Il 2021 è stato un anno importante per l’Artificial Intelligence (AI) in Italia: la pandemia ha messo a dura prova questo mercato, senza però bloccarne l’affermazione. Se gli investimenti delle imprese manterranno la tendenza positiva dell'ultimo anno, in una manciata di anni l’Intelligenza Artificiale diventerà l’attore protagonista della rivoluzione digitale in Italia, alla base dei cambiamenti in ogni settore (mobilità, sanità, manifattura, energia, istruzione).
“L’Artificial Intelligence è oggi fortemente maturata e ha tutto il potenziale per diventare un fattore centrale nella trasformazione digitale di imprese, PA e della società nel suo complesso. L’ultimo anno ha sancito un ulteriore sviluppo per l’ecosistema italiano e il mercato ha ripreso a crescere consistentemente, dopo che nel 2020 era stato condizionato dalla pandemia.”
Questo uno dei messaggi chiave con cui Alessandro Piva, Direttore dell'Osservatorio Artificial Intelligence, ha aperto il Convegno “Intelligenza Artificiale: l'Italia s'è desta!”, incontro in cui sono stati presentati i risultati della Ricerca 2021 e discussi con esperti del settore i temi tecnologici, organizzativi e sociali che caratterizzeranno i prossimi anni nel mondo dell’AI.
"L'era dell'implementazione"
I trend e i dati chiave sull'AI in Italia
Il Programma Strategico italiano per l'Intelligenza Artificiale
“Nell’ultimo anno, sono stati compiuti importanti passi avanti nella regolamentazione dell’AI. La Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento, che rappresenta oggi una pietra fondamentale nella costruzione di una fiducia nelle tecnologie. E l’Italia ha lanciato il nuovo Programma Strategico, che grazie al lavoro congiunto di tre Ministeri ha prodotto 24 raccomandazioni di azione, con un approccio collaborativo e inclusivo, che affronta in modo esplicito alcuni mali cronici dell’innovazione nel nostro Paese“.
“Ora è necessario compiere il passo successivo, la creazione di un piano esecutivo che dovrà prevedere meccanismi di governance e monitoraggio, con l’articolazione temporale degli interventi, bilanciare tra velocità con cui distribuire le risorse e presidio dei risultati, bilanciare tra le direzioni di intervento stabilite dal programma (top-down) e quelle proposte dall’ecosistema industriale e accademico (bottom-up), per orientare le priorità di azione”
Così Giovanni Miragliotta e Nicola Gatti, Direttori dell'Osservatorio Artificial Intelligence, sottolineano la crescente importanza dell'Intelligenza Artificiale anche sul piano europeo, nonché su quello nazionale.
L’anno appena trascorso ha visto infatti venire alla luce la “Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale” alla base della definizione del programma italiano nell’ambito del Piano Coordinato europeo. Iniziano anche a porsi le basi per la nascita dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (I3A): un vero e proprio hub nazionale con lo scopo di coordinare le diverse attività di ricerca e contribuire allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, in connessione con i principali trend tecnologici (tra cui 5G, Industria 4.0 e cybersecurity).
Il mercato italiano dell’Artificial Intelligence
Il mercato dell’Artificial Intelligence in Italia è cresciuto del +27% nel 2021, raggiungendo quota 380 milioni di euro, un valore raddoppiato in appena due anni, di cui il 76% commissionato da imprese italiane (290 milioni) e il restante come export di progetti (90 milioni).
I progetti di AI che attirano più investimenti sono:
- gli algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati (Intelligent Data Processing), che coprono il 35% della spesa (+32%);
- seguono le soluzioni per l’interpretazione del linguaggio naturale (Natural Language Processing) con il 16% del mercato (+20%);
- gli algoritmi per suggerire ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze (Recommendation System) con un’incidenza del 16% (+20%);
- le soluzioni con cui l’AI automatizza alcune attività di un progetto e ne governa le varie fasi (Intelligent Robotic Process Automation), che valgono l’11% della spesa (+15%);
- Chatbot e Virtual Assistant (10,5%), che sono tra i progetti con la crescita più significativa (+34%);
- le iniziative di Computer Vision (11%, +41%), che analizzano il contenuto di un’immagine in contesti come la sorveglianza in luoghi pubblici o il monitoraggio di una linea di produzione;
- infine, il 10% del mercato va alle soluzioni con cui l’AI automatizza alcune attività di un progetto e ne governa le varie fasi (Intelligent Robotic Process Automation).
I settori più attivi come investimenti in soluzioni di AI sono: finanza, energia/utility, manifattura, telco/media e assicurazioni.
L'adozione dell'Artificial Intelligence nelle imprese italiane
Emerge un significativo divario in termini di avvicinamento alla tecnologia tra grandi imprese e PMI. Se da un lato, infatti, aumenta il numero di grandi aziende che ha avviato almeno una progettualità di AI, dall’altro lato solo il 6% delle PMI ha fatto altrettanto: nella maggior parte dei casi si tratta di semplici sperimentazioni e solo raramente di progetti a regime.
Entrando più nel dettaglio dei progetti di Intelligenza Artificiale avviati dalle grandi imprese italiane, si conferma una forte dinamicità: scende al 13% il numero di grandi aziende che non hanno avviato iniziative e crescono coloro che hanno avviato progetti pilota. Rimangono pressoché invariati coloro che hanno almeno un progetto pienamente esecutivo e chi invece si dichiara interessato ad avviare iniziative in futuro.
Cosa ne pensano i consumatori italiani dell'Intelligenza Artificiale?
Solo il 5% dei consumatori non ha mai sentito parlare di Intelligenza Artificiale. Seppur diffusa, la conoscenza dei temi AI si attesta a un livello piuttosto superficiale: solo il 60% dei consumatori ha infatti la capacità di riconoscere la presenza di funzionalità di AI nei prodotti/servizi utilizzati.
Il giudizio sull'AI è complessivamente buono: l’80% degli intervistati ha un’opinione abbastanza o molto positiva dell’AI. Rimangono però alcune perplessità in merito agli aspetti che riguardano la privacy, gli impatti sul lavoro e in generale le implicazioni etiche. Si registrano anche opinioni differenti in merito a specifici scenari di applicazione dell’AI, quali l'ambito sanitario-assistenziale e finanziario.
L’evoluzione tecnologica dell’Artificial Intelligence
Anche nell’ambito dello sviluppo tecnologico, in quest’anno l’AI si è mostrata resiliente trovando nuovi spunti e ambiti applicativi, nonostante la crisi dei semiconduttori. In particolare, sono due gli eventi tecnologici che hanno caratterizzato il 2021. Da un lato, la crescita di interesse con la pandemia per la Data Analysis, che consente di integrare ed elaborare in tempo reale dati di tipo eterogeneo.
Dall’altro lato, si assiste ad una crescente attenzione alla sostenibilità. L’1% del consumo mondiale di energia riguarda infatti i Data Center su cui sono eseguiti molti algoritmi di Intelligenza Artificiale. Inoltre, dato più allarmante, il training di una rete neurale profonda potrebbe portare alla stessa generazione di CO2 di 5 automobili durante tutta la loro vita. Per tale motivo la sostenibilità energetica è entrata a far parte del design delle soluzioni di Intelligenza Artificiale e nel futuro giocherà un ruolo sempre più rilevante, soprattutto nel mondo del deep learning.
Gli impatti sulla società dell’Intelligenza Artificiale
“Nel 2020 le istituzioni internazionali hanno dedicato molta attenzione all’Artificial Intelligence per le sue potenzialità di impiego, ma anche per le implicazioni etiche che possono riguardare imprese, cittadini e la società nel suo complesso.”
Centrale da ormai due anni la centralità del tema dell’etica nella realtà dell’Intelligenza Artificiale e da cui emerge la necessità di approfondire quali sono i principali rischi etici e le strategie di mitigazione da adottare.
Da un’analisi condotta dall’Osservatorio nel 2020, su 94 casi reali di problematiche etiche legate all’uso della tecnologia AI, le criticità più frequenti sono potenziali distorsioni nella fase di progettazione della soluzione AI (Bias, 23%), violazione delle libertà (Freedom, 19%), accentramento di risorse finanziare/tecnologiche o culturali da parte delle Big tech (Trust, 17%), e problemi di privacy (11%).
Lo scenario italiano dell’Artificial Intelligence: a che punto siamo?
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- Autore
Ricercatore dell'Osservatorio Artificial Intelligence
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