Il Supply Chain Finance può salvare il Natale?

12 dicembre 2017 / Di Antonella Moretto / 0 Comments

La notizia riguardante la dichiarazione della “bancarotta assistita” (Chapter 11) da parte di Toys”R”Us sembra l’incubo di ogni bambino a ridosso del Natale. La stampa di tutto il mondo ha dato la colpa di questo fenomeno all'ascesa continua degli acquisti su Internet, ma questa è solo parte della verità.

L’origine del fallimento risale, infatti, ad una notizia apparsa sulla CNBC in cui si dichiarava che la società stava valutando la necessità di bancarotta assistita. È bastata questa notizia perché circa il 50% delle imprese produttrici di giocattoli, fornitori della catena, richiedessero il pagamento pronta cassa delle proprie forniture per il timore di non essere pagate; questa richiesta improvvisa ed elevata di esborso anticipato di cassa ha ulteriormente acuito le difficoltà finanziarie del retailer, che si è anche visto peggiorare il rating assegnato da parte delle assicurazioni del credito. Da una notizia girata inizialmente come possibilità, si è quindi scatenato un effetto domino a più livelli della filiera, che ha comportato si verificasse nella realtà ciò che fino a quel momento era presentato soltanto come un possibile rischio. E per il resto della filiera? Criticità per l’intero settore, in quanto con l’arrivo del Natale, dove si concentrano la maggior parte delle vendite annuali, anche i negozi tradizionali “brick-and-mortar” sono fondamentali per la vendita dei giocattoli. Ma con gli scaffali vuoti non si vende. Basta guardare il dato di vendite di Mattel, che ha visto crollare di un quinto rispetto all'anno precedente il proprio fatturato nel terzo trimestre dell’anno, proprio a causa del fallimento di Toys”R”Us.

Ma in questo scenario, il Supply Chain Finance sarebbe potuto essere d’aiuto? La gestione della crisi è stata tutto fuorché collaborativa, puramente gestita con azioni individuali, quali il ricorso della singola impresa a soluzioni di trade credit, senza una gestione allineata lungo l’intera filiera. Se però la gestione dei pagamenti fosse stata sinergica lungo l’intera filiera, evitando di avere tempi di pagamento tra i 90 e i 120 giorni e permettendo ai nodi più deboli o in maggiore difficoltà di avere accesso a condizioni di credito favorevoli, si sarebbe potuto evitare tale situazione di stallo, con migliori risultati per tutti gli attori coinvolti. In primis, Toys”R”Us, che sarebbe riuscita ad avere accesso al credito a condizioni convenienti, senza veder chiudere le proprie linee di credito e vedersi così costretta a dichiarare fallimento. Per i fornitori di giocattoli, che avrebbero in questo modo mantenuto vivo uno dei loro principali clienti, evitando le perdite di fatturato sopra menzionate. Per i bambini, che non avrebbero rischiato di veder cancellato il Natale, come il peggior Grinch saprebbe fare!


Di Antonella Moretto e Federico Caniato, Direttori Osservatorio Supply Chain Finance

  • Autore

Ricercatore in ambito Purchasing and Supply Management presso la School of Management del Politecnico di Milano e Direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance. Docente di Supplier Relationship Management nel corso di laurea in Ingegneria Gestionale.