ITATech, il fondo di fondi che può aiutare l'ecosistema italiano

18 gennaio 2018 / Di Antonio Ghezzi / 1 Comment

La ricerca dell'osservatorio Startup Hi-tech mostra come nel 2017 il totale degli investimenti ricevuti da startup italiane da parte di investitori formali e informali, nazionali e internazionali, sia cresciuto del 20%, toccando quota 261 milioni di euro.

Tale crescita è determinata da un incremento della componente investimenti informali nazionali, e in misura maggiore, da un +169% fatto registrare dagli investimenti da parte di attori internazionali; si assiste invece ad una contrazione del mondo degli attori formali, rappresentato dai fondi Venture Capital indipendenti, Corporate e Governativi (le nostre Finanziarie Regionali).

Questa diminuzione non può essere spiegata soltanto con la ciclicità della raccolta e chiusura dei fondi, ma deriva da un pesante cash shortage a monte. Se il Venture Capital in Italia è ancora un'area a "fallimento di mercato", come alcuni addetti ai lavori sostengono, si rivela necessario un intervento strutturale anche da parte delle istituzioni. Un intervento che possa rafforzare le politiche di supporto all'investimento in capitale equity.

In quest'ottica andrebbe letta la potenzialmente utile iniziativa del lancio di ITATech, un fondo di fondi che prelevi 200 milioni di euro da Cassa Depositi e Prestiti e dal Fondo Europeo per gli Investimenti e li distribuisca a fondi di VC, al fine di rilanciare l'ecosistema startup italiano.

Iniziativa appunto lodevole e necessaria: se non fosse che tra i fondi probabili destinatari del flusso di capitali, si stesse vagliando la possibilità di conferire 50 milioni di euro a Sofinnova, fondo francese che non opera nel nostro paese. Un paradosso non solo per quanto concerne la contraddizione in termini (ITATech che alimenti fondi non italiani e non operanti in Italia), ma soprattutto per la grande occasione che andrebbe persa: 200 milioni rappresenterebbero infatti 2,5 volte il totale degli investimenti effettuati dagli attori formali nel corso di quest'anno, e potrebbero fornire nuova linfa per alimentare il "deal flow".

Peraltro, anche la presunta scelta di spalmare l'erogazione di fondi di ITATech è che su più anni può diminuirne gli effetti: il nostro ecosistema ha infatti bisogno di uno shock positivo, che potrebbe essere determinato da un afflusso discontinua di capitali di quella portata.

E’ pertanto non solo opportuno, ma direi necessario, riflettere profondamente su come progettare e implementare l’iniziativa ITATech, affinché sia di reale supporto per le startup hi-tech italiane.

In questo modo il governo potrà tornare a giocare un ruolo di traino e anche per la componente equity dell'investimento, così come fatto in passato rispetto alle fonti di debito.

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  • Autore

Direttore della Ricerca dell'Osservatorio Space Economy e dell'Osservatorio Startup Hi-tech.