#Museiaperti, anche a un ripensamento della propria proposizione di valore

20 marzo 2020 / Di Eleonora Lorenzini / 0 Comments

In queste settimane di emergenza sanitaria, che ha richiesto la chiusura al pubblico dei luoghi di cultura, è in corso una sorta di mobilitazione mediatica volta a far conoscere le tante iniziative che musei e istituzioni culturali stanno mettendo in campo per favorire un’accessibilità ‘alternativa’ al patrimonio culturale.

 

Già prima di questa emergenza i musei avevano iniziato a utilizzare il digitale per ‘mostrarsi’ senza aspettare che il pubblico varcasse le porte del museo.

Secondo un’indagine dell'Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali, infatti, nel 2019 quasi l’80% dei musei aveva almeno in parte digitalizzato la propria collezione e quasi il 30% ne aveva già pubblicato online sul sito una parte. Gli esempi sono molteplici e vanno dal nord a sud, da musei universalmente conosciuti come i Musei Vaticani, i cui tour virtuali consentono visite online anche del giardino del museo e della Cappella Sistina, ad altri tutti da scoprire come la Galleria d’Arte Moderna Empedocle Restivo di Palermo.

 

Anche i social network costituiscono straordinari strumenti di racconto

Già da qualche anno i musei hanno capito l’efficacia dei social network per stabilire legami duraturi con i propri pubblici e generare engagement. Nel 2019 il 67% dei musei aveva un account Facebook e il 26% un account Instagram. Oggi con l’emergenza coronavirus sono nati hashtag come #museichiusimuseiaperti, lanciato dal Museo Tattile di Varese, attraverso il quale tanti hanno iniziato a raccontare le storie delle opere e i dietro le quinte dei musei. Sui profili social della Galleria Nazionale dell'Umbria, ad esempio, compaiono video-pillole con commenti di esperti alle opere sia in forma di post che in forma di storie.

 

Ma la crisi può costituire anche uno stimolo al ripensamento della propria proposizione di valore

Il Ministro Franceschini, ad esempio, ha invitato le tv a riservare nella programmazione uno spazio più rilevante a musica, teatro, cinema e arte in queste settimane di necessaria permanenza a casa da parte degli italiani. Potrebbe essere l’occasione per un ripensamento stabile e non solo occasionale del modo di fare televisione e dei palinsesti?

La Triennale di Milano, a partire dallo spunto del Decamerone del Boccaccio, che narra di un gruppo di giovani che nel 1348 per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera e a turno si raccontano delle novelle per trascorrere il tempo, ha invitato artisti, designer, architetti, intellettuali, musicisti, cantanti, scrittori, registi, giornalisti ad “abitare” gli spazi vuoti di Triennale per sviluppare una personale narrazione. Tutte le “novelle” di Triennale Decameron saranno trasmesse in diretta sul canale Instagram di Triennale.

Vi sono funzionari di istituzioni come il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia che approfittano del maggiore tempo a disposizione per comprendere il comportamento e le preferenze del pubblico e del non pubblico attraverso sondaggi su Instagram.

 

Una ulteriore sfida che i musei potrebbero cogliere è sfruttare questo tempo anche per una riflessione sull’innovazione dei propri modelli di business, alla luce delle tante esperienza che si stanno facendo.

Prendendo come esempio le gite scolastiche, la cui sospensione ha avuto fortissime ripercussioni sulle entrate di questi mesi, al posto della totale cancellazione delle visite programmate i musei potrebbero proporre alle scuole modalità alternative di fruizione, come delle visite guidate live. I fornitori di tecnologia potrebbero sostenere la progettazione del servizio ripensando a questo scopo le piattaforme già utilizzate (ad esempio per le riunioni di gruppo) e integrando nelle piattaforme di online ticketing anche queste attività.

Nuovi servizi come questi, pensati in tempo di crisi, potrebbero essere mantenuti anche nei periodi ordinari per rafforzare l’offerta dei musei e aumentare l’accessibilità anche verso pubblici più distanti o con minori possibilità di spostamento, oltre che costituire canali di generazione di entrate aggiuntive.

Soprattutto in questi tempi la parola d’ordine per tutti diventi quindi creatività, anche e soprattutto per chi proprio nella comunicazione della creatività dovrebbe trovare la propria ragion d’essere come i luoghi di cultura.

 

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  • Autore

Direttore degli Osservatori Innovazione Digitale nel Turismo e Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali