Nel settore dell’imballaggio alimentare, la domanda e l’offerta di soluzioni sono continuamente soggette a cambiamenti dettati da diverse evoluzioni: abitudini di consumo e modalità di distribuzione, nuove tecnologie e nuovi materiali, aumento della distribuzione su scala globale e, non da ultimo, crescenti vincoli di natura ambientale.
In questo contesto dinamico, l’imballaggio svolge il ruolo cruciale e per niente banale di dover soddisfare congiuntamente le esigenze di conservazione, protezione da urti e agenti esterni (aria, acqua, umidità e contaminanti) e facile fruizione e accesso al suo contenuto, di un’ampia gamma di attori diversi, ovvero dell’industria alimentare, della distribuzione e della vendita al dettaglio, così come dei consumatori finali, dei decisori politici e degli stessi produttori di packaging. L’innovazione dei prodotti alimentari e gli sviluppi nelle soluzioni di packaging vanno di pari passo, abilitati da tecnologie sempre più avanzate per il monitoraggio della conservazione dei cibi e la condivisione di informazioni relative alle condizioni in cui si trovano i prodotti lungo tutta la filiera.
Le tecnologie di packaging alimentare
Le tecnologie di confezionamento alimentare hanno subito un rapido sviluppo negli ultimi due decenni come risposta alle richieste dei consumatori e alle tendenze della produzione industriale verso prodotti alimentari freschi, con una durata di conservazione prolungata e una qualità sempre più controllata. Il potenziale che le tecnologie di food packaging hanno non solo nel monitorare lo stato dei prodotti, ma anche nell’agire in modo diretto sulle loro condizioni di conservabilità ottimale e, ancora, sul comunicare con i diversi attori della filiera, le rende uno strumento fondamentale in ottica di riduzione degli sprechi alimentari.
In questa direzione, le tecnologie di packaging alimentare si distinguono in due categorie principali sulla base della loro funzione comunicativa: tecnologie “tacite” e tecnologie “parlanti”.
Il Food packaging "tacito"
Le tecnologie “tacite” comprendono le innovazioni tecnologiche che agiscono direttamente sul cibo contenuto all’interno dell’imballaggio, senza intervenire sul piano della comunicazione al consumatore o alla filiera a monte. Sono tecnologie che puntano sulla migliore conservazione e sul prolungamento della shelf life degli alimenti, con conseguente riduzione dello spreco alimentare. All’interno delle tecnologie tacite, troviamo i packaging cosiddetti attivi.
I packaging attivi interagiscono con l’alimento o con l’atmosfera all’interno della confezione assorbendo sostanze indesiderate (come umidità e ossigeno) o rilasciandone di utili (agenti antimicrobici come ioni, alcool etilico, diossidi di cloro, ossidi di metallo, …). Alcuni esempi riguardano:
- foglietti assorbenti, in grado di assorbire il liquido che si libera dalla carne o dal pesce fresco confezionato in vaschette;
- bustine assorbi-ossigeno, a forma di piccolo sacchetto, che eliminano il gas presente nella confezione per rallentare la crescita dei microrganismi dannosi per il prodotto e per ridurre le alterazioni chimico-fisiche;
- materiali assorbi-etilene (gas prodotti naturalmente dalla frutta durante la maturazione), che possono rallentare per mesi la maturazione dei prodotti nei magazzini e nelle singole confezioni.
Ci sono infine imballaggi che rilasciano aromi, enzimi, antiossidanti e antimicrobici, per evitare la crescita di microrganismi patogeni.
Un’altra funzione assolta dai packaging attivi è quella del controllo della temperatura tramite auto-riscaldamento e auto-raffreddamento. È evidente, dunque, che questa tipologia di smart packaging possa agire in modo significativo sulla prevenzione dello spreco alimentare, sia in ambito domestico che nella distribuzione e nei punti vendita. Nell’ambito del packaging attivo stanno emergendo le nanotecnologie, che hanno un grande potenziale per il miglioramento del confezionamento degli alimenti sotto forma di proprietà barriera e meccaniche.
Il Food packaging "parlante" e intelligente
Le tecnologie parlanti, al contrario delle “tacite” che operano direttamente e silenziosamente sul contenuto degli imballaggi, creano una connessione tra il packaging e i consumatori o gli attori della filiera, operando sul piano della comunicazione. Tra le tecnologie parlanti, ritroviamo quelle soluzioni dette intelligenti.
I dispositivi di packaging intelligente sono in grado di rilevare e offrire informazioni sulla funzione e le proprietà degli alimenti confezionati e possono fornire garanzie di integrità della confezione e prove di manomissione. Vengono infatti molto utilizzati in sistemi che mirano ad assicurare autenticità del prodotto, antifurto e tracciabilità.
Esempi di packaging intelligente sono indicatori adesivi tempo-temperatura che cambiano colore quando l’alimento rimane per troppo tempo a temperature elevate e rischia quindi la marcescenza, indicatori di ossigeno utilizzati nelle vaschette sottovuoto che cambiano colore quando rilevano la presenza di ossigeno, indicatori di microrganismi che cambiano colore in presenza di microrganismi estranei al sistema.
Questi ultimi arrivano persino ad intervenire sul codice a barre, rendendo così la confezione non più vendibile. I dispositivi intelligenti possono essere incorporati nei materiali della confezione o essere applicati all’interno o all’esterno di una confezione (tag RFID e sensoristica IoT) e possono in definitiva fornire un supporto alla gestione sempre più efficiente degli alimenti anche per le attività che precedono l’arrivo dei prodotti sugli scaffali della grande distribuzione. Forniscono inoltre uno strumento in grado di velocizzare l’identificazione e la destinazione di derrate alimentari in scadenza verso circuiti di ridistribuzione a supporto di persone in stato di bisogno.
Annalaura Silvestro, Giulia Bartezzaghi - Osservatorio Food Sustainability
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- Autore
Ricercatrice dell’Osservatorio Food Sustainability presso gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano.
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