Sistemi sanitari: tante classifiche e tanti indicatori... ma c’è il giusto spazio per il digitale? Quando si cercano informazioni sulle performance del nostro sistema sanitario ci si imbatte in classifiche internazionali che lo posizionano in modo molto diverso a seconda degli indicatori presi in considerazione.
Sistema sanitario in Italia: valutazioni a confronto
A questo proposito, un recente studio dell’Osservatorio GIMBE ha analizzato 8 classifiche internazionali e ha messo in luce come l’Italia passi dalla prima posizione in Europa secondo Bloomberg (terzo posto a livello mondiale) alla 20° posizione secondo lo Euro Health Consumer Index. Una differenza notevole, dunque. La classifica Bloomberg misura, infatti, solo l’efficienza dei sistemi sanitari mettendo in relazione l’aspettativa di vita con la spesa pro-capite. Essendo l’Italia il Paese più vecchio d’Europa, nel quale la spesa sanitaria pro-capite è relativamente bassa rispetto alla media, viene considerato come il Paese più efficiente.
Questo indicatore non tiene però in considerazione, ad esempio, che l’aspettativa di vita in buona salute all’età di 65 anni in Italia è tra le più basse nei paesi OCSE, con 7,5 anni senza disabilità per le donne e circa 7,8 anni per gli uomini. L’Euro Health Consumer Index fornisce, invece, una valutazione multidimensionale del sistema sanitario, dando solo il punto di vista del cittadino-paziente e mettendo in luce come l’Italia sia tra i peggiori Paesi per accessibilità ai servizi e tempi di attesa, gestione dei pazienti anziani sul territorio e possibilità di offrire cure di nuova generazione.
L'innovazione digitale come parametro di qualità della Sanità
Dall’analisi di GIMBE emergono, dal mio punto di vista, due spunti di riflessione.
Innanzitutto, mi chiedo se abbia senso definire un unico indicatore che possa tenere in considerazione tutte le dimensioni presenti nei diversi indici analizzati, in modo da pesare elementi di efficienza, qualità delle cure, competenze degli operatori sanitari, tempi di accesso alle cure, ecc. Così facendo non si rischierebbe di utilizzare i diversi indicatori in modo scorretto e, talvolta, opportunistico a seconda del messaggio che vuole essere dato all’interlocutore.
In secondo luogo, mi domando se, all’interno di questi indicatori, venga ad oggi dato il giusto peso alla disponibilità di tecnologie digitali (sia per i medici che per i cittadini) che, come affermato più volte nell’ambito dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, sono in grado di aumentare efficacia ed efficienza dei servizi sanitari. Un primo passo in questa direzione è stato fatto nell’ambito dell’Euro Health Consumer Index che ha preso in considerazione, ad esempio, la disponibilità di servizi al cittadino (es. accesso online ai referti, prenotazioni online, ePrescription) nell’ambito del più ampio indicatore “diritti e informazioni al paziente”.
Quando ci imbattiamo in classifiche di questo tipo, dobbiamo quindi fare attenzione a quali indicatori sono stati presi in considerazione e quanto questi siano effettivamente aggiornati, per evitare di trarre conclusioni affrettate o incoerenti rispetto alle reali performance del nostro sistema sanitario.