondo da 10 miliardi di euro per le startup e l’innovazione. Su Twitter dà il senso della notizia . "Io voglio fare della Francia una startup nation. Una nazione che si muove come una startup". 

È evidente che Emmanuel Macron ha deciso di distinguersi e di giocare la sua leadership anche sull’innovazione. In questo senso, rivolgendosi ai ricercatori, imprenditori e tecnici americani impegnati sulle questioni climatiche, li ha invitati a recarsi in Francia per condurre le proprie ricerche e attività, garantendo quei budget che rischiano di perdere negli Stati Uniti dopo le scelte controverse del presidente Trump. Poteva sembrare solo una provocazione, in quel momento. Ma adesso si conferma la tessera di un piano per la leadership europea della Francia, soprattutto dopo il confuso allontanamento della Gran Bretagna dall’Unione.

Al di là delle possibili interpretazioni geo-politiche, si tratta di una buona notizia. L’Europa ha bisogno di politici in grado di assumersi dei rischi, di andare oltre le regole consolidate, di guardare oltre i propri confini. Quella di Macron può essere letta come una chiamata all’innovazione, una call4ideas di dimensione trans-oceanica, un invito a usare la Francia e l’Europa intera come incubatore e investitore, secondo una logica di open innovation outside-in, per accogliere innovazione dall’esterno e sostenerla e svilupparla.

I risultati dell’innovazione hanno l’obiettivo di essere restituiti al mondo, e in questo troviamo la logica di open innovation inside-out, trasferire all’esterno l’innovazione sviluppata internamente. 

E’ esattamente questa la potenza dell’Open Innovation, così come messo in luce da Henry Chesbrough, il suo più noto teorico: “l’Open Innovation è un paradigma che afferma che le imprese possono e debbono fare ricorso ad idee esterne, così come a quelle interne, ed accedere con percorsi interni ed esterni ai mercati se vogliono progredire nelle loro competenze tecnologiche” (Oxford, 2006).

Il paradigma dell’Open Innovation fa riferimento ad un modello di innovazione secondo il quale le organizzazioni, per creare più valore e competere sul mercato, non possono più basarsi soltanto su idee e risorse interne, come invece afferma il fenomeno dell’integrazione verticale - o dell’autoarchia?-. Il concetto di Open Innovation scardina i modelli di innovazione tradizionali, secondo i quali, per creare un vantaggio competitivo, si devono costruire alte barriere - o muri? - verso l’esterno per evitare di perdere la proprietà intellettuale dei progetti più innovativi. Per essere competitivi bisogna sempre più collaborare con i diversi attori della filiera produttiva e dei mercati in cui si opera, con l’obiettivo di trovare e integrare l’innovazione ove essa si trovi.

Ci fa piacere osservare come questi concetti possano essere adottati, non solo a livello di impresa, ma anche per guidare la politica e per affrontare questioni che hanno rilevanza planetaria. Ci piacerebbe che questo atteggiamento fosse sempre più diffuso anche nel nostro Paese, come nelle intenzioni del programma per la Trasformazione Digitale di Diego Piacentini che ha appena lanciato le Community Developers e Designer. Esse si propongono di chiamare a raccolta il mondo del design e dello sviluppo per la trasformazione digitale del Paese secondo un modello aperto. E’ questo un modo per sostenere il cambiamento culturale necessario alle nostre imprese e alla nostra Pubblica Amministrazione e contribuire a favorire il rilancio e lo sviluppo del Paese, fenomeni che proprio dalla community degli Open Innovator – Startup, Università, Sviluppatori, Centri di Ricerca, Incubatori - possono trarre grande spunto.

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  • Autore

Direttore degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy