I Consulenti del Lavoro ai tempi del digitale

21 febbraio 2022 / Di Federico Iannella / 0 Comments

In seguito ai cambiamenti imposti dalla pandemia, gli Studi di Consulenti del Lavoro hanno dovuto compiere uno sforzo significativo per adattarsi al meglio, soprattutto nelle modalità di lavoro e di erogazione dei servizi.

Mediamente si è attenuato il tradizionale timore verso l’innovazione, mentre è cresciuta la sensibilità verso la trasformazione digitale. In questo articolo presentiamo quindi i livelli di digitalizzazione negli Studi di Consulenti del Lavoro in Italia, a seguito del forte impatto al cambiamento nato dall’emergenza sanitaria.

 

L’impatto del Covid-19 sulla Consulenza del Lavoro

In termini di servizi, gli Studi di Consulenti del Lavoro, che in seguito alla pandemia hanno migliorato l’efficienza dei servizi tradizionali, hanno acquisito una maggiore consapevolezza su alcuni aspetti chiave, quali la necessità di cambiare le modalità di gestione interna (con il proprio personale) ed esterna (con i propri Clienti).

L’emergenza ha enfatizzato anche l’urgenza di riprogettare gli Studi e le loro attività, promuovendo un clima incentrato sulla fiducia e sulla collaborazione tra le persone.

Considerando gli Studi intervenuti sullo sviluppo di nuovi servizi, la volontà di cambiare il portafoglio servizi è segno di come la pandemia abbia spinto verso un cambiamento in primis culturale, che vede l’innovazione più come opportunità che come minaccia. Tuttavia, nella strada verso la trasformazione digitale, c’è ancora da colmare un ampio gap tra grandi /medie realtà, e piccole/micro realtà. Quest'ultime faticano infatti ad introdurre cambiamenti sostanziali, frenate da una forma mentis ancora troppo legata alle attività tradizionali.

 

Il percorso di innovazione negli Studi

Gli Studi di Consulenti del Lavoro sono ancora lontani da un’adozione consapevole e diffusa di tecnologie avanzate come la Blockchain o l’Intelligenza Artificiale, mentre prevalgono le tecnologie più “tradizionali”.

Prima di elencare le tecnologie più diffuse negli Studi di Consulenti del Lavoro, vediamo il percorso sul quale si fonda l’adozione di tali tecnologie (secondo il modello ideato dall’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale), costituito da 3 fasi che corrispondono ad altrettanti obiettivi:

  1. miglioramento dell’efficienza dello Studio, che nasce da una maggiore consapevolezza sulla propria organizzazione e su eventuali flussi lavorativi da ottimizzare, per liberare tempo da poter dedicare ad attività a maggior valore aggiunto;
  2. innovazione nella relazione con i clienti, migliorando la customer experience e introducendo nuove modalità di contatto tra Cliente e Studio, per valorizzarne e rafforzarne la partnership;
  3. introduzione di nuovi servizi, associati non ad obblighi di legge (innovation law driven) ma alla soddisfazione di nuovi bisogni e al raggiungimento di nuovi segmenti di mercato.

Per il raggiungimento del primo obiettivo, i Consulenti del Lavoro attualmente fanno ricorso ad un pacchetto limitato di tecnologie – in particolare reti VPN e Gestione Elettronica Documentale – rivelando quanto l’innovazione sia ancora agli albori.

Per migliorare la relazione con i Clienti, invece, si punta ad innovare l’erogazione dei servizi già in portafoglio. In questo ambito sono protagoniste tecnologie quali: sistemi di videoconferenza, siti internet, pagine social, forum e blog interni.

 

Le tecnologie digitali più avanzate a servizio dei Consulenti del Lavoro

Gli Studi che hanno voluto modificare il proprio portafoglio servizi, hanno prima introdotto tecnologie mirate non tanto a sviluppare nuovi prodotti quanto a liberare tempo da dedicare ad altre attività. Tali tecnologie sono classificabili in 2 categorie:

  • di impatto interno (piattaforme di eLearning, conservazione digitale a norma);
  • di impatto misto (software per il controllo di gestione).

Inoltre, le realtà che hanno già introdotto nuovi servizi sono molto improntate sulla valorizzazione dei dati,. Fra queste, alcune si affidano a soluzioni interne, mentre altre collaborano con attori esterni e si avvalgono di tecnologie più avanzate come CRM, Business Intelligence e Machine Learning.

È importante segnalare che nuovi servizi richiedono nuove competenze, ottenibili grazie ad assunzioni, collaborazioni con partner esterni e formazione. E il fatto che, tra questi Professionisti, prevalga proprio la formazione (utile ad accrescere il livello culturale ma con risultati a medio-lungo termine), indica quanto la categoria sia ancora in ritardo sulla via dell’innovazione.

 

Professionisti, la folgorazione sulla via per la trasformazione

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  • Autore

Ricercatore dell'Osservatorio Professionisti e dell'Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI